bash - GNU Bourne-Again SHell
bash [opzioni] [stringa_di_comando | file]
Bash is Copyright (C) 1989-2020 by the Free Software Foundation,
Inc.
Bash è un interprete di linguaggio di comandi
sh-compatibile che esegue i comandi letti dallo standard input o da
un file. Bash inoltre incorpora utili caratteristiche delle shell
Korn e C (ksh e csh).
Bash è progettata per essere un'implementazione
conforme alla parte Shell and Utilities della IEEE POSIX specification (IEEE
Standard 1003.1). Bash può essere configurata per essere
conforme allo standard POSIX in modo predefinito.
Tutte le opzioni monocarattere della shell documentate nella
descrizione del comando incorporato set, compreso -o, possono
essere usate come opzioni quando la shell è invocata. In aggiunta,
quando è invocata, bash interpreta le seguenti opzioni:
- -c
- Se è presente l'opzione -c, i comandi sono letti dal primo
argomento non di opzione stringa_di_comando.Se vi sono argomenti
dopo la stringa_di_comando, essi sono assegnati ai parametri
posizionali, partendo da $0, e i rimanenti argomenti vengono
assegnati ai parametri posizionali. L'assegnamento a $0 imposta il
nome della shell, che è usato nei messaggi di avvertimento e di
errore.
- -i
- Se è presente l'opzione -i, la shell è
interattiva.
- -l
- fa sì che bash funzioni come se fosse stata invocata come
una shell di login (si veda INVOCAZIONE più
avanti).
- -r
- Se l'opzione -r è presente, la shell diventa
ristretta (si veda SHELL RISTRETTA più
avanti).
- -s
- Se è presente l'opzione -s, o se non rimane alcun argomento
dopo che sono state esaminate le opzioni, i comandi sono letti dallo
standard input. Quest'opzione permette di impostare i parametri
posizionali quando si invoca una shell interattiva o si legge l'input
tramite una pipe.
- -v
- Stampa le righe in input alla shell appena sono lette.
- -x
- Stampa comandi e i loro argomenti così come vengono eseguiti.
- -D
- Una lista di tutte le stringhe fra virgolette preceduta da $
è stampata sullo standard output. Queste sono le stringhe che sono
soggette a traduzione di linguaggio quando la localizzazione corrente non
è C o POSIX. Questo implica l'opzione -n;
nessun comando verrà eseguito.
- [-+]O [shopt_option]
- shopt_option è una delle opzioni di shell accettate dal
comando incorporato shopt (si veda COMANDI INCORPORATI
DELLA SHELL più avanti). Se shopt_option
è presente, -O imposta il valore di quella opzione;
+O lo rimuove. Se shopt_option non è fornita, i nomi
e i valori delle opzioni della shell accettati da shopt sono
stampati sullo standard output. Se l'opzione di invocazione è
+O, l'output è mostrato in un formato riutilizzabile come
input.
- --
- Un -- segna la fine delle opzioni e disabilita l'ulteriore
elaborazione di opzioni. Gli argomenti dopo il -- sono trattati
come nomifile e argomenti. Un argomento di - è equivalente a
--.
Bash interpreta anche un certo numero di opzioni
multicarattere. Queste opzioni devono apparire nella riga di comando prima
delle opzioni a carattere singolo.
- --debugger
- Dispone l'esecuzione del debugger profile prima dell'avvio della shell.
Attiva la modalità estesa di debug (si veda la descrizione
dell'opzione extdebug al comando incorporato shopt
più avanti).
- --dump-po-strings
- Equivalente a -D, ma l'output è nel formato file GNU
gettext po (portable object).
- --dump-strings
- Equivalente a -D.
- --help
- Mostra sullo standard output un messaggio sull'uso ed esce con stato di
uscita 0.
- --init-file
file
- --rcfile
file
- Esegue comandi letti da file, invece che dal file
d'inizializzazione generale di sitema /etc/bash.bashrc e dal file
personale di inizializzazione standard ~/.bashrc se la shell
è interattiva (si veda INVOCAZIONE più
avanti).
- --login
- Equivalente a -l.
- --noediting
- Non usa la libreria GNU readline per leggere righe di comando
quando la shell è interattiva.
- --noprofile
- Non legge né il file di inizializzazione generico di sistema
/etc/profile né alcuno dei file personali di
inizializzazione ~/.bash_profile, ~/.bash_login, o
~/.profile. Per impostazione predefinita bash legge questi
file quando è invocata come shell di login (si veda
INVOCAZIONE più avanti).
- --norc
- Non legge né esegue il file file d'inizializzazione generale di
sitema /etc/bash.bashrc e il personale di inizializzazione
~/.bashrc se la shell è interattiva. Quest'opzione è
attiva per impostazione predefinita se la shell è invocata come
sh.
- --posix
- Cambia il comportamento di bash dove le operazioni predefinite
differiscono dallo standard POSIX, in modo da corrispondere allo standard
(modalità posix). Si veda più avanti VEDERE
ANCHE dove viene citato un documento che spiega nel dettaglio
come la modalità posix influenza il comportamento di bash.
- --restricted
- La shell diventa ristretta (si veda SHELL RISTRETTA
più avanti).
- --verbose
- Equivalente a -v.
- --version
- Mostra informazioni sulla versione di questa istanza di bash sullo
standard output ed esce con stato d'uscita 0.
Se rimangono argomenti dopo che sono state elaborate le opzioni, e
né l'opzione -c né l'opzione -s sono state
specificate, il primo argomento si assume sia il nome di un file che
contiene dei comandi di shell. Se bash è invocata in questo
modo, $0 è impostato al nome del file, e i parametri
posizionali sono impostati agli argomenti che lo seguono. Bash legge
ed esegue comandi da questo file, poi esce. Lo stato d'uscita di Bash
è lo stato d'uscita dell'ultimo comando eseguito nello script. Se non
è eseguito alcun comando lo stato d'uscita è 0. Viene fatto un
primo tentativo per aprire il file nella directory corrente, e se non viene
trovato il file la shell cerca le directory in PATH per
lo script.
Una shell di login è quella in cui il cui primo
carattere dell'argomento zero è un -, o una che venga avviata
con l'opzione --login.
Una shell è detta interattiva se è stata
avviata senza argomenti diversi dalle opzioni (a meno che non venga
specificato -s) e senza l'opzione -c i cui standard input e
standard error sono entrambi inviati a terminali (come determinato da
isatty(3)), o se viene avviata con l'opzione -i.
PS1 è impostato e $- include i se
bash è interattiva, permettendo a uno script di shell
o a un file di inizializzazione di verificare questo stato.
I seguenti paragrafi descrivono come bash esegue i suoi
file di inizializzazione. Se qualcuno dei file esiste ma non può
essere letto bash riporta un errore. Le tilde sono espanse nei
nomifile come descritto più avanti in Espansione della tilde
nella sezione ESPANSIONE.
Quando bash è invocata come una shell di login
interattiva, o come una shell non interattiva con l'opzione --login,
prima legge ed esegue comandi dal file /etc/profile, se quel file
esiste. Dopo aver letto quel file, cerca ~/.bash_profile,
~/.bash_login, e ~/.profile, in quest'ordine, e legge ed
esegue comandi dal primo file che trova e che è leggibile. L'opzione
--noprofile può essere usata quando si avvia la shell per
inibire questo comportamento.
Quando una shell di login interattiva esce, o una shell di login
non interattiva esegue il comando incorporato exit, bash legge
ed esegue comandi dal file ~/.bash_logout, se esiste.
Quando una shell interattiva che non è una shell di login
è avviata, bash legge ed esegue comandi da ~/.bashrc e
~/.bashrc, se quei file esistono. Ciò può essere
inibito utilizzando l'opzione --norc. Con l'opzione --rcfile
file bash legge ed esegue comandi da file invece che da
/etc/bash.bashrc e ~/.bashrc.
Quando bash è avviata in modo non interattivo, per
eseguire uno script di shell, per esempio, cerca la variabile di ambiente
BASH_ENV, espande il suo valore se questo esiste, e
utilizza il valore espanso come il nome di un file da leggere ed eseguire.
Bash si comporta come se fossero stati eseguiti i seguenti
comandi:
if [ -n "$BASH_ENV" ]; then .
"$BASH_ENV"; fi
ma il valore della variabile PATH non è usato
per cercare il nome-file.
Se bash è invocata col nome sh, tenta di
imitare il comportamento di inizializzazione delle vecchie versioni di
sh il più fedelmente possibile, e allo stesso tempo si
conforma allo standard POSIX. Quando invocata come una shell di login
interattiva, o una shell interattiva con l'opzione --login, per prima
cosa tenta di leggere ed eseguire i comandi da /etc/profile e
~/.profile, in quest'ordine. L'opzione --noprofile può
essere usata per inibire questo comportamento. Quando invocata come una
shell interattiva col nome sh, bash cerca la variabile
ENV, espande il suo valore se questo è definito, e
usa il valore espanso come nome di un file da leggere ed eseguire.
Poiché una shell invocata come sh non tenta di leggere ed
eseguire comandi da qualsiasi altro file di inizializzazione, l'opzione
--rcfile non ha alcun effetto. Una shell non interattiva invocata col
nome sh non tenta di leggere nessun altro file di inizializzazione.
Quando invocata come sh, bash lavora in modalità
posix dopo che i file di inizializzazione sono stati letti.
Quando bash è avviata in modalità
posix come con l'opzione --posix della riga di comando, essa
segue lo standard POSIX per i file di inizializzazione. In questa
modalità la shell interattiva espande la variabile ENV
e i comandi sono letti ed eseguiti dal file il cui nome è il
valore espanso. Nessun altro file di inizializzazione viene letto.
Bash cerca di determinare quando la si sta eseguendo col
suo standard input connesso a una connessione di rete, come quando è
eseguita dal demone di shell remota, solitamente rshd, o dal demone
di shell sicura sshd. Se bash stabilisce che è eseguita
in questo modo, legge ed esegue comandi da ~/.bashrc e
~/.bashrc, se questi file esistono e sono leggibili. Non fa questo se
è invocata come sh. L'opzione --norc può essere
usata per inibire questo comportamento, e l'opzione --rcfile
può essere usata per forzare la lettura di un altro file, ma
né rshd nè sshd solitamente invocano la shell
con queste opzioni o non permette che siano specificate.
Se la shell è avviata con l'id effettivo dell'utente
(gruppo) non uguale all'id reale dell'utente (gruppo), e non viene fornita
l'opzione -p, nessun file di inizializzazione viene letto, le
funzioni di shell non vengono ereditate dall'ambiente, le variabili
SHELLOPTS, BASHOPTS,
CDPATH e GLOBIGNORE, se esistono
nell'ambiente, vengono ignorate, e l'id effettivo dell'utente è
impostato all'id reale dell'utente. Se l'opzione -p è fornita
all'invocazione, il comportamento all'avvio è il medesimo, ma l'id
effettivo dell'utente non viene reimpostato.
Le seguenti definizioni sono usate nel resto di questo
documento.
- blank
- Uno spazio o carattere di tabulazione (tab).
- parola
- Una sequenza di caratteri considerata come una singola unità dalla
shell. Nota anche come token.
- nome
- Una parola che consiste solo di caratteri alfanumerici e trattini
di sottolineatura, e comincia con un carattere alfabetico o un trattino di
sottolineatura. Definita anche un identificatore.
- metacarattere
- Un carattere che, quando non quotato, separa le parole. Uno dei seguenti:
| & ; ( ) < > space tab newline
- operatore di
controllo
- Un token che realizza una funzione di controllo. È uno dei
seguenti simboli:
|| & && ; ;; ;& ;;& ( ) | |&
<newline>
Le parole riservate sono parole che hanno un significato
speciale per la shell. Le seguenti parole sono riconosciute come riservate
quando non quotate e sono o la prima parola di un comando (si veda
GRAMMATICA DELLA SHELL più avanti) , la
terza parola di un comando case o select ( è valida
solo in), o la terza parola di un comando for (sono valide
solo in e do):
! case coproc do done elif else esac fi for function if in
select then until while { } time [[ ]]
Un comando semplice è una sequenza opzionale di
assegnamenti di variabile seguita da parole, separate da blank, e
ridirezioni, e terminata da un operatore di controllo. La prima
parola specifica il comando che deve essere eseguito, ed è passata
come argomento zero. Le rimanenti parole sono passate come argomenti al
comando invocato.
Il valore di ritorno di un comando semplice è il suo
stato di uscita, o 128+n se il comando è fatto terminare da un
segnale n.
Una pipeline è una sequenza di uno o più
comandi separati da uno degli operatori di controllo | o
|&. Il formato per una pipeline è:
[time [-p]] [ ! ] comando [
[|⎪|&] comando2 ... ]
Lo standard output di comando è connesso attraverso
una pipe allo standard input di comando2. Questa connessione è
effettuata prima di qualsiasi ridirezione specificata dal comando (si veda
RIDIREZIONE più avanti). Se viene usato
|&, lo standard error di comando, in aggiunta al suo
standard output, è connesso allo standard input di comando2
tramite la pipe; è una notazione breve per 2>&1 |.
Questa ridirezione implicita dello standard error allo standard output
è effettuata dopo qualsiasi ridirezione specificata dal comando.
Lo stato di ritorno di una pipeline è lo stato d'uscita
dell'ultimo comando, a meno che l'opzione pipefail non sia abilitata.
Se pipefail è abilitata, lo stato di ritorno della pipeline
è il valore dell'ultimo comando (il più a destra) che esce con
uno stato diverso da zero o zero se tutti i comandi escono con successo. Se
la parola riservata ! precede una pipeline, lo stato d'uscita di
quella pipeline è la negazione logica dello stato d'uscita come sopra
descritto. La shell aspetta che tutti i comandi nella pipeline terminino
prima di ritornare un valore.
Se la parola riservata time precede una pipeline, quando la
pipeline termina vengono notificati i tempi impiegati dall'utente e dal
sistema per la sua esecuzione. L'opzione -p cambia il formato di
output con quello specificato da POSIX. Quando la shell è in
modalità posix, non riconosce time come una parola
riservata se il token successivo inizia con un `-'. La variabile
TIMEFORMAT può essere impostata a una stringa
di formato che specifica come le informazioni sui tempi dovranno
essere mostrate; si veda la descrizione di TIMEFORMAT sotto
Variabili di shell più avanti.
Quando la shell è in modalità posix,
time può essere seguito da un newline. In questo caso la shell
visualizza il tempo totale dell'utente e del sistema utilizzato dalla shell
e dai suoi figli. Si può usare la variabile TIMEFORMAT
per specificare il formato dell'informazione sul tempo.
Ogni comando in una pipeline è eseguito come un processo
separato (cioè in una subshell). Si veda AMBIENTE DI
ESECUZIONE DEI COMANDI per la descrizione di un ambiente di
subshell. Se è abilitata l'opzione lastpipe usando il comando
incorporato shopt (si veda più avanti la descrizione di
shopt), l'ultimo elemento di una pipeline può essere eseguito
dal processo di shell.
Una lista è una sequenza di una o più
pipeline separate da uno degli operatori ;, &,
&&, o ||, e facoltativamente fatta terminare da uno
fra ;, &, o <newline>.
Di questi operatori di lista, && e || hanno
uguale precedenza, seguiti da ; e &, che hanno uguale
precedenza.
Per delimitare dei comandi può essere usata in una
lista una sequenza di uno o più newline al posto di un punto e
virgola.
Se un comando è terminato dall'operatore di controllo
&, la shell esegue il comando in background in una
subshell. La shell non aspetta che il comando finisca, e lo stato di ritorno
è 0. Questi sono detti comandi asincroni. I comandi separati
da un ; sono eseguiti sequenzialmente; la shell aspetta che ogni
comando, in sequenza, termini. Lo stato di ritorno è lo stato
d'uscita dell'ultimo comando eseguito.
Le liste AND e OR sono sequenze di una o più pipeline
separate, rispettivamente, dagli operatori di controllo && e
||. Le liste AND e OR vengono eseguite con associatività a
sinistra. Una lista AND ha la forma
comando2 è eseguito se, e solo se, comando1
restituisce uno stato d'uscita di zero (successo).
Una lista OR ha la forma
comando2 è eseguito se e solo se comando1
ritorna uno stato d'uscita diverso da zero. Lo stato di ritorno di liste AND
e OR è lo stato d'uscita dell'ultimo comando eseguito nella
lista.
Un comando composto è uno dei seguenti. Nella
maggior parte dei casi una lista in una descrizione di comando
può essere separata dal resto del comando da uno o più
newline, e può essere seguita da un newline al posto di un punto e
virgola.
- (lista)
- lista è eseguita in un ambiente di subshell (si veda
AMBIENTE DI ESECUZIONE DEI COMANDI più
avanti). Assegnamenti di variabile e comandi incorporati che influenzano
l'ambiente della shell non hanno effetto dopo che il comando è
completato. Lo stato di ritorno è lo stato d'uscita di
lista.
- { lista; }
- lista è semplicemente eseguita nell'ambiente di shell
corrente. lista deve essere fatta terminare con un newline o un
punto e virgola. Questo è conosciuto come group command. Lo
stato di ritorno è lo stato d'uscita di lista. Da notare che
diversamente dai metacaratteri ( e ), { e }
sono parole riservate e devono essere usati quando una parola
riservata è ammissibile. Poiché esse non causano una
divisione delle parole, devono essere separate da lista con uno
spazio o un altro metacarattere di shell.
- ((espressione))
- L'espressione è valutata in accordo con le regole descritte
più avanti sotto VALUTAZIONE ARITMETICA. Se il valore
dell'espressione è diverso da zero, lo stato di ritorno
è 0; altrimenti lo stato di ritorno è 1. Questo è
esattamente equivalente a let
"espressione".
- [[ espressione ]]
- Ritorna uno stato di 0 o 1 a seconda della valutazione della espressione
condizionale espressione. Le espressioni sono composte dalle
primitive descritte più avanti sotto ESPRESSIONI
CONDIZIONALI. La suddivisione in parole e l'espansione del
nome di percorso non sono effettuate sulle parole fra la [[ e
]]; espansione della tilde, espansione di parametro e di variabile,
espansione aritmetica, sostituzione di comando, sostituzione di processo,
e rimozione degli apici vengono eseguite. Gli operatori condizionali come
-f devono essere senza apici per essere riconosciuti come
primitive.
Quando vengono usati con [[, gli operatori <
e > vengono ordinati lessicograficamente usando la
localizzazione corrente.
Si veda la descrizione del comando incorporato test
(sezione COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti) per la gestione
di parametri (cioè parametri mancanti).
Quando vengono usati gli operatori == e !=, la
stringa alla destra dell'operatore è considerato un modello ed
è confrontata in accordo con le regole descritte più avanti
sotto Modelli di ricerca, come se fosse abilitata l'opzione di shell
extglob. L'operatore = è eqiovalente a ==. Se
l'opzione di shell nocasematch è abilitata, il confronto
è effettuato senza distinzione fra maiuscole e minuscole nei
caratteri alfabetici. Il valore di ritorno è 0 se la stringa
corrisponde (==) o non corrisponde (!=) al modello, e 1 negli
altri casi. Ogni parte del modello può essere quotato per forzarlo a
essere individuato come una stringa.
Un ulteriore operatore binario, =~, è disponibile
con la stessa precedenza di == e !=. Quando viene usato, la
stringa alla destra dell'operatore è considerata un'espressione
regolare estesa POSIX e confrontata come tale (usando le interfacce POSIX
regcomp e regexec usualmente descritte in regex(3)). Il
valore di ritorno è 0 se la stringa corrisponde al modello, e 1 negli
altri casi. Se l'espressione regolare è sintatticamente scorretta, il
valore di ritorno dell'espressione condizionale è 2. Se l'opzione di
shell nocasematch è abilitata, il confronto è
effettuato senza distinguere le maiuscole dalle minuscole nei caratteri
alfabetici. Qualsiasi parte del modello può essere quotato per
forzare la porzione quotata a essere individuata come una stringa. Le
espressioni fra parentesi nelle espressioni regolari devono essere trattate
con attenzione, poiché i normali caratteri di quotatura perdono il
loro significato uqando sono fra parentesi graffe. Se il modello è
memorizzato in una variabile di shell, quotare l'espansione della variabile
forza l'intero modello a essere individuato come stringa.
The pattern will match if it matches any part of the string.
Anchor the pattern using the ^ and $ regular expression
operators to force it to match the entire string. The array variable
BASH_REMATCH records which parts of the string matched
the pattern. The element of BASH_REMATCH with index 0 contains
the portion of the string matching the entire regular expression.
Substrings matched by parenthesized subexpressions within the regular
expression are saved in the remaining BASH_REMATCH indices.
The element of BASH_REMATCH with index
n is the portion of the string matching the nth parenthesized
subexpression.
Le espressioni possono essere combinate usando i seguenti
operatori, elencati in ordine inverso di precedenza:
- ( espressione )
- Ritorna il valore di espressione. Questo può essere usato
per modificare la normale precedenza degli operatori.
- ! espressione
- Vero se espressione è falsa.
- espressione1
&& espressione2
- Vero se entrambe espressione1 e espressione2 sono vere.
- espressione1
|| espressione2
- Vero se almeno una fra espressione1 o espressione2 è
vera.
Gli operatori && e || non valutano
espressione2 se il valore di espressione1 è sufficiente
per determinare il valore di ritorno dell'intera espressione
condizionale.
- for nome [ [
in [ parola ... ] ] ; ] do lista ;
done
- La lista di parole che seguono in è espansa, generando una
lista di elementi. La variabile nome è impostata, di volta
in volta, a ciascun elemento di questa lista e lista è
eseguita ogni volta. Se la in parola è omessa, il
comando for esegue lista una volta per ogni parametro
posizionale esistente (si veda PARAMETRI più avanti).
Lo stato di ritorno è lo stato d'uscita dell'ultimo comando
eseguito. Se l'espansione degli elementi che seguono in risultano
in una lista vuota, non è eseguito alcun comando, e lo stato di
ritorno è 0.
- for (( espr1 ;
espr2 ; espr3 )) ; do lista ;
done
- Prima viene valutata l'espressione aritmetica espr1 in accordo con
le regole descritte più avanti sotto VALUTAZIONE
ARITMETICA. Viene quindi valutata ripetutamente l'espressione
aritmetica espr2 finché non assume il valore zero. Ogni
volta che espr2 è diverso da zero, lista viene
eseguita e l'espressione aritmetica espr3 viene valutata. Se
qualche espressione è omessa, si suppone che abbia il valore 1. Il
valore di ritorno è lo stato d'uscita dell'ultimo comando in
lista che è eseguito, o falso se una qualsiasi delle
espressioni non è valida.
- select nome
[ in parola ] ; do lista ; done
- La lista di parole che segue in è espansa, generando una
lista di elementi. L'insieme delle parole espanse è stampato sullo
standard error, ognuna preceduta da un numero. Se la in
parola è omessa, sono stampati i parametri posizionali (si
veda PARAMETRI più avanti). È poi
mostrato il prompt PS3 ed è letta una riga dallo
standard input. Se la riga è contrassegnata da un numero
corrispondente a una delle parole mostrate, allora il valore di
nome è impostato a quella parola. Se la riga è vuota,
le parole e il prompt sono mostrati di nuovo. Se viene immesso EOF
[CTRL-D], il comando termina. Qualsiasi altro valore letto fa sì
che nome sia impostato al valore nullo. La riga letta è
salvata nella variabile REPLY. La lista è
eseguita dopo ciascuna selezione fino a che non sia eseguito un
comando break. Lo stato d'uscita di select è lo stato
d'uscita dell'ultimo comando eseguito in lista, o zero se nessun
comando è stato eseguito.
- case parola
in [ [(] modello [ | modello ] ... )
lista ;; ] ... esac
- Un comando case prima espande parola, e prova a
confrontarla, di volta in volta, con ognuno dei modelli, usando le
regole di confronto descritte più avanti in Espansione di
percorso. La parola è espansa usando espansione della
tilde, espansione di parametro e di variabile, espansione aritmetica,
sostituzione di comando, sostituzione di processo e rimozione dei simboli
di quotatura. Ogni modello esaminato è espanso usando
espansione della tilde, espansione di parametro e di variabile, espansione
aritmetica, sostituzione di comando e sostituzione di processo. Se
l'opzione di shell nocasematch è abilitata, il confronto
è effettuato senza distinzione fra maiuscole e minuscole nei
caratteri alfabetici. Quando viene trovata una corrispondenza, viene
eseguita la lista a essa abbinata. Se viene usato l'operatore
;;, dopo il primo confronto riuscito non ne viene tentato nessun
altro. Usando ;& al posto di ;; l'esecuzione continua
con la lista associata alla successiva serie di modelli. Se si usa
;;& al posto di ;; la shell analizza il successivo
modello di lista nell'istruzione, se ce n'è qualcuno, ed esegue
qualsiasi lista associata su una corrispondenza andata a buon fine,
continuando l'esecuzione dell'istruzione case come se il modello di lista
non abbia trovato corrispondenze . Lo stato d'uscita è zero se
nessun modello corrisponde. Altrimenti, è lo stato d'uscita
dell'ultimo comando eseguito in lista.
- if lista;
then lista; [ elif lista; then
lista; ] ... [ else lista; ] fi
- La lista if è eseguita. Se il suo stato d'uscita
è 0, è eseguita la lista dopo then.
Altrimenti, è eseguita a turno ciascuna lista dopo
elif, e se il suo stato d'uscita è 0, è eseguita la
corrispondente lista dopo then e il comando termina.
Altrimenti, se presente, è eseguita, la lista dopo
else. Lo stato d'uscita è lo stato d'uscita dell'ultimo
comando eseguito, o zero se nessuna delle condizioni considerate è
risultata essere vera.
- while lista-1;
do lista-2; done
- until lista-1;
do lista-2; done
- Il comando while esegue ripetutamente la lista lista-2
finché l'ultimo comando nella lista lista-1 ritorna uno
stato di uscita di zero. Il comando until è identico al
comando while, con la sola differenza che il risultato del test
è negato: lista-2 è eseguita finché l'ultimo
comando in lista-1 ritorna uno stato d'uscita diverso da zero. Lo
stato d'uscita dei comandi while e until è lo stato
d'uscita dell'ultimo comando eseguito in lista-2, o zero se non ne
è stato eseguito alcuno.
Un coprocesso è un comando di shell preceduto dalla
parola riservata coproc. Un coprocesso viene eseguito in modo
asincrono in una subshell, come se il comando fosse stato terminato con
l'operatore di controllo &, con una pipe a due vie stabilita fra
la shell in esecuzione e il coprocesso.
Il formato per un coprocesso è:
coproc [NOME] comando
[ridirezioni]
Questo crea un coprocesso chiamato NOME. Se NOME non
viene fornito, quello predefinito è COPROC. NOME non
dev'essere fornito se comando è un comando semplice (si
veda sopra); altrimenti viene interpretato come la prima parola di un
comando semplice. Quando il coprocesso viene eseguito, la shell crea una
variabile array (si veda Array più avanti) chiamata
NOME nel contesto della shell in esecuzione. Lo standard output di
comando è connesso tramite una pipe a un descrittore di file
nella shell in esecuzione, e il descrittore di file è assegnato a
NOME[0]. Lo standard input of comando è connesso
tramite una pipe a un descrittore di file nella shell in esecuzione, e tale
descrittore è assegnato a NOME[1]. Questa pipe è
costituita prima che qualsiasi ridirezione venga specificata dal comando (si
veda RIDIREZIONE più avanti). I descrittori di
file possono essere utilizzati come argomenti per i comandi di shell e
ridirezioni usando comuni espansioni di parola. Oltre a quelli creati per
eseguire comandi e sostituzioni di processo, i descrittori di file non sono
disponibili nelle subshell. L'ID del processo della shell figlia creata per
eseguire il coprocesso è disponibile come valore della variabile
NOME_PID. Il comando incorporato wait può essere usato
per attendere che il coprocesso sia terminato.
Poiché il coprocesso è creato come comando
asincrono, il comando coproc restituisce sempre successo. Lo stato di
ritorno di un coprocesso è lo stato di ritorno di comando.
Una funzione di shell è un oggetto che viene chiamato come
un comando semplice ed esegue un comando composto con una nuova serie di
parametri posizionali. Le funzioni di shell sono dichiarate in questo
modo:
- fname ()
comando-composto [ridirezione]
- function
fname [()] comando-composto [ridirezione]
- Qui sopra si definisce una funzione chiamata nome. La parola
riservata function è opzionale. Se la parola riservata
function è fornita, le parentesi sono opzionali. Il
corpo della funzione è il comando composto
comando-composto (si veda Comandi composti sopra). Questo
comando è usualmente una lista di comandi fra { e }, ma
potrebbe essere qualsiasi comando elencato in precedenza, sotto Comandi
composti, con una eccezione: se viene usata la parola risevata
function ma non vengono fornite le parentesi, sono richieste le
parentesi graffe. comando-composto è eseguito ogni volta che
nome è specificato come nome di un comando semplice. Quando
si è in modalità posix, fname dev'essere un
nome di shell valido e non può essere il nome di uno dei
comandi interni speciali POSIX. Nella modalità predefinita,
un nome di funzione può essere qualsiasi parola di shell non
quotata che non contiene $.Ogni ridirezione (si veda
RIDIREZIONE più avanti) specificata quando
una funzione è definita viene effettuata quando quella funzione
viene eseguita. Lo stato d'uscita di una definizione di funzione è
0 tranne quando si verifica un errore di sintassi o una funzione in sola
lettura con lo stesso nome è già esistente. Quando eseguita,
lo stato d'uscita di una funzione è lo stato d'uscita dell'ultimo
comando eseguito nel corpo. (Si veda FUNZIONI più
avanti).
In una shell non interattiva, o in una shell interattiva in cui
l'opzione interactive_comments del comando incorporato shopt
è abilitata (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL
più avanti), una parola che inizia con # fa sì
che la parola e tutti i rimanenti caratteri di quella riga siano ignorati.
Una shell interattiva senza l'opzione interactive_comments abilitata
non permette i commenti. L'opzione interactive_comments è
attiva in modo predefinito nelle shell interattive.
La Quotatura è usata per togliere il significato
speciale, per la shell, di certi caratteri o parole. La quotatura può
essere usata per disabilitare il trattamento speciale per i caratteri
speciali, per impedire che le parole riservate siano riconosciute come tali,
e per prevenire l'espansione di parametro.
Ciascuno dei metacaratteri elencati prima sotto
DEFINIZIONI ha un significato speciale per la shell e
deve essere quotato se esso deve rappresentare se stesso.
Quando vengono usati i servizi per l'espansione della cronologia
dei comandi (si veda ESPANSIONE DELLA CRONOLOGIA più
avanti), il carattere di espansione della cronologia, in
genere !, dev'essere quotato per prevenire l'espansione della
cronologia.
Vi sono tre meccanismi di quotatura: caratteri di
protezione (escape), apostrofi e virgolette.
Una barra inversa (\) non quotata è il carattere
di protezione. Esso attribuisce il valore letterale al successivo
carattere, con l'eccezione di <newline>. Se vi è una coppia
\<newline>, e la barra inversa non è quotata, il
\<newline> è trattato come una continuazione di riga
(cioè, è rimosso dal flusso di input e viene realmente
ignorato).
Racchiudendo dei caratteri in apostrofi si conserva il valore
letterale di ogni carattere all'interno degli apostrofi. Un apostrofo non
può essere inserito tra apostrofi, nemmeno preceduto da una barra
inversa.
Racchiudere caratteri tra virgolette conserva il valore letterale
di tutti i caratteri all'interno, con le eccezioni di $, `,
\ e, quando l'espansione della cronologia è abilitata,
!. Quando la shell è in modaltà posix, !
non ha un significato speciale quando è tra virgolette, anche quando
l'espansione della cronologia è abilitata. I caratteri $ e
` conservano il loro significato speciale anche tra virgolette. La
barra inversa mantiene il suo significato speciale solo quando seguito da
uno dei seguenti caratteri: $, `, ", \, o
<newline>. Le virgolette possono essere contenute in una
stringa fra virgolette facendole precedere da una barra inversa. Se
abilitata, l'espansione della cronologia viene effettuata a meno che un
! tra virgolette non venga protetto da una barra inversa. La barra
inversa che precede il ! non viene rimossa.
I parametri speciali * e @ hanno un significato
speciale quando sono tra virgolette (si veda PARAMETRI
più avanti).
Parole della forma $'stringaP' sono trattate in modo
speciale. La parola espande in stringa, coi caratteri protetti da una
barra inversa sostituiti come specificato dallo standard ANSI C. Le sequenze
di protezione tramite la barra inversa, se presenti, sono decodificate come
segue:
- \a
- avviso (segnale acustico)
- \b
- backspace
- \e
- \E
- un carattere di escape
- \f
- salto pagina
- \n
- codice di fine riga (newline)
- \r
- ritorno carrello
- \t
- tabulazione orizzontale
- \v
- tabulazione verticale
- \\
- barra inversa
- \'
- apostrofo
- \"
- virgolette
- \?
- punto interrogativo
- \nnn
- il carattere a otto bit il cui valore è il valore ottale nnn
(da una a tre cifre ottali)
- \xHH
- il carattere a otto bit il cui valore è il valore esadecimale
HH (una o due cifre esadecimali)
- \uHHHH
- il carattere Unicode (ISO/IEC 10646) il cui valore è il valore
esadecimale HHHH (da una a quattro cifre esadecimali)
- \UHHHHHHHH
- il carattere Unicode (ISO/IEC 10646) il cui valore è il valore
esadecimale HHHHHHHH (da una a otto cifre esadecimali)
- \cx
- un carattere control-x
Il risultato espanso è racchiuso fra apostrofi come se il
segno del dollaro non fosse presente.
Una stringa fra virgolette preceduta dal segno del dollaro
($"string") causa la traduzione della stringa
conformemente alla localizzazione corrente. L'infrastruttura gettext
effettua la ricerca e la traduzione del catalogo di messaggi, usando le
variabili di shell LC_MESSAGES e TEXTDOMAIN. Se la
localizzazione corrente è C o POSIX, o se non ci sono
traduzioni disponibili, il segno del dollaro viene ignorato. Se la stringa
è tradotta e sostituita, la sostituzione è fra virgolette.
Un parametro è una entità che contiene
valori. Può essere un nome, un numero o uno dei caratteri
speciali elencati più avanti sotto Parametri speciali.
Una variabile è un parametro indicato da un nome. Una
variabile ha un valore e zero o più attributi. Gli
attributi sono assegnati utilizzando il comando incorporato declare
(si veda declare più avanti in COMANDI INCORPORATI
DELLA SHELL).
Un parametro è impostato se a esso è stato assegnato
un valore. La stringa nulla è un valore valido. Una volta che una
variabile è impostata, essa può essere rimossa solo usando il
comando incorporato unset (si veda COMANDI INCORPORATI
DELLA SHELL più avanti).
Una variabile può essere assegnata da una istruzione
della forma
Se valore è omesso, alla variabile è
assegnata la stringa nulla. Tutti i valorisono sottoposti a
espansione della tilde, espansione di parametro e variabile, sostituzione di
comando, espansione aritmetica e rimozione dei caratteri di quotatura (si
veda ESPANSIONE più avanti). Se la variabile ha
il suo attributo integer impostato, allora valore è
valutato come un'espressione aritmetica anche se l'espansione del $((...))
non è utilizzata (si veda Espansione aritmetica più
avanti). La suddivisione in parole non è effettuata, con l'eccezione
di $@ come spiegato più avanti sotto Parametri
speciali. L'espansione di percorso non è effettuata. Le
istruzioni di assegnamento possono anche apparire come argomenti per i
comandi incorporati alias, declare, typeset,
export, readonly e local (comandi di
dichiarazione). Quando è in modalità posix, questi
comandi incorporati possono apparire in un comando dopo una o più
istanze del comando incorporato comando e mantengono queste
proprietà dell'istruzione di assegnamento.
Nel contesto in cui un'istruzione di assegnamento sta assegnando
un valore a una variabile di shell o a un indice di array, l'operatore +=
può essere usato per accodare o aggiungere al precedente valore della
variabile. Questo comprende argomenti a comandi incorportati come
declare che accettano istruzioni di assegnamento (comandi di
dichiarazione). Quando += è applicato a una variabile per la
quale l'attributo integer è stato impostato, valore
è valutato come un'espressione aritmetica e aggiunto al valore
corrente della variabile, che è a sua volta valutata. Quando +=
è applicato a una variabile array usando assegnamenti composti (si
veda Array più avanti), il valore della variabile non è
rimosso (com'è quando si usa =), e nuovi valori sono aggiunti alla
fine dell'array iniziando dal massimo indice di array aumentato di uno (per
array indicizzati) o aggiunti come coppie supplementari di valore-chiave in
un array associativo. Quando applicata a una variabile valutata come
stringa, valore è espanso e accodato al valore della
variabile.
A una variabile può essere assegnato l'attributo
nameref con l'opzione -n dei comandi incorporati
declare o local (si veda più avanti la descrizione di
declare e local) per creare un nameref, o un
riferimento a un'altra variabile. Questo permette di manipolare le variabili
indirettamente. Ogni volta che la variabile nameref è referenziata o
ha avuto un assegnamento, l'operazione è eseguita effettivamente
sulla variabile specificata dal valore della variabile nameref. Un nameref
è usato comunemente all'interno di funzioni di shell per far
riferimento a una variabile il cui nome è passato come argomento alla
funzione. Per esempio, se un nome di variabile è passato alla
funzione di shell come il suo primo argomento, eseguendo
declare -n ref=$1
all'interno della funzione crea una variabile nameref ref
il cui valore è il nome della variabile passato al primo argomento.
Riferimenti e assegnamenti a ref sono trattati come riferimenti e
assegnamenti alla variabile il cui nome è stato passato come
$1. Se la variabile di controllo in un ciclo for ha
l'attributo nameref, la lista di parole può essere una lista di
variabili di shell, e verrà costituito un riferimento nome per ogni
parola della lista, a turno, quando viene eseguito il ciclo. Alle variabili
array non è possibile dare l'attributo -n. Comunque, le
variabili nameref possono far riferimento a variabili array e a variabili
array indicizzate. I nameref possono essere annullati usando l'opzione
-n del comando incorporato unset. Altrimenti, se unset
viene eseguito col nome di una variabile nameref come argomento, la
variabile a cui fa riferimento la variabile nameref verrà
annullata.
Un parametro posizionale è un parametro il cui nome
è indicato da una o più cifre, diverse dalla singola cifra 0.
I parametri posizionali sono assegnati dagli argomenti della shell quando
questa è invocata, e possono essere riassegnati usando il comando
incorporato set. I parametri posizionali non possono essere assegnati
con istruzioni di assegnamento. I parametri posizionali sono temporaneamente
sostituiti quando è eseguita una funzione di shell (si veda
FUNZIONI più avanti).
Quando si espande un parametro posizionale composto da più
di una sola cifra, esso deve essere racchiuso tra parentesi graffe (si veda
ESPANSIONE più avanti).
La shell tratta molti parametri in modo speciale. Questi parametri
possono solo essere referenziati; la loro modifica non è
permessa.
- *
- Si espande nei parametri posizionali, a partire dal primo. Quando
l'espansione non è tra virgolette, ogni parametro posizionale si
espande in una parola separata. In contesti in cui è effettuata,
queste parole sono soggette a successiva suddivisione in parole ed
espansione di percorso. Quando l'espansione avviene tra virgolette, si
espande in una singola parola contenente il valore di ciascun parametro
separato dagli altri dal primo carattere della variabile speciale
IFS. Cioè, "$*" è
equivalente a "$1c$2c...",
dove c è il primo carattere del valore della variabile
IFS. Se IFS viene annullata, i
parametri sono separati da spazi. Se IFS è nulla, i
parametri sono uniti senza alcun separatore.
- @
- Si espande nei parametri posizionali, a partire dal primo. In contesti in
cui è effettuata la suddiviisone in parole, questo espande ogni
parametro posizionale in una parola separata; se non è no è
tra virgolette, queste parole sono soggette a suddivisione in parole In
contesti in cui non è effettuata la suddivisione in parole. questo
si espande una parola singola con ogni parametro posizionale separato da
spazio. Quando l'espansione avviene tra virgolette, ogni parametro si
espande in una parola separata. Cioè, "$@"
è equivalente a "$1" "$2" ... Se
l'espansione fra virgolette avviene all'interno di una parola,
l'espansione del primo parametro è unita con la parte iniziale
della parola originale, e l'espansione dell'ultimo parametro è
unita con la parte finale della parola originale. Quando non vi è
alcun parametro posizionale, "$@" e $@ si
espandono come stringa nulla (cioè, sono rimossi).
- #
- Si espande nel numero di parametri posizionali espresso come numero
decimale.
- ?
- Si espande nello stato di uscita della pipeline eseguita più
recentemente senza rilasciare il controllo del terminale.
- -
- Si espande nei flag di opzione correnti come specificato in base alla
chiamata, dal comando incorporato set, o in quelli impostati dalla
shell stessa (come l'opzione -i).
- $
- Si espande nell'ID di processo della shell. In una subshell (), si espande
nell'ID di processo della shell corrente, non in quello della
subshell.
- !
- Si espande nell'ID di processo del job più recentemente messo in
background, se eseguito come comando asincrono o usando il comando
incorporato bg (si veda JOB CONTROL più
avanti).
- 0
- Si espande nel nome della shell o script di shell. Questo è
impostato alla inizializzazione della shell. Se bash è
chiamata con un file di comandi, $0 è impostato al nome di
quel file. Se bash è avviata con l'opzione -c, allora
$0 è impostato al primo argomento dopo la stringa che deve
essere eseguita, se presente. Altrimenti, è impostato al nome-file
usato per chiamare bash, come dato dall'argomento zero.
Le seguenti variabili sono impostate dalla shell:
- _
- All'avvio della shell, impostato al nome di percorso usato per invocare la
shell o lo script di shell che è eseguito come passato
nell'ambiente o nella lista di argomenti. Successivamente, si espande
nell'ultimo argomento del precedente comando semplice eseguito inprimo
piano, dopo l'espansione. È anche impostato al nome completo usato
per invocare ogni comando eseguito e messo nell'ambiente esportato verso
quel comando. Mentre si controlla la posta, questo parametro contiene il
nome del file del messaggio attualmente in esame.
- BASH
- Si espande al nome-file completo usato per chiamare questa istanza di
bash.
- BASHOPTS
- Una lista di opzioni di shell abilitate separate da un due punti. Ogni
parola della lista è un argomento valido per l'opzione -s
del comando incorporato shopt (si veda COMANDI
INCORPORATI DELLA SHELL più avanti). Le opzioni che
appaiono in BASHOPTS sono quelle contrassegnate come
on da shopt. Se questa variabile è nell'ambiente
quando bash viene avviato, ogni opzione di shell nella lista
sarà abilitata prima della lettura di qualsiasi file di avvio.
Questa variabile è di sola lettura.
- BASHPID
- Espande all'ID del processo dell'attuale bash. In determinate
circostanze, ciò differisce da $$, come nel caso di subshell
che non richiedono che bash sia reinizializzato. Assegnamenti a
BASHPID non hanno alcun effetto. Se BASHPID viene
annullata, perde le sue proprietà speciali, anche se
è poi reimpostata.
- BASH_ALIASES
- Una variabile array associativa i cui elementi corrispondono alla lista
interna di alias come conservati dal comando incorporato alias. Gli
elementi aggiunti a questo array appaiono nella lista degli alias;
comunque, togliendo elementi all'array attualmente gli alias non vengono
rimossi dalla lista. Se BASH_ALIASES viene annullata, perde le sue
proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
- BASH_ARGC
- Una variabile array i cui valori sono il numero di parametri in ogni frame
del corrente stack delle chiamate di esecuzione di bash. Il numero
di parametri della subroutine corrente (funzione di shell o script
eseguito con . o source) è in cima allo stack. Quando
viene eseguita una subroutine, il numero di parametri passati è
messo in cima a BASH_ARGC. La shell imposta
BASH_ARGC solo quando è in modalità
estesa di debugging (si veda la descrizione dell'opzione extdebug
per il comando incorporato shopt più avanti). Impostare
extdebug dopo che la shell ha iniziato a eseguire uno script, o
referenziare questa variabile quando extdebug non è
impostato, può dar luogo a valori incongruenti.
- BASH_ARGV
- Una variabile array contenente tutti i parametri nel corrente stack delle
chiamate di esecuzione di bash. Il parametro finale dell'ultima
chiamata di subroutine è in cima allo stack; il primo parametro
della chiamata iniziale è in fondo. Quando una subroutine viene
eseguita, i parametri forniti sono messi in cima a
BASH_ARGV. La shell imposta BASH_ARGV
solo quando è in modalità estesa di debugging (si veda
la descrizione dell'opzione extdebug al comando incorporato
shopt più avanti). Impostare extdebug dopo che la
shell ha iniziato a eseguire uno script, o referenziare questa variabile
quando extdebug non è impostato, può dar luogo a
valori incongruenti.
- BASH_ARGV0
- When referenced, this variable expands to the name of the shell or shell
script (identical to $0; see the description of special parameter 0
above). Assignment to BASH_ARGV0 causes the value assigned to also
be assigned to $0. If BASH_ARGV0 is unset, it loses its
special properties, even if it is subsequently reset.
- BASH_CMDS
- Un variabile array associativa i cui elementi corrispondono alla tabella
hash interna di comandi come memorizzati dal comando incorporato
hash. Gli elementi aggiunti a questo array appaiono nella tabella
hash; comunque, togliendo elementi all'array attualmente i nomi dei
comandi non saranno rimossi dalla tabella hash. Se BASH_CMDS non
è impostata, perde le sue proprietà speciali, anche se
è successivamente annullata.
- BASH_COMMAND
- Il comando attualmente in esecuzione o in procinto di essere eseguito, a
meno che la shell non stia eseguendo un comando come risultato di
un'intercettazione di segnale (trap), nel qual caso è il comando in
esecuzione al momento dell'intercettazione. Se BASH_COMMAND viene
annullata, perde le sue proprietà speciali, anche se è poi
reimpostata.
- BASH_EXECUTION_STRING
- L'argomento per il comando all'invocazione dell'opzione -c.
- BASH_LINENO
- Una variabile array i cui elementi sono i numeri di riga nei file di
origine dove ogni elemento corrispondente di FUNCNAME
è stato chiamato. ${BASH_LINENO[$i]}
è il numero di riga nel file di origine
(${BASH_SOURCE[$i+1]}) dove
${FUNCNAME[$i]} è stato chiamato (o
${BASH_LINENO[$i-1]} se referenziato all'interno di
un'altra funzione di shell). Usare LINENO per ottenere
il numero di riga corrente.
- BASH_LOADABLES_PATH
- Un elenco di directory, separate da due punti, nelle quali la shell cerca
i comandi incorporato caricabili dinamicamente specificati dal comando
enable.
- BASH_REMATCH
- Una variabile array i cui elementi sono assegnati dall'operatore binario
=~ al comando condizionale [[. L'elemento con indice 0
è la porzione della stringa che corrisponde all'intera espressione
regolare. L'elemento con indice n è la porzione della
stringa che corrisponde alla n-sima sott-espressione fra
parentesi.
- BASH_SOURCE
- Una variabile array i cui elementi sono i nomifile dove sono definiti i
nomi delle corrispondenti funzioni di shell nella variabile
FUNCNAME. La funzione di shell
${FUNCNAME[$i]} è definita nel file
${BASH_SOURCE[$i]} ed è chiamata da
${BASH_SOURCE[$i+1]}.
- BASH_SUBSHELL
- Incrementato di uno al'interno di ciascuna subshell o ambiente di subshell
quando la shell inizia a essere eseguita in quell'ambiente. Il valore
iniziale è 0. Se BASH_SUBSHELL viene annullata, perde le sue
proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
- BASH_VERSINFO
- Una variabile array in sola lettura i cui elementi danno informazioni
sulla versione di quest'istanza di bash. I valori assegnati ai
membri dell'array sono come segue:
- BASH_VERSION
- Si espande in una stringa che descrive la versione di questa istanza di
bash.
- COMP_CWORD
- Un indice in ${COMP_WORDS} della parola contenente la posizione
corrente del cursore. Questa variabile è disponibile solo nelle
funzioni di shell invocate dalle risorse di completamento programmabile
(si veda Completamento programmabile più avanti).
- COMP_KEY
- Il tasto (o il tasto finale di una sequenza) usato per invocare la
funzione di completamento corrente.
- COMP_LINE
- La riga di comando corrente. Questa variabile è disponibile solo
nelle funzioni di shell e nei comandi esterni invocati dai servizi di
completamento programmabile (si veda Completamento programmabile
più avanti).
- COMP_POINT
- L'indice della posizione corrente del cursore relativa all'inizio del
comando corrente. Se la posizione corrente del cursore è alla fine
del comando corrente, il valore di questa variabile è uguale a
${#COMP_LINE}. Questa variabile è disponibile solo nelle
funzioni di shell e comandi esterni invocati dai servizi di completamento
programmabile (si veda Completamento programmabile più
avanti).
- COMP_TYPE
- Impostata a un valore intero corrispondente al tipo di completamento
tentato che ha causato la chiamata di una funzione di completamento:
TAB, per il completamento normale, ?, per l'elenco dei
completamenti dopo tabulazioni successive, !, per l'elenco delle
alternative di completamento di una parte di parola, @, per
elencare i completamenti se la parola non ha subito modifiche, o %,
per il menù del completamento. Questa variabile è
disponibile solo nelle funzioni di shell e nei comandi esterni invocati
dai servizi di completamento programmabile (si veda Completamento
programmabile più avanti).
- COMP_WORDBREAKS
- L'insieme dei caratteri che la libreria readline tratta come
separatori di parola nell'effettuare il completamento di parola. Se
COMP_WORDBREAKS viene annullata, perde le sue
proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
- COMP_WORDS
- Una variabile array (si veda Array più avanti) che è
composta dalle singole parole nella riga di comando corrente. La riga
è divisa in parole come readline la dividerebbe usando
COMP_WORDBREAKS come descritto precedentemente.
Questa variabile è disponibile solo nelle funzioni di shell e
comandi esterni invocati dai servizi di completamento programmabile (si
veda Completamento programmabile più avanti).
- COPROC
- Una variabile array (si veda Array più avanti) creata per
contenere i descrittori di file di uscita e di entrata di un coprocesso
senza nome (si veda Coprocessi più avanti).
- DIRSTACK
- Una variabile array (si veda Array più avanti) che contiene
il contenuto corrente dello stack delle directory. Le directory appaiono
nello stack nell'ordine in cui sono mostrate dal comando incorporato
dirs. L'assegnamento agli elementi di questa variabile array
può essere usato per modificare le directory già nello
stack, ma i comandi incorporati pushd e popd devono essere
usati per aggiungere e rimuovere directory. L'assegnamento a questa
variabile non cambia la directory corrente. Se DIRSTACK
viene annullata, perde le sue proprietà speciali, anche se
è poi reimpostata.
- EPOCHREALTIME
- Ogni volta che questo parametro è referenziato, espande al numero
di secondi a partire dall'epoca Unix (si veda time(3)) come valore
in virgola mobile con grado di frazionamento di microsecondi. Gli
assegnamenti a EPOCHREALTIME vengono ignorati. Se
EPOCHREALTIME viene annullata, perde le sue
proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
- EPOCHSECONDS
- Ogni volta che questo parametro è referenziato, espande a un numero
di secondi trascorsi dall'epoca Unix (si veda time(3)).
Assegnamenti a EPOCHSECONDS vengono ignorati. Se
EPOCHSECONDS è annullata, perde le sue
proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
- EUID
- Espande all'ID-utente effettivo dell'utente corrente, inizializzata
all'avvio della shell. Questa variabile è in sola lettura.
- FUNCNAME
- Una variabile array contenente i nomi di tutte le funzioni di shell
attualmente nello stack delle chiamate di esecuzione. L'elemento con
indice 0 è il nome della funzione di shell attualmente in
esecuzione. L'elemento più in basso di tutti (quello con l'indice
più alto) è "main". Questa variabile esiste solo
quando è in esecuzione una funzione di shell. Assegnamenti a
FUNCNAME non hanno alcun effetto. Se
FUNCNAME viene annullata, perde le sue proprietà
speciali, anche se è poi reimpostata.
Questa variabile può essere usata con
BASH_LINENO e BASH_SOURCE. Ogni elemento di
FUNCNAME ha elementi corrispondenti in BASH_LINENO e
BASH_SOURCE per descrivere lo stack delle chiamate. Per esempio,
${FUNCNAME[$i]} è stato chiamato dal file
${BASH_SOURCE[$i+1]} al numero di riga
${BASH_LINENO[$i]}. Il comando incorporato
caller visualizza lo stack delle chiamate corrente usando questa
informazione.
- GROUPS
- Una variabile array contenente l'elenco dei gruppi dei quali è
membro l'utente corrente. Assegnamenti a GROUPS non hanno
alcun effetto. Se GROUPS viene annullata, perde le
sue proprietà speciali, anche se è poi
reimpostata.
- HISTCMD
- Il numero di cronologia, o indice nella lista della cronologia, del
comando corrente. Gi assegnamenti a HISTCMD vengono
ignorati. Se HISTCMD viene annullata, perde le sue
proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
- HOSTNAME
- Automaticamente impostata al nome dell'host corrente.
- HOSTTYPE
- Automaticamente impostata a una stringa che univocamente descrive il tipo
di macchina su cui bash è in esecuzione. Il valore
predefinito è dipendente dal sistema.
- LINENO
- Ogni volta che questo parametro è referenziato, la shell gli
assegna un numero decimale che rappresenta il numero di sequenza della
riga corrente (partendo da 1) all'interno di uno script o funzione. Quando
non in uno script o funzione, non è garantito che il valore
restituito sia significativo. Se LINENO viene annullata,
perde le sue proprietà speciali, anche se è poi
reimpostata.
- MACHTYPE
- Automaticamente impostata a una stringa che descrive completamente il tipo
di sistema sul quale bash è in esecuzione, nel formato
standard GNU cpu-company-system. Il valore predefinito è
dipendente dal sistema.
- MAPFILE
- Una variabile array (si veda Array più avanti) creata per
contenere il testo letto dal comando incorporato mapfile quando non
viene fornito un nome di variabile.
- OLDPWD
- La precedente directory di lavoro come impostata dal comando
cd.
- OPTARG
- Il valore dell'ultimo argomento opzione elaborato dal comando incorporato
getopts (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL
più avanti).
- OPTIND
- L'indice del prossimo argomento che dev'essere elaborato dal comando
incorporato getopts (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA
SHELL più avanti).
- OSTYPE
- Automaticamente impostata a una stringa che descrive il sistema operativo
su cui bash è in esecuzione. Il valore predefinito è
dipendente dal sistema.
- PIPESTATUS
- Una variabile array (si veda Array più avanti) contenente un
elenco di valori di stato d'uscita dai processi nelle pipeline eseguite
più recentemente in primo piano [cioè senza rilasciare il
controllo del terminale] (può contenere anche un solo
comando).
- PPID
- L'ID di processo del genitore della shell. Questa variabile è in
sola lettura.
- PWD
- La directory di lavoro corrente come impostata dal comando cd.
- RANDOM
- Ogni volta che questo parametro è referenziato, si espande a un
numero intero casuale fra 0 e 32767. Assegnando un valore a
RANDOM viene inizializzata (seed) la sequenza di
numeri casuali. Se RANDOM viene annullata, perde le
sue proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
- READLINE_LINE
- Il contenuto del buffer di riga readline per l'uso con "bind
-x" (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più
avanti).
- READLINE_MARK
- La posizione della marcatura (punto di inserzione) nel buffer di riga
readline per l'uso con "bind -x" (si veda
COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti). I
caratteri tra il punto d'inserzione e la marcatura vine chspesso
chiamata regione.
- READLINE_POINT
- La posizione del punto di inserzione nel buffer di riga readline
per l'uso con "bind -x" (si veda COMANDI INCORPORATI
DELLA SHELL più avanti).
- REPLY
- Impostata alla riga di input letta dal comando incorporato read
quando nessun argomento è specificato.
- SECONDS
- Ogni volta che questo parametro è referenziato, viene restituito il
numero di secondi trascorsi dalla chiamata della shell. Se un valore
è assegnato a SECONDS, il valore restituito in base
ai riferimenti successivi è il numero di secondi trascorsi
dall'assegnamento più il valore assegnato. Il numero di secondi
all'invocazione della shell e il tempo corrente è sempre
determinato da una richiesta all'orologio di sistema. Se
SECONDS viene annullata, perde le sue
proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
- SHELLOPTS
- Una lista, separata da due punti, di opzioni di shell abilitate. Ogni
parola nella lista è un argomento valido per l'opzione -o al
comando incorporato set (si veda COMANDI INCORPORATI
DELLA SHELL più avanti). Le opzioni che appaiono in
SHELLOPTS sono quelle indicate come on da
set -o. Se questa variabile è nell'ambiente quando
bash viene avviata, ogni opzione di shell nella lista viene
abilitata prima di leggere un qualsiasi file di avvio. Questa variabile
è in sola lettura.
- SHLVL
- È incrementato di uno ogni volta che una istanza di bash
viene avviata.
- SRANDOM
- This variable expands to a 32-bit pseudo-random number each time it is
referenced. The random number generator is not linear on systems that
support /dev/urandom or arc4random, so each
returned number has no relationship to the numbers preceding it. The
random number generator cannot be seeded, so assignments to this variable
have no effect. If SRANDOM is unset, it loses its special
properties, even if it is subsequently reset.
- UID
- Si espande all'ID-utente dell'utente corrente, inizializzato all'avvio
della shell. Questa variabile è in sola lettura.
Le seguenti variabili sono usate dalla shell. In alcuni casi,
bash assegna un valore predefinito a una variabile; questi casi sono
elencati più avanti.
- BASH_COMPAT
- Il valore è usato per impostare il livello di compatibilità
della shell. Si veda MODALITÀ COMPATIBILE DELLA SHELL
per una descrizione dei diversi livelli di compatibilità e
dei loro effetti. Il valore può essere un numero decimale (p.es.,
4.2) o intero (p.es., 42) corrispondente al livello di compatibiità
desiderato. Se BASH_COMPAT non è impostato o è
impostato alla stringa vuota, il livello di compatibilità è
impostato a quello predefinito per la versione corrente. Se
BASH_COMPAT è impostato a un valore che non è uno dei
livelli di compatibilità validi, la shell stampa un messaggio di
errore e imposta il livello di compatibilità a quello predefinito
per la versione corrente. I valori validi corrispondono ai livelli di
compatibilità descritti più avanti in
MODALITÀ COMPATIBILE DELLA SHELL. Per
esempio, 4.2 e 42 sono valori validi che corrispondono all'opzione
shopt compat42 e impostano il livello di
compatibilità a 42. La versione corrente è anch'esso un
valore valido.
- BASH_ENV
- Se questo parametro è impostato quando bash sta eseguendo
uno script di shell, il suo valore è interpretato come un nome-file
contenente comandi per inizializzare la shell, come in ~/.bashrc.
Il valore di BASH_ENV è soggetto a espansione di
parametro, sostituzione di comando ed espansione aritmetica prima
di essere interpretato come un nome-file. PATH non è
usato per cercare il nome-file risultante.
- BASH_XTRACEFD
- Se impostata a un valore intero corrispondente a un descrittore di file
valido, bash scriverà l'output della traccia generata quando
set -x è abilitato a quel descrittore di file. Il
descrittore di file viene chiuso quando BASH_XTRACEFD non
è impostata o le viene assegnato un nuovo valore.
Annullando BASH_XTRACEFD o assegnandole una stringa
vuota l'output della traccia verrà inviato allo standard
error. Da notare che impostando BASH_XTRACEFD a 2 (il
descrittore di file dello standard error) e, successivamente,
azzerandola il risultato sarà la chiusura dello standard
error.
- CDPATH
- Il percorso di ricerca per il comando cd. Questo è un elenco
di directory, separate da due punti, nelle quali la shell cerca le
directory di destinazione specificate dal comando cd. Un valore di
esempio è ".:~:/usr".
- CHILD_MAX
- Imposta il numero di valori dello stato di uscita delle shell figlie da
tenere in memoria. Bash non permette che questo valore scenda al di sotto
di un minimo imposto da POSIX, e c'è un valore massimo (attualmente
8192) che non può essere superato. Il valore minimo è
dipendente dal sistema.
- COLUMNS
- Usato dal comando composto select per determinare il numero di
colonne del terminale nella stampa delle liste di selezione.
Automaticamente impostata se l'opzione checkwinsize è
abilitata o è in una shell interattiva al ricevimento di un segnale
SIGWINCH.
- COMPREPLY
- Una variabile array dalla quale bash legge i possibili
completamenti generati da una funzione di shell invocata dal servizio di
completamento programmabile (si veda Completamento programmabile
più avanti). Ogni elemento di array contiene un completamento
possibile.
- EMACS
- Se bash trova questa variabile d'ambiente alla partenza della shell
col valore "t", presume che la shell sia in esecuzione in un
buffer di shell Emacs e disabilita la modifica della riga.
- ENV
- È espansa ed eseguita similarmente a BASH_ENV (si
veda INVOCAZIONE sopra) quando una shell interattiva viene
invocata in modalità posix.
- EXECIGNORE
- A colon-separated list of shell patterns (see Pattern Matching)
defining the list of filenames to be ignored by command search using
PATH. Files whose full pathnames match one of these patterns are
not considered executable files for the purposes of completion and command
execution via PATH lookup. This does not affect the behavior of the
[, test, and [[ commands. Full pathnames in the
command hash table are not subject to EXECIGNORE. Use this variable
to ignore shared library files that have the executable bit set, but are
not executable files. The pattern matching honors the setting of the
extglob shell option.
- FCEDIT
- L'editor predefinito per il comando incorporato fc.
- FIGNORE
- Una lista di suffissi, separati da due punti, da ignorare quando si
effettua il completamento del nome-file (si veda READLINE
più avanti). Un nome-file il cui suffisso corrisponde a una
delle voci in FIGNORE è escluso dalla lista
dei nomifile individuati. Un valore di esempio è ".o:~"
(La quotatura è necessaria quando si assegna un valore a questa
variabile, che contiene delle tilde).
- FUNCNEST
- Se impostato a un valore numerico maggiore di 0, definisce un livello
massimo di nidificazione per una funzione. Invocazioni di funzione
eccedenti questo livello provocheranno l'interruzione del comando
corrente.
- GLOBIGNORE
- Una lista di modelli, separati da due punti, che definiscono l'insieme dei
nomi di file che l'espansione del nome di percorso deve ignorare. Se un
nome di file individuato da un modello di espansione del percorso
corrisponde anche a uno dei modelli in GLOBIGNORE viene
rimosso dalla lista dei nomi da individuare.
- HISTCONTROL
- Una lista di valori, separati da due punti, che controllano come i comandi
vengono salvati nell'elenco della cronologia. Se la lista di valori
include ignorespace, le righe che iniziano con un carattere di
spazio non vengono salvate nell'elenco della cronologia. Un valore
di ignoredups fa sì che non venga salvata ogni riga uguale
all'elemento precedente della cronologia. Un valore di ignoreboth
è la combinazione di ignorespace e ignoredups. Un
valore di erasedups fa sì che tutte le righe uguali alla
riga corrente vengano rimosse dall'elenco della cronologia prima che la
riga venga salvata. Qualsiasi valore che non è nella lista di cui
sopra è ignorato. Se HISTCONTROL non è
impostato o non include un valore valido, tutte le righe lette
dall'analizzatore sintattico della shell sono salvate nell'elenco della
cronologia, a meno che non sia stato specificato HISTIGNORE.
La seconda riga e le successive di un comando composto multiriga
non vengono controllate, e sono aggiunte alla cronologia indipendentemente
dal valore di HISTCONTROL.
- HISTFILE
- Il nome del file nel quale è salvata la cronologia dei comandi (si
veda CRONOLOGIA più avanti). Il valore predefinito
è ~/.bash_history. Se è annullato la
cronologia dei comandi non è salvata al termine di una shell.
- HISTFILESIZE
- Il numero massimo di righe contenute nel file della cronologia. Quando a
questa variabile è assegnato un valore, il file della cronologia
è accorciato, se necessario, per contenere non più di quel
numero di righe rimuovendo le voci più vecchie. Il file della
cronologia è inoltre troncato a questa dimensione dopo la scrittura
al termine di una shell. Se il valore è 0, il file della cronologia
è troncato alla dimensione zero. Valori non numerici e valori
numerici minori di zero inibiscono il troncamento. La shell imposta il
valore predefinito al valore di HISTSIZE dopo la lettura di un file di
avvio.
- HISTIGNORE
- Una lista di modelli separati da due punti usata per decidere quali righe
di comando devono essehonorsre salvate nell'elenco della cronologia. Ogni
modello comincia all'inizio della riga e deve corrispondere alla riga
completa (nessun `* implicito è aggiunto). Ogni modello
è confrontato con la riga dopo che i controlli specificati da
HISTCONTROL sono stati applicati. In aggiunta ai
normali modelli di shell che confrontano caratteri, `&' designa
la linea precedentedella cronologia. `&' può essere
protetto usando una barra inversa; la barra inversa è rimossa prima
di eseguire un confronto. La seconda riga e le successive di un comando
composto multiriga non vengono controllate, e sono aggiunte alla
cronologia indipendentemente dal valore di HISTIGNORE. Il
modello di ricerca rispetta l'impostazione dell'opzione di shell
extglob .
- HISTSIZE
- Il numero di comandi da tenere in memoria nella cronologia dei comandi (si
veda HISTORY più avanti). Se il valore è 0, i
comandi non vengono salvati nell'elenco della cronologia. Con
valori numerici minori di zero ogni comando viene salvato nell'elenco
della cronologia (non ci sono limiti). La shell imposta il valore
predefinito a 500 dopo aver letto i file d'inizializzazione.
- HISTTIMEFORMAT
- Se questa variabile è impostata e non nulla, il suo valore è
usato come stringa di formato per strftime(3) per stampare la
marcatura oraria associata a ogni voce della cronologia mostrata dal
comando incorporato history. Se questa variabile è
impostata, data e ora verranno scritte nel file della cronologia in modo
da essere disponibili anche in successive sessioni della shell. Per
distinguere la marcatura oraria dalle altre righe della cronologia viene
usato il carattere di commento.
- HOME
- La home directory dell'utente corrente; l'argomento predefinito per il
comando incorporato cd. Il valore di questa variabile è
anche usata quando si effettua l'espansione della tilde.
- HOSTFILE
- Contiene il nome di un file nello stesso formato di /etc/hosts che
dovrà essere letto quando la shell ha bisogno di completare un nome
di host. La lista dei possibili completamenti di nome di host può
essere cambiata mentre la shell è in esecuzione; alla prossima
occasione in cui si tenta il completamento del nome di host dopo che
è cambiato il valore, bash aggiunge il contenuto del nuovo
file alla lista esistente. Se HOSTFILE è impostato ma
non ha alcun valore, o non contiene il nome di un file leggibile,
bash tenta di leggere /etc/hosts per ottenere la lista dei
possibili completamenti del nome di host. Quando HOSTFILE
viene annullato, la lista dei nomi di host viene pure
annullata.
- IFS
- L'Internal Field Separator (separatore di campo interno) è
usato per la suddivisione in parole dopo l'espansione e per dividere le
righe in parole quando si esegue il comando incorporato read. Il
valore predefinito è
“<space><tab><newline>”.
- IGNOREEOF
- Controlla l'azione della shell al ricevimento di un carattere
EOF come unico contenuto di una riga di input. Se
impostato, il valore è il numero di caratteri EOF
consecutivi da battere come primo carattere su una riga di input
prima che bash esca. Se la variabile esiste ma non ha un valore
numerico, o non ha alcun valore, il valore predefinito è 10. Se non
esiste, EOF indica la fine dell'input per la
shell.
- INPUTRC
- Il nome-file per il file di avvio di readline che prevale sul
valore predefinito che è ~/.inputrc (si veda
READLINE più avanti).
- INSIDE_EMACS
- If this variable appears in the environment when the shell starts,
bash assumes that it is running inside an Emacs shell buffer and
may disable line editing, depending on the value of TERM.
- LANG
- Usata per determinare la categoria di localizzazione per qualsiasi
categoria non specificatamente indicata da una delle variabili che
iniziano con LC_.
- LC_ALL
- Questa variabile prevale sul valore di LANG e su qualsiasi
altra variabile LC_ che specifichi una categoria di
localizzazione.
- LC_COLLATE
- Questa variabile determina l'ordine di collazione usato quando vengono
ordinati i risultati dell'espansione di nome di percorso, e determina il
comportamento di espressioni di intervallo, classi di equivalenza e
sequenze di ordinamento all'interno dell'espansione di nome di percorso e
della corrispondenza tra stringhe.
- LC_CTYPE
- Questa variabile determina l'interpretazione di caratteri e il
comportamento di classi di caratteri all'interno dell'espansione di nome
di percorso e della corrispondenza tra stringhe.
- LC_MESSAGES
- Questa variabile determina la localizzazione usata per tradurre stringhe
tra virgolette precedute da un $.
- LC_NUMERIC
- Questa variabile determina la categoria di localizzazione usata per la
formattazione dei numeri.
- LC_TIME
- Questa variabile determina la categoria di localizzazione usata per la
formattazione di data e ora.
- LINES
- Usato dal comando composto select per determinare il numero di
linee del terminale nella stampa delle liste di selezione. Automaticamente
impostata se l'opzione checkwinsize è abilitata o in una
shell interattiva al ricevimento di un segnale
SIGWINCH.
- MAIL
- Se questo parametro è impostato a un nome di file o di directory e
la variabile MAILPATH non è impostata, bash
informa l'utente dell'arrivo di posta nel file specificato o nella
directory del formato Maildir.
- MAILCHECK
- Specifica la frequenza (in secondi) con cui bash controlla la
posta. Il valore predefinito è 60 secondi. Quando è il
momento di controllare la posta, la shell lo fa prima di mostrare il
prompt primario. Se questa variabile non è impostata, o è
impostata a un valore che non sia un numero maggiore o uguale a zero, la
shell disabilita il controllo della posta.
- MAILPATH
- Una lista di nomifile separati da due punti, da usare per il controllo
della posta. Il messaggio che deve essere stampato all'arrivo dei messaggi
in un particolare file può essere specificato separando il
nome-file dal messaggio con un `?'. Quando viene usato nel testo del
messaggio $_ è espanso al nome del file di posta corrente.
Per esempio:
MAILPATH='/var/mail/bfox?"You have
mail":~/shell-mail?"$_ has mail!"'
Bash fpuò essere configurato per fornire un valore
predefinito per questa variabile non c'è nessun valore predefinito),
ma il posizionamento dei file di posta degli utenti utilizzato è
dipendente dal sistema (per esempio, /var/mail/$USER).
- OPTERR
- Se impostato al valore 1, bash mostra i messaggi di errore generati
dal comando incorporato getopts (si veda COMANDI
INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).
OPTERR è inizializzato ad 1 ogni volta che
viene invocata la shell o viene eseguito uno script di shell.
- PATH
- Il percorso di ricerca dei comandi. È un elenco di directory
separate da due punti, nelle quali la shell cerca i comandi (si veda
ESECUZIONE DEI COMANDI più avanti). Un
nome di directory di lunghezza zero (nulla) nel valore di
PATH indica la directory corrente. Un nome di
directory nullo può apparire come una serie di due punti
adiacenti, o come due punti all'inizio o alla fine. Il percorso
predefinito è dipendente dal sistema ed è impostato
dall'amministratore che installa bash. Un valore frequente è
``/usr/local/bin:/usr/local/sbin:/usr/bin:/usr/sbin:/bin:/sbin''.
- POSIXLY_CORRECT
- Se questa variabile è presente nell'ambiente quando viene avviata
bash, la shell entra in modalità posix prima di
leggere i file di avvio, come se l'opzione di invocazione --posix
fosse stata specificata. Se è impostata mentre la shell è in
esecuzione, bash abilita la modalità posix,
come se il comando set -o posix fosse stato eseguito. Quando la
shell entra in modalità posix, imposta questa variabile se
non fosse già impostata.
- PROMPT_COMMAND
- If this variable is set, and is an array, the value of each set element is
executed as a command prior to issuing each primary prompt. If this is set
but not an array variable, its value is used as a command to execute
instead.
- PROMPT_DIRTRIM
- Se impostata a un numero maggiore di zero, il valore è usato come
il numero di componenti della directory finale da conservare quando si
espandono i caratteri protetti della stringa di prompt \w e
\W (si veda PROMPTING più avanti). I caratteri
rimossi sono sostituiti da un'ellissi.
- PS0
- Il valore di questo parametro è espanso (si veda STRINGHE
DI PROMPT più avanti) e visualizzato dalle shell
interattive dopo aver letto un comando e prima che il comando venga
eseguito.
- PS1
- Il valore di questo parametro è espanso (si veda STRINGHE
DI PROMPT più avanti) e usato come stringa del
prompt primario. Il valore predefinito
è“\s-\v\$”.
- PS2
- Il valore di questo parametro è espanso allo stesso modo di
PS1 ed è usato come stringa di prompt
secondario. Il valore predefinito è “>
”.
- PS3
- Il valore di questo parametro è usato come prompt per il comando
select (si veda GRAMMATICA DELLA SHELL
sopra).
- PS4
- Il valore di questo parametro è espanso allo stesso modo di
PS1 ed il valore è stampato prima di ogni
comando che bash mostra durante un trace di esecuzione. Il primo
carattere del valore espanso di PS4 è
replicato tante volte, quanto necessario, per indicare livelli multipli di
indirezione. Il valore predefinito è “+”.
- SHELL
- Questa variabile si espande al percorso completo della shell. Se non
è impostata quando la shell viene avviata, bash le assegna
il percorso completo della shell di login dell'utente corrente.
- TIMEFORMAT
- Il valore di questo parametro è usato come stringa di formato per
specificare come dovrà essere mostrata l'informazione su data e ora
per pipeline aventi come prefisso la parola riservata time. Il
carattere % introduce una sequenza di formattazione che è
espansa a un valore di data e ora o ad altre informazioni. Le sequenze di
formattazione e il loro significato sono i seguenti; le parentesi quadre
denotano parti opzionali.
- %%
- Una % letterale.
- %[p][l]R
- Il tempo trascorso in secondi.
- %[p][l]U
- Il numero di secondi di utilizzo della CPU in modalità utente.
- %[p][l]S
- Il numero di secondi di utilizzo della CPU in modalità
sistema.
- %P
- La percentuale di utilizzo della CPU, calcolata come (%U + %S) / %R.
- a parte opzionale p è una cifra che specifica la
precisione, il numero di cifre frazionali dopo il separatore
decimale. Un valore pari a 0 fa sì che nessun separatore decimale o
frazione venga inserito nell'output. Possono essere specificate al massimo
tre posizioni dopo il separatore decimale; valori di p maggiori di
3 sono cambiati a 3. Se p non è specificato è
utilizzato il valore 3.
- La parte opzionale l specifica un formato più lungo, inclusi
i minuti, nella forma MMmSS.FFs. Il valore di
p determina se la frazione è inclusa o meno.
- Se questa variabile non è impostata, bash agisce come se
avesse il valore $'\nreal\t%3lR\nuser\t%3lU\nsys\t%3lS'. Se il
valore è nullo, non viene mostrata alcuna informazione di tempo.
Una newline finale è aggiunta quando la stringa di formato è
visualizzata.
- TMOUT
- Se impostato a un valore maggiore di zero, TMOUT è
trattato come il tempo limite (timeout) predefinito per il comando
incorporato read. Il comando select viene terminato se non
riceve input dopo TMOUT secondi quando l'input
proviene da un terminale. In una shell interattiva il valore è
interpretato come il numero di secondi di attesa per l'input dopo
l'emissione del prompt primario. Bash termina dopo aver aspettato
per quel numero di secondi se non arriva una riga completa di input.
- TMPDIR
- Se impostato, bash usa il suo valore come nome della directory
nella quale bash crea file temporanei a uso della shell.
- auto_resume
- Questa variabile controlla il modo con cui la shell interagisce con
l'utente e con il job-control. Se questa variabile è impostata, dei
comandi semplici composti da una sola parola senza ridirezioni sono
considerati come candidati per la ripresa di un job in esecuzione che sia
stato sospeso. Non è possibile alcuna ambiguità; se vi
è più di un job che comincia con la stringa digitata,
è scelto il job su cui si è effettuato l'accesso più
recentemente. Il nome di un job sospeso, in questo contesto,
è la riga di comando usata per avviarlo. Se impostato al valore
exact, la stringa fornita deve essere esattamente uguale al nome di
un job fermo; se impostato a substring, la stringa fornita deve
combaciare con una sottostringa del nome di un job sospeso. Il valore
substring fornisce funzionalità analoghe all'identificatore
del job %? (si veda JOB CONTROL più
avanti). Se impostato a qualsiasi altro valore, la stringa fornita deve
essere un prefisso del nome di un job sospeso; questo consente
funzionalità analoghe all'identificatore di job
%string.
- histchars
- Sono i due o tre caratteri che controllano l'espansione della cronologia e
la suddivisione in token (si veda ESPANSIONE DELLA
CRONOLOGIA più avanti). Il primo carattere è il
carattere di espansione della cronologia, il carattere che
segnala l'inizio di una espansione della cronologia, normalmente
`!'. Il secondo carattere è il carattere di sostituzione
rapida, che è usato come scorciatoia per rieseguire il comando
precedentemente inserito, sostituendo una stringa con un'altra nel
comando. Il valore predefinito è `^'. Il terzo carattere,
opzionale, è il carattere che indica che il resto della riga
è un commento, quando è trovato come primo carattere di una
parola, normalmente `#'. Il carattere di commento della cronologia
fa sì che la sostituzione della cronologia venga saltata per le
rimanenti parole sulla riga. Esso non fa necessariamente sì che
l'analizzatore della shell tratti il resto della riga come un
commento.
Bash fornisce variabili array monodimensionali indicizzate
e associative. Ogni variabile può essere usata come un array
indicizzato; il comando incorporato declare dichiara esplicitamente
un array. Non c'è un limite massimo per la dimensione di un array,
né alcuna richiesta che gli elementi siano indicizzati o assegnati in
modo contiguo. Gli array indicizzati sono referenziati usando numeri interi
(incluse le espressioni aritmetiche) e cominciano con l'indice zero. Gli
array associativi sono referenziati utilizzando stringhe arbitrarie. Salvo
che sia diversamente indicato, gli indici degli array indicizzati devono
essre interi non negativi.
Un array indicizzato è creato automaticamente se gli
è assegnata una qualsiasi variabile usando la sintassi
nome[deponente]=valore. Il deponente (indice
dell'array) è trattato come un'espressione aritmetica che deve
risultare un numero. Per dichiarare esplicitamente un array indicizzato,
usare declare -a nome (si veda COMANDI
INCORPORATI DELLA SHELL più avanti). È anche accettato
declare -a nome[deponente]; il
deponente viene ignorato.
Array associativi sono creati usando declare -A
nome.
Per una variabile array possono essere specificati degli attributi
utilizzando i comandi incorporati declare e readonly. Ogni
attributo si applica a tutti gli elementi di un array.
Agli elementi dell'array vengono assegnati valori usando
assegnamenti composti della forma nome=(valore1 ...
valoren), dove ogni valore può essere della
forma [deponente]=stringa. Le assegnazioni di array
indicizzati non richiedono nient'altro che stringa. Ogni valore nella
lista è espanso usando tutte le espansioni della shell descritte
più avanti in ESPANSIONE. Quando si fanno assegnamenti
ad array indicizzati, se vengono fornite le parentesi opzionali e il
deponente, l'elemento viene assegnato a quell'indice; altrimenti l'indice
dell'elemento assegnato è l'ultimo indice già utilizzato
aumentato di uno. L'indicizzazione parte da zero.
When assigning to an associative array, the words in a compound
assignment may be either assignment statements, for which the subscript is
required, or a list of words that is interpreted as a sequence of
alternating keys and values: name=( key1 value1 key2
value2 ...). These are treated identically to
name=( [key1]=value1 [key2]=value2
...). The first word in the list determines how the remaining words
are interpreted; all assignments in a list must be of the same type. When
using key/value pairs, the keys may not be missing or empty; a final missing
value is treated like the empty string.
Questa sintassi è accettata anche dal comando incorporato
declare. Elementi singoli di un array possono essere assegnati con la
sintassi nome[deponente]=valore introdotta più
sopra. Quando si fanno assegnamenti a un array indicizzato, se nome
è indicizzato da un numero negativo, quel numero è
interpretato come relativo all' indice massimo di nome aumentato di
uno, perciò indici negativi si conteggiano dalla fine dell'array
all'indietro, e un indice -1 corrisponde all'ultimmo elemento.
Qualsiasi elemento di un array può essere referenziato con
${nome[deponente]}. Le parentesi sono richieste per evitare
conflitti con l'espansione di percorso. Se deponente è
@ o *, la parola espande a tutti gli elementi di nome.
Questi deponenti differiscono solo quando la parola appare inclusa fra
virgolette. Se la parola è quotata con virgolette, ${nome[*]}
espande a una singola parola col valore di ogni elemento dell'array separato
dal primo carattere della variabile speciale IFS, e
${nome[@]} espande ogni elemento di nome come una
parola separata. Quando non c'è l'elemento di array,
${nome[@]} è espanso alla stringa nulla. Se l'espansione
quotata con virgolette si trova dentro una parola, l'espansione del primo
parametro è legato con la parte iniziale della parola originale, e
l'espansione dell'ultimo parametro è legato con l'ultima parte della
parola originale. Questo è analogo all'espansione dei parametri
speciali * e @ (si veda Parametri speciali sopra).
${#nome[deponente]} espande alla lunghezza di
${nome[deponente]}. Se deponente è * o
@, l'espansione è il numero di elementi dell'array. Se il
deponente usato per referenziare un elemento di un array indicizzato
risulta, dopo l'espansione, un numero minore di zero, è interpretato
come relativo all' indice massimo dell'array aumentato di uno, perciò
indici negativi si conteggiano dalla fine dell'array all'indietro, e un
indice -1 corrisponde all'ultimo elemento.
Referenziare una variabile array senza specificare un deponente
equivale a referenziare l'array con un deponente pari a zero. Ogni
riferimento a una variabile usando un deponente valido è consentito,
e bash creerà un array se necessario
Una variabile array è considerata impostata se ad un
deponente è stato assegnato un valore. La stringa nulla è un
valore valido.
È possibile ottenere sia le chiavi (indici) che i valori di
un array. ${!nome[@]} e
${!nome[*]} espandono agli indici assegnati nella
variabile array nome. Quando è fra virgolette il trattamento
è simile all'espansione dei parametri speciali @ e *
posti tra virgolette.
Il comando incorporato unset è usato per annullare
gli array. unset nome[deponente] annulla l'elemento di
array a indice deponente, sia per gli array indicizzati sia per
quelli associativi. Deponenti negativi di array indicizzati vengono
interpretati come descritto in precedenza. Annullare l'ultimo elemento di un
array non annulla la variabile. unset nome, dove nome
è un array, o unset nome[deponente], dove
deponente è * o @, rimuove l'intero array.
When using a variable name with a subscript as an argument to a
command, such as with unset, without using the word expansion syntax
described above, the argument is subject to pathname expansion. If pathname
expansion is not desired, the argument should be quoted.
Ciascuno dei comandi incorporati declare, local e
readonly accetta un'opzione -a per specificare un array
indicizzato e un'opzione -A per specificare un array associativo. Se
vengono fornite entrambe le opzioni, -A ha la precedenza. Il comando
incorporato read accetta un'opzione -a per assegnare a un
array una lista di parole lette dallo standard input. I comandi incorporati
set e declare mostrano i valori di array in modo che da essere
riutilizzabili come assegnamenti.
L'espansione è eseguita sulla riga di comando dopo che essa
è stata divisa in parole. Vi sono sette tipi di espansione
effettuati: espansione delle parentesi graffe, espansione
della tilde, espansione di parametro e variabile,
sostituzione di comando, espansione aritmetica,
suddivisione in parole e espansione di percorso.
L'ordine di espansione è: espansione delle parentesi
graffe, espansione della tilde, espansione di parametro e di variabile,
espansione aritmetica, e sostituzione di comando (fatta da sinistra a
destra); suddivisione in parole; ed espansione di percorso.
Sui sistemi che la supportano, è disponibile un'espansione
aggiuntiva: la sostituzione di processo. Questa è effettuata
contemporaneamente come espansione della tilde, di parametro, di variabile e
aritmetica, e come sostituzione di comando.
Una volta effettuale queste espansioni, i caratteri di quotatura
presenti nella parola originale vengono rimossi, a meno che siano essi
stessi quotati (rimozione dei segni di quotatura)
Solo l'espansione delle parentesi graffe, la suddivisione in
parole e l'espansione di percorso possono cambiare il numero di parole
dell'espansione; le altre espansioni espandono una singola parola in una
singola parola. La sola eccezione a questo sono le espansioni di
“$@” e "${nome[@]}", e
in molti casi $* and ${name[*]} come spiegato
sopra (si vedi PARAMETRI).
Espansione delle parentesi graffe è un meccanismo
con il quale possono essere generate stringhe arbitrarie. Questo meccanismo
è simile all'espansione di percorso, ma non è
necessario che i file il cui nome è generato esistano. I modelli cui
si applica l'espansione delle parentesi graffe hanno la forma di un
preambolo opzionale, seguito da una serie di stringhe separate da
virgola o una espressione di sequenza racchiusa fra parentesi graffe,
seguite da un'appendice opzionale. Il preambolo è preposto a
ogni stringa contenuta dentro le parentesi graffe e l'appendice è poi
appesa a ogni stringa risultante, espandendo da sinistra a destra.
Le espansioni delle parentesi graffe possono essere nidificate. Il
risultato di ogni stringa espansa non viene ordinato; è conservato
l'ordine da sinistra a destra. Per esempio, a{d,c,b}e si
espande in `ade ace abe'.
Un'espressione di sequenza prende la forma
{x..y[..incr]}, dove
x e y sono o numeri interi o caratteri singoli e incr,
un incremento opzionale, è un numero intero. Se si specificano numeri
interi, l'espressione espande a ogni numero fra x e y,
incluso,. Ai numeri interi specificati può essere aggiunto uno
0 iniziale per costringere ogni termine ad avere la stessa ampiezza.
Quando x o y iniziano con uno zero, la shell tenta di forzare
tutti i termini generati a contenere lo stesso numero di cifre, aggiungendo
degli zeri ove necessario. Se si specificano caratteri, l'espressione
espande a ogni carattere lessicograficamente compreso fra x e
y, incluso, usando il C locale predefinito. Da notare che entrambi
x e y devono essere dello stesso tipo. Quando fornito,
l'incremento è usato per distinguere i termini. L'incremento
predefinito è 1 o -1 a seconda del caso.
L'espansione delle parentesi graffe è effettuata prima di
qualsiasi altra espansione, e qualunque carattere speciale per uso delle
altre espansioni viene lasciato com'era nel risultato. Essa è
strettamente testuale. Bash non applica alcuna interpretazione
sintattica al contesto dell'espansione o al testo tra parentesi graffe.
Un'espansione delle parentesi graffe correttamente formata deve
contenere una parentesi graffa di apertura e una di chiusura, non quotate, e
almeno una virgola non quotata. Qualunque espansione delle parentesi graffe
erroneamente formata è lasciata inalterata. Una { o ,
può essere quotata con una barra inversa per evitare che venga
considerata parte di un'espressione fra parentesi graffe. Per evitare
conflitti con l'espansione di parametro, la stringa ${ non dà
luogo all'espansione delle parentesi graffe, e inibisce l'espansione delle
parentesi graffe fino alla } di chiusura.
Questo costrutto è tipicamente usato come abbreviazione
quando il prefisso comune delle stringhe da generare è più
lungo che negli esempi sopra:
mkdir /usr/local/src/bash/{old,new,dist,bugs}
o
chown root /usr/{ucb/{ex,edit},lib/{ex?.?*,how_ex}}
L'espansione delle parentesi graffe introduce una lieve
incompatibilità con le versioni tradizionali di sh. sh
non tratta le parentesi graffe aperte e chiuse, specialmente quando esse
appaiono come parte di una parola, e le conserva in uscita. Bash
rimuove le parentesi graffe dalle parole come consequenza dell'espansione
delle parentesi graffe. Per esempio, una parola data a sh come
file{1,2} appare identica nell'output. La stessa parola è data
in output come file1 file2 dopo l'espansione operata da bash.
Se si desidera una stretta compatibilità con sh si avvia
bash con l'opzione +B o si disabilita l'espansione delle
parentesi graffe con l'opzione +B al comando set (si veda
COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più
avanti).
Se una parola comincia con un carattere tilde (`~') non
quotato, tutti i caratteri che precedono la prima barra [/] non quotata (o
tutti i caratteri, se non vi è alcuna barra) sono considerati un
prefisso tilde. Se nessuno dei caratteri nel prefisso tilde è
quotato, i caratteri nel prefisso tilde che segue la tilde sono trattati
come un possibile nome di login. Se questo nome di login è la
stringa nulla, la tilde è sostituita con il valore del parametro
HOME. Se HOME viene annullato, è
invece sostituita la home directory dell'utente che sta eseguendo la
shell. Altrimenti, il prefisso tilde è sostituito con la home
directory associata al nome di login specificato.
Se il prefisso tilde è un `~+' il valore della variabile di
shell PWD sostituisce il prefisso tilde. Se il prefisso tilde
è un `~-', il valore della variabile di shell
OLDPWD, se impostato, viene sostituito. Se il
carattere che segue la tilde nel prefisso tilde è un numero N,
con un prefisso opzionale `+' o `-', il prefisso tilde è sostituito
dal corrispondente elemento dallo stack di directory, come dovrebbe essere
mostrato dal comando incorporato dirs invocato col prefisso tilde
come argomento. Se il carattere che segue la tilde nel prefisso tilde
è un numero non preceduto da un segno `+' o `-', viene assunto
`+'.
Se il nome di login non è valido o l'espansione della tilde
non ha successo, la parola rimane invariata.
Ogni assegnamento di variabile è controllato per prefissi
tilde non quotati che seguono immediatamente un : o il primo
=. In questi casi viene effettuata l'espansione della tilde. Di
conseguenza, si possono usare nomi di file con delle tilde negli
assegnamenti a PATH, MAILPATH e
CDPATH, e la shell assegna il valore espanso.
Bash also performs tilde expansion on words satisfying the
conditions of variable assignments (as described above under
PARAMETERS) when they appear as arguments to simple
commands. Bash does not do this, except for the declaration commands
listed above, when in posix mode.
Il carattere `$' introduce l'espansione di parametro, la
sostituzione di comando, o l'espansione aritmetica. Il nome o simbolo del
parametro che dev'essere espanso può essere racchiuso tra parentesi
graffe, che sono opzionali ma servono a proteggere la variabile che deve
essere espansa dai caratteri immediatamente seguenti, che potrebbero essere
interpretati come parte del nome della variabile stessa.
Quando vengono usate le parentesi graffe, la parentesi graffa
finale corrispondente è la prima `}' non protetta da una barra
inversa o da stringhe quotate, e non parte di un'espansione aritmetica
inclusa, di una sostituzione di comando o di un'espansione di parametro.
- ${parametro}
- Il valore di parametro è sostituito. Le parentesi graffe
sono richieste quando parametro è un parametro posizionale
con più di una cifra, o quando parametro è seguito da
un carattere che non deve essere interpretato come parte del suo nome. Il
parametro è un parametro di shell come descritto sopra
(PARAMETRI) o un riferimento a un array (Array).
If the first character of parameter is an exclamation point
(!), and parameter is not a nameref, it introduces a
level of indirection. Bash uses the value formed by expanding the
rest of parameter as the new parameter; this is then expanded
and that value is used in the rest of the expansion, rather than the
expansion of the original parameter. This is known as indirect
expansion. The value is subject to tilde expansion, parameter expansion,
command substitution, and arithmetic expansion. If parameter is a
nameref, this expands to the name of the parameter referenced by
parameter instead of performing the complete indirect expansion. The
exceptions to this are the expansions of ${!prefix*}
and ${!name[@]} described below. The exclamation point
must immediately follow the left brace in order to introduce
indirection.
In ognuno dei casi sotto riportati, parola è
soggetta a espansione della tilde, espansione di parametro, sostituzione di
comando ed espansione aritmetica.
Quando non sta effettuando l'espansione della sottostringa, usando
le forme documentate più avanti (p.es., :-), Bash
controlla se un parametro non è impostato o è nullo.
L'omissione dei due punti provoca il solo controllo di un parametro non
impostato.
- ${parametro:-parola}
- Usa i valori predefiniti. Se parametro non è
impostato o è nullo, è sostituita l'espansione di
parola. Altrimenti, il valore di parametro è
sostituito.
- ${parametro:=parola}
- Assegna i valori predefiniti. Se parametro non è
impostato o è nullo, l'espansione di parola è
assegnata a parametro. Il valore di parametro è
quindi sostituito. I parametri posizionali e i parametri speciali non
possono essere assegnati in questo modo.
- ${parametro:?parola}
- Dà una segnalazione di errore se è nullo o è stato
annullato. Se parametro è nullo o è stato
annullato, l'espansione di parola (o un messaggio di segnalazione,
se parola non è presente) viene scritta sullo standard error
e la shell, se non è interattiva, termina. Altrimenti, è
sostituito il valore di parametro.
- ${parametro:+parola}
- Se parametro è nullo o è stato annullato, non
è sostituito niente, altrimenti è sostituita l'espansione di
parola.
- ${parametro:scostamento}
- ${parametro:scostamento:lunghezza}
- Espansione di sottostringa.Espande i caratteri del valore di
parametro fino a lunghezza partendo dal carattere
specificato da scostamento. Se parametro è @,
un array indicizzato con deponente @ o *, o un nome di un
array associativo, il risultato differisce come descritto più
avanti. Se lunghezza viene omesso, espande alla sottostringa del
valore di parametro partendo dal carattere specificato da
scostamento fino alla fine del valore. lunghezza e
scostamento sono espressioni aritmetiche (si veda
VALUTAZIONE ARITMETICA più avanti).
Se scostamento è un numero minore di zero, il
valore viene usato come scostamento nei caratteri dalla fine del valore
di parametro. Se lunghezza è un numero minore di
zero, viene interpretato come uno scostamento in caratteri dalla finedel
valore di parametro piuttosto che come un numero di caratteri, e
l'espansione è rappresentata dai caratteri fra lo
scostamento e quel risultato. Si noti che uno scostamento
negativo dev'essere separato dai due punti da almeno uno spazio per
evitare che venga confuso con l'espansione di :-.
Se parametro è @, il risultato è
un numero di parametri posizionali pari a lunghezza a partire da
scostamento. Uno scostamento negativo è
interpretato come relativo al parametro posizionale più grande
aumentato di uno, cosicché uno scostamento di -1 corrisponde
all'ultimo parametro posizionale. È un errore di espansione se
lunghezza risulta un numero minore di zero.
Se parametro è un nome di array indicizzato con
deponente @ o *, il risultato è un numero di elementi dell'array
pari a lunghezza a partire da
${parametro[scostamento]}. Uno scostamento negativo
è inteso come relativo al massimo indice dell'array specificato
aumentato di uno. È un errore di espansione se lunghezza
è un numero minore di zero.
L'espansione di substringa applicata a un array associativo
produce risultati indefiniti.
L'indicizzazione della sottostringa è a base zero a
meno che non vengano usati i parametri posizionali, nel qual caso
l'indicizzazione parte da 1 come impostazione predefinita. Se
scostamento è 0, e vengono usati i parametri posizionali,
alla lista è aggiunto il prefisso $0.
- ${!prefisso*}
- ${!prefisso@}
- Nomi corrispondenti al prefisso. Espande ai nomi delle variabili i
cui nomi iniziano con prefisso, separati dal primo carattere della
variabile speciale IFS. Quando viene usato @ e
l'espansione appare tra virgolette, ogni nome di variabile si
espande in una parola separata.
- ${!nome[@]}
- ${!nome[*]}
- Lista delle chiavi di array. Se nome è una variabile
array, espande alla lista degli indici di array (chiavi) assegnati in
nome. Se nome non è un array, espande a 0 se
nome è impostato ed è nullo in caso contrario. Quando
@ è usato e l'espansione appare fra virgolette, ogni chiave
espande a una parola separata.
- ${#parametro}
- lunghezza parametro} È sostituita la lunghezza in caratteri
del valore di parametro. Se parametro è * o
@, il valore sostituito è il numero di parametri
posizionali. Se parametro è un nome di array contrassegnato
da * o @ il valore sostituito è il numero di elementi
nell'array. Se parametro è un nome di array indicizzato con
deponente negativo, quel numero è interpretato come relativo al
massimo indice di parametro aumentato di uno, perciò indici
negativi si conteggiano dalla fine dell'array all'indietro, e un indice -1
corrisponde all'ultimo elemento.
- ${parametro#parola}
- ${parametro##parola}
- Rimozione del suffisso corrispondente al modello. La parola
è espansa per produrre un modello proprio come nell'espansione di
percorso, e confrontata col valore espanso di parametro usando le
regole descritte più avanti in Modelli di ricerca. Se il
modello corrisponde a una parte finale del valore espanso di
parametro, il risultato dell'espansione è il valore espanso
di parametro con il più corto dei modelli corrispondenti
cancellato (nel caso di “#” ) o il più lungo
dei modelli corrispondenti cancellato (nel caso di
“##”). Se parametro è @ o
*, l'operazione di rimozione del modello è applicata a
ognuno dei parametri posizionali, e l'espansione è la lista
risultante. Se parametro è una variabile array con deponente
@ o *, l'operazione di rimozione del modello è
applicata a ognuno degli elementi dell'array, e l'espansione è la
lista risultante.
- ${parametro%parola}
- ${parametro%%parola}
- Rimozione del suffisso corrispondente al modello. La parola
è espansa per produrre un modello proprio come nell'espansione di
percorso, e confrontata col valore espanso di parametro usando le
regole descritte più avanti in Modelli di ricerca. Se il
modello corrisponde a una parte finale del valore espanso di
parametro, il risultato dell'espansione è il valore espanso
di parametro con il più corto dei modelli corrispondenti
cancellato (nel caso di “%” ) o il più lungo
dei modelli corrispondenti cancellato (nel caso di
“%%”). Se parametro è @ o
*, l'operazione di rimozione del modello è applicata a
ognuno dei parametri posizionali, e l'espansione è la lista
risultante. Se parametro è una variabile array con deponente
@ o *, l'operazione di rimozione del modello è
applicata a ognuno degli elementi dell'array, e l'espansione è la
lista risultante.
- ${parameter/modello/stringa}
- Sostituzione di modello. Il modello è espanso per
produrre un modello proprio come nell'espansione di percorso,
Parametro è espanso e il suo valore più lungo che
corrisponde a modello è sostituito con stringa. Il
confronto è effettuato usando le regole descritte più avanti
in Modelli di ricerca. Se modello comincia con /,
tutte le corrispondenze di modello sono sostituite con
stringa. Normalmente viene sostituita solo la prima corrispondenza.
Se modello comincia con #, deve corrispondere all'inizio del
valore espanso di parametro. Se modello inizia con %,
deve corrispondere alla fine del valore espanso di parametro. Se
stringa è nulla, le corrispondenze di modello sono
cancellate e la / che segue modello può essere
omessa. Se l'opzione di shell nocasematch è abilitata, il
confronto è effettuato senza distinzione distinzione tra lettere
maiuscole e minuscole. Se parametro è @ o *,
l'operazione di sostituzione è applicata a ognuno dei parametri
posizionali, e l'espansione è la lista risultante. Se
parametro è una variabile array con indice @ o
*, l'operazione di sostituzione è applicata a ognuno degli
elementi dell'array, e l'espansione è la lista risultante.
- ${parametro^modello}
- ${parametro^^modello}
- ${parametro,modello}
- ${parametro,,modello}
- Modifica minuscolo/maiuscolo. Questa espansione modifica in
parametro i caratteri alfabetici da minuscolo a maiuscolo e
viceversa. Il modello viene espanso per produrre un modello,
proprio come nell'espansione del nome di percorso. Ciascun carattere nel
valore espanso di parametro viene confrontato con modello e,
se corrisponde al modello, le minuscole/maiuscole vengono convertite. Il
modello potrebbe non cercare corrispondenze con più di un
carattere. L'operatore ^ converte le lettere minuscole che
corrispondono a modello in lettere maiuscole; l'operatore ,
converte le lettere maiuscole trovate in lettere minuscole. Le espansioni
^^ e ,, convertono ogni carattere trovato nel valore
espanso; le espansioni ^ e , trovano e convertono solo il
primo carattere nel valore espanso. Se modello è omesso,
è trattato come un ?, che individua tutti i caratteri. Se
parametro è @ o *, l'operazione di conversione
minuscole/maiuscole è applicata a tutti i parametri posizionali
successivi, e l'espansione è la lista risultante. Se
parametro è una variabile array indicizzata con @ o
*, l'operazione di conversione minuscole/maiuscole è
applicata a tutti i successivi elementi dell'array, e l'espansione
è la lista risultante.
- ${parametro@operatore}
- Trasformazione di parametro. L'espansione è o una
trasformazione del valore di parametro o un'informazione su
parametro stesso, a seconda del valore di operatore. Ogni
operatore è una sola lettera:
- U
- L'espansione è una stringa che è il valore di
parametro coi caratteri alfabetici minuscoli convertiti in
maiuscolo.
- u
- L'espansione è una stringa che è il valore di
parametro co primo carattere convertito in maiuscolo, se è
alfabetico.
- L
- L'espansione è una stringa che è il valore di
parametro coi caratteri alfabetici maiuscoli convertiti in
minuscolo.
- Q
- L'espansione è una stringa che è il valore di
parametro quotato in un formato riutilizzabile come input.
- E
- L'espansione è una stringa che è il valore di
parametro con sequenza di protezione con barra inversa espansa come
se fosse il meccanismo di quotatura $'...'.
- P
- L'espansione è una stringa che è il risutato dell'espansione
del valore di parametro come se fosse una stringa di prompt (si
veda più avanti STRINGHE D PROMPT).
- A
- L'espansione è una stringa nella forma di istruzione di
assegnamento o di comando declare che, se valutato, ricreerà
parametro coi suoi attributi e col suo valore.
- K
- Produces a possibly-quoted version of the value of parameter,
except that it prints the values of indexed and associative arrays as a
sequence of quoted key-value pairs (see Arrays above).
- a
- L'espansione è una stringa consistente di valori di flag che
rappresentano attirbuti di parametro.
Se parametro è @ o *, l'operazione
è applicata a ognuno dei parametri posizionali, e l'espansione
è la lista risultante. Se parametro è una variabile
array con deponente @ o *, l'operazione è applicata a
ognuno degli elementi dell'array, e l'espansione è la lista
risultante.
Il risultato dell'espansione è soggetto alla suddivisione
in parole e all'espansione di percorso come descritto più
avanti..
La sostituzione di comando permette che l'output di un
comando rimpiazzi il nome del comando. Vi sono due forme:
o
`comando`
Bash effettua l'espansione eseguendo il comando in
un ambiente di subshell e rimpiazzando la sostituzione di comando con lo
standard output del comando, con ogni newline finale cancellato. I newline
intermedi non vengono cancellati, ma possono essere rimossi durante la
suddivisione in parole. La sostituzione di comando $(cat
file) può essere sostituita dall'equivalente ma
più veloce $(< file).
Quando è usata la forma di sostituzione in vecchio stile
con gli apici rovesciati, la barra inversa conserva il suo significato
letterale tranne quando è seguita da $, `, o \.
Il primo apice rovesciato non preceduto da una barra inversa fa terminare la
sostituzione di comando. Quando si usa la forma $(comando), tutti i
caratteri tra le parentesi formano il comando; nessuno è considerato
speciale.
La sostituzione di comando può essere nidificata. Per
nidificare quando si usa la forma con gli apici rovesciati, bisogna far
precedere gli apici rovesciati più interni con una barra inversa di
protezione.
Se la sostituzione appare tra virgolette, la suddivisione in
parole e l'espansione di percorso non sono effettuate sui risultati.
L'espansione aritmetica permette la valutazione di una espressione
aritmetica e la sostituzione del risultato. Il formato per l'espansione
aritmetica è:
Il vecchio comando $[expression] è
deprecato e verrà rimosso nelle prossime versioni di bash.
L'espressione è trattata come se fosse tra
virgolette, ma le virgolette dentro le parentesi non sono trattate in modo
speciale. Tutti i token dell'espressione sono assoggettati a espansione di
parametro e di variabile, sostituzione di comando e rimozione dei caratteri
di quotatura. Il risultato è trattato come espressione aritmetica da
valutare. Le espansioni aritmetiche possono essere nidificate.
Il calcolo è effettuato in accordo con le regole elencate
più avanti sotto VALUTAZIONE ARITMETICA. Se
espressione non è valida, bash stampa un
messaggio che indica l'errore e non viene effettuata alcuna
sostituzione.
La sostituzione di processo consente di far riferimento a
un input o a un output di processo usando un nome-file. Essa prende la forma
di <(lista) o >(lista). La
lista di processi è eseguita in modalità asincrona, e
il suo input o output appare come un nome-file. Il nome di questo file
è passato come argomento al comando corrente come risultato
dell'espansione. Se è usata la forma
>(lista), la scrittura sul file fornisce input per
la lista. Se è usata la forma
<(lista), il file passato come argomento dovrebbe
essere letto per ottenere l'output di lista. La sostituzione di
processo è supportata su sistemi che supportano le named pipe
(FIFO) o il metodo /dev/fd per denominare i file aperti.
Su sistemi che la supportano, la sostituzione di processo è
effettuata allo stesso momento dell'espansione di parametro e di variabile,
della sostituzione di comando e dell'espansione aritmetica.
La shell scandisce il risultato dell'espansione di parametro,
sostituzione di comando ed espansione aritmetica che non si trovano tra
virgolette, per eseguire la suddivisione in parole.
La shell tratta ogni carattere di IFS come un
delimitatore, e suddivide in parole i risultati delle altre
espansioni usando uno di questi caratteri come delimitatori di campo, Se il
valore di IFS non è impostato o il suo valore
è esattamente <space><tab><newline>, il
valore predefinito, sequenze di <space>, <tab> e
<newline> all'inizio e alla fine dei risultati delle precedenti
espansioni vengono ignorate, e qualsiasi sequenza di caratteri
IFS, che non siano all'inizio o alla fine, servono per
delimitare le parole. Se IFS ha un valore diverso da
quello predefinito, allora sequenze di caratteri di spaziatura space
e tab e newline sono ignorate all'inizio e alla fine della
parola, se il carattere di spaziatura è presente nel valore di
IFS (un carattere di spaziatura IFS).
Qualunque carattere in IFS che non è un
carattere di spaziatura IFS, insieme con qualsiasi
carattere di spaziatura IFS adiacente,
delimita un campo. Una sequenza di caratteri di spaziatura IFS
è anche trattata come un delimitatore. Se il valore di
IFS è nullo, non avviene alcuna suddivisione in
parole.
Argomenti esplicitamente nulli ("" o '')
sono conservati e passati ai comandi come stringa vuota. Argomenti non
quotati implicitamente nulli, risultanti dall'espansione di parametri con
valore nullo, sono rimossi. Se un parametro con valore nullo è
espanso fra virgolette, è considerato un argomento nullo ed è
conservato e passato a un comando come stringa vuota. Quando un argomento
nullo quotato appare come parte di una parola la cui espansione è
non-nulla, l'argomento nullo viene rimosso. Cioè, la parola
-d'' diventa -d dopo la
suddiviisone della parola e la rimozione dell'argomento nullo.
È da notare che se non avviene alcuna espansione non viene
effettuata alcuna suddivisione.
After word splitting, unless the -f option has been set,
bash scans each word for the characters *, ?, and
[. If one of these characters appears, and is not quoted, then the
word is regarded as a pattern, and replaced with an alphabetically
sorted list of filenames matching the pattern (see Pattern
Matching below). If no matching filenames are found, and the
shell option nullglob is not enabled, the word is left unchanged. If
the nullglob option is set, and no matches are found, the word is
removed. If the failglob shell option is set, and no matches are
found, an error message is printed and the command is not executed. If the
shell option nocaseglob is enabled, the match is performed without
regard to the case of alphabetic characters. Note that when using range
expressions like [a-z] (see below), letters of the other case may be
included, depending on the setting of LC_COLLATE. When a pattern is
used for pathname expansion, the character “.” at the
start of a name or immediately following a slash must be matched explicitly,
unless the shell option dotglob is set. The filenames
“.” and “..” must always be
matched explicitly, even if dotglob is set. In other cases, the
“.” character is not treated specially. When matching a
pathname, the slash character must always be matched explicitly by a slash
in the pattern, but in other matching contexts it can be matched by a
special pattern character as described below under
Pattern Matching. See the description of
shopt below under SHELL BUILTIN COMMANDS
for a description of the nocaseglob, nullglob,
failglob, and dotglob shell options.
La variabile di shell GLOBIGNORE può essere
usata per restringere la serie di nomi di file che corrispondono a
un modello. Se GLOBIGNORE è impostato, ogni nome
di file da confrontare che corrisponde anche a uno dei modelli in
GLOBIGNORE è rimosso dalla lista dei nomi che
corrispondono al modello. Se è impostata l'opzione nocaseglob
, il confronto coi modelli in GLOBIGNORE è effettuata
senza distinzione tra minuscole e maiuscole. I nomifile
“.” e “..” sono sempre ignorati
quando GLOBIGNORE è impostato e non nullo.
Comunque, impostare GLOBIGNORE a un valore non nullo
ha l'effetto di abilitare l'opzione di shell dotglob,
così da cercare una corrispondenza con tutti gli altri nomifile che
iniziano con un “.”. Per ottenere il comportamento
(usato in precedenti versioni) di ignorare i nomifile che iniziano con
“.”, si deve fare un modello “.*”
in GLOBIGNORE. L'opzione dotglob è
disabilitata quando GLOBIGNORE viene annullato. Il
modello di ricerca rispetta l'impostazione dell'opzione di shell
extglob.
Modelli di ricerca / espressioni regolari
Ogni carattere che appare in un modello (espressione regolare),
tranne quelli speciali descritti qui sotto, corrisponde a se stesso. Il
carattere NULL non può far parte di un'espressione regolare. Una
barra inversa segnala come speciale il carattere che segue; la barra inversa
è ignorata durante il confronto. I caratteri speciali del modello
devono essere racchiusi tra apici se si vuole che siano considerati
così come sono scritti.
I caratteri speciali nelle espressioni regolari hanno i seguenti
significati:
- *
- Corrisponde a qualsiasi stringa, inclusa la stringa nulla. Quando è
abilitata l'opzione di shell globstar, e in un contesto di
espansione del nome di percorso viene usato *, due *
adiacenti usati come unico criterio di ricerca troveranno tutti i file e
zero o più directory e sottodirectory. Se seguito da un /,
due * adiacenti troveranno solo directory e sottodirectory.
- ?
- Corrisponde a qualsiasi carattere singolo.
- [...]
- Corrisponde a uno qualsiasi dei caratteri racchiusi fra parentesi quadre.
Una coppia di caratteri separati da un segno meno denota un'espressione
di intervallo, che individua ogni carattere che si trova tra quei due
caratteri, essi stessi inclusi, usando la sequenza di ordinamento della
localizzazione corrente. Se il primo carattere che segue il [
è un ! o un ^ allora qualsiasi carattere non
specificato è ritenuto corrispondente. L'ordine di ordinamento dei
caratteri nell'espressione di intervallo è determinato dalla
localizzazione corrente e dai valori delle variabili di shell
LC_COLLATE o LC_ALL , se
impostate. Per ottenere l'interpretazione tradizionale delle espressioni
d'intervallo, dove [a-d] è equivalente a [abcd],
impostare il valore della variabile di shell LC_ALL a C,
abilitare l'opzione di shell globasciiranges. Un -
può essere specificato includendolo come primo o ultimo carattere
nella lista. Una ] può essere specificata includendola come
primo carattere nella lista.
All'interno di [ e ], possono essere specificate
classi di caratteri usando la sintassi
[:classe:], dove classe è una delle
seguenti classi definite nello standard POSIX:
alnum alpha ascii blank cntrl digit graph lower print
punct space upper word xdigit
Una classe di caratteri trova una corrispondenza con qualsiasi carattere
appartenente a quella classe. La classe di caratteri
word individua
lettere, cifre e il carattere _.
All'interno di [ e ] può essere specificata
una classe di equivalenza con la sintassi
[=c=], che individua tutti i caratteri con lo stesso
grado di ordinamento (come definito dalla localizzazione corrente) del
carattere c.
All'interno di [ e ] la sintassi
[.symbol.] individua il simbolo di ordinamento
symbol.
Se l'opzione di shell extglob è abilitata col
comando incorporato shopt, vengono riconosciuti diversi operatori
estesi che descrivono modelli. Nella descrizione seguente, una
pattern-list è una lista di uno o più modelli separati
da una |. Possono essere formati modelli composti usando uno o
più dei seguenti sotto-modelli:
- ?(pattern-list)
- Individua zero o una occorrenza dei modelli specificati
- *(pattern-list)
- Individua zero o più occorrenze dei modelli specificati
- +(pattern-list)
- Individua una o più occorrenze dei modelli specificati
- @(pattern-list)
- Individua uno dei modelli specificati
- !(pattern-list)
- Individua qualsiasi cosa eccetto uno dei modelli specificati
Complicated extended pattern matching against long strings is
slow, especially when the patterns contain alternations and the strings
contain multiple matches. Using separate matches against shorter strings, or
using arrays of strings instead of a single long string, may be faster.
Dopo le precedenti espansioni, tutte le occorrenze non quotate dei
caratteri \, ' e " non originate da una delle
espansioni di cui sopra sono rimosse.
Prima che un comando sia eseguito, i suoi input e output possono
essere ridiretti usando una speciale notazione interpretata dalla
shell. La ridirezione permette ai puntatori (handle) ai file di comando di
essere duplicati, aperti, chiusi, fatti per far riferimento a file
differenti, e può cambiare i file da cui il comando legge o su cui
scrive. La ridirezione può anche essere usata per modificare i
puntatori ai file nell'ambiente di esecuzione della shell corrente. I
seguenti operatori di ridirezione possono precedere o apparire in qualsiasi
posizione all'interno di un comando semplice o possono venire
dopo un comando. Le ridirezioni sono elaborate nell'ordine in cui
compaiono, da sinistra a destra.
Ogni ridirezione che può essere preceduta da un numero di
descrittore di file può invece essere preceduta da una parola della
forma {varname}. In questo caso, per ogni operatore di ridirezione ad
eccezione di >&- e <&-, la shell allocherà un
descrittore di file maggiore o uguale a 10 e lo assegnerà a
varname. Se >&- o <&- è preceduto da
{varname}, il valore di varname definisce il descrittore di
file da chiudere. Se viene fornito {varname}, la ridirezione persiste
oltre l'ambito del comando, consentendo al programmatore di shell di gestire
da sé il descrittore di file.
Nelle seguenti descrizioni, se il numero di descrittore di file
è omesso, e il primo carattere dell'operatore di ridirezione è
<, la ridirezione si riferisce allo standard input (descrittore di
file 0). Se il primo carattere dell'operatore di ridirezione è
>, la ridirezione si riferisce allo standard output (descrittore
di file 1).
La parola che segue l'operatore di ridirezione nelle seguenti
descrizioni, se non diversamente specificato, è sottoposta a
espansione delle parentesi graffe, espansione della tilde, espansione di
parametro e di variabile, sostituzione di comando, espansione aritmetica,
rimozione dei caratteri di quotatura, espansione dei percorsi e suddivisione
in parole. Se si espande a più di una parola bash dà
una segnalazione di errore.
È da notare che l'ordine delle ridirezioni è
significativo. Per esempio, il comando
dirige sia lo standard output che lo standard error sul file
dirlist, mentre il comando
dirige solo lo standard output sul file dirlist,
poiché lo standard error è stato duplicato dallo standard
output prima che lo standard output fosse ridiretto su dirlist.
Bash manipola parecchi nomi-file specialmente quando sono
usati in ridirezioni, come descritto nella tavola seguente. Se il sistema
operativo nel quale Bash è in esecuzione fornisce questi file
speciali, bash userà quelli; altrimenti li emulerà
internamente col comportamento descritto più avanti.
- /dev/fd/fd
- Se fd è un intero valido, il descrittore di file fd
è duplicato.
- /dev/stdin
- Il descrittore di file 0 è duplicato.
- /dev/stdout
- Il descrittore di file 1 è duplicato.
- /dev/stderr
- Il descrittore di file 2 è duplicato.
- /dev/tcp/host/porta
- Se host è un nome di host valido o un indirizzo Internet, e
porta è un numero intero di porta o il nome di un servizio,
bash tenta di aprire ilsocket TCP corrispondente.
- /dev/udp/host/porta
- Se host è un nome di host valido o un indirizzo Internet, e
porta è un numero intero di porta o il nome di un servizio,
bash tenta di aprire il socket UDP corrispondente.
L'insuccesso nell'aprire o creare un file determina l'insuccesso
della ridirezione.
Ridirezioni con descrittori di file maggiori di 9 dovrebbero
essere usate con attenzione, poiché possono entrare in conflitto coi
descrittori di file usati internamente dalla shell.
Si noti che il comando incorporato e exec può fare
ridirezioni che hanno effetto nella shell corrente.
La ridirezione dell'input fa sì che il file il cui nome
risulta dall'espansione di parola venga aperto in lettura sul
descrittore di file n, o come standard input (descrittore di file 0)
se n non è specificato.
Il formato generico per ridirigere l'input è:
La ridirezione dell'output fa sì che il file il cui nome
risulta dall'espansione di parola venga aperto in scrittura sul
descrittore di file n, o come standard output (descrittore di file 1)
se n non è specificato. Se il file non esiste viene creato; se
esiste viene sovrascritto, come se fosse di dimensione zero.
Il formato generico per ridirigere l'output è:
Se l'operatore di ridirezione è >, e l'opzione
noclobber del comando incorporato set è stata
abilitata, la ridirezione non ha successo se il file il cui nome risulta
dall'espansione di parola esiste ed è un file regolare. Se
l'operatore di ridirezione è >|, o l'operatore di
ridirezione è > e l'opzione noclobber del comando
incorporato set non è abilitata, la ridirezione è
tentata anche se il file denominato da parola esiste.
La ridirezione dell'output in questo modalità fa sì
che il file il cui nome risulta dall'espansione di parola venga
aperto per accodare sul descrittore di file n, o sullo standard
output (descrittore di file 1) se n non è specificato. Se il
file non esiste viene creato.
Il formato generico per accodare l'output è:
Con questo costrutto, sia l'uscita dello standard output
(descrittore di file 1) che quella dello standard error (descrittore di file
2) sono ridirette sul file il cui nome risulta dall'espansione di
parola.
Vi sono due formati per ridirigere lo standard output e lo
standard error:
e
>&parola
Delle due forme, la prima è quella preferita. Questo
è semanticamente equivalente a
Usando la seconda forma, parola potrebbe non espandersi a
un numero o a -. Se capita, si applicano altri operatori di
ridirezione (vedi Duplicazione dei descrittori di file più
avanti) per ragioni di compatibilità.
Con questo costrutto, sia l'uscita dello standard output
(descrittore di file 1) che quella dello standard error (descrittore di file
2) viene accodata al file il cui nome è l'espansione di
parola.
Il formato per accodare lo standard output e lo standard error
è:
Questo è semanticamente equivalente a
(si veda Duplicazione dei descrittori di file più
avanti).
Questo tipo di ridirezione istruisce la shell a leggere l'input
dall'input corrente, finché non venga incontrata una riga contenente
solo delimitatore (senza alcun carattere blank dopo la parola
stessa). Tutte le righe lette fino a quel punto sono quindi usate come
standard input (o descrittore di file n se è specificato
n) per un comando.
Il formato degli here-document è il seguente:
[n]<<[-]word
here-document
delimitatore
Nessuna espansione di parametro e di variabile, sostituzione di
comando, espansione aritmetica o espansione di percorso è effettuata
su parola. Se una qualsiasi parte di parola è quotata,
il delimitatore è il risultato della rimozione dei caratteri
di quotatura da parola, e le righe nel here-document non vengono
espanse. Se parola non è quotata, tutte le righe del
here-document sono soggette a espansione di parametro, sostituzione di
comando ed espansione aritmetica, la sequenza \<newline>
è ignorata, e \ deve essere usata per quotare i caratteri
\, $ e `.
e l'operatore di ridirezione è <<-, tutti i
caratteri tab a inizio riga sono eliminati dalle righe in inpute dalla riga
che contiene delimitatore. Questo permette che un here-document
dentro uno script di shell possa essere indentato in maniera naturale.
Una variante degli here document, il formato è:
La parola è sottoposta a espansione della tilde,
espansione di parametro e di variabile, sostituzione di comando, espansione
aritmetica e rimozione dei caratteri di quotatura. L'espanisone di percorso
e la suddivisione in parole non vengono effettuate. Il risultato è
dato come una stringa singola, con un newline finale, al comando sul suo
standard input (o sul descrittore di file n se viene specificato
n.
L'operatore di ridirezione
è usato per duplicare descrittori di file di input. Se
parola si espande in una o più cifre, il descrittore di file
indicato da n è fatto diventare una copia di quel descrittore
di file. Se le cifre in parola non specificano un descrittore di file
aperto per l'input, si verifica un errore di ridirezione. Se parola
risulta essere, dopo l'espansione, -, il descrittore di file n
viene chiuso. Se n non è specificato, è usato lo
standard input (descrittore di file 0).
L'operatore
è usato in modo analogo per duplicare i descrittori di file
di output. Se n non è specificato, è usato lo standard
output (descrittore di file 1). Se le cifre in parola non specificano
un descrittore di file aperto in output, si verifica un errore di
ridirezione. Se parola risulta essere, dopo l'espansione, -,
il descrittore di file file n viene chiuso.Come caso speciale, se
n è omesso, e parola non si espande in una o più
cifre o in -, lo standard output e lo standard error sono ridiretti
come descritto in precedenza.
L'operatore di ridirezione
muove il descrittore di file cifra al descrittore di file
n, o allo standard input (descrittore di file 0) se n non
è specificato. cifra è chiuso dopo essere stato
duplicato in n.
Analogamente l'operatore di ridirezione
muove il descrittore di file cifra al descrittore di file
n, o allo standard output (descrittore di file 1) se n non
è specificato.
L'operatore di ridirezione
fa sì che il file il cui nome è l'espansione di
parola venga aperto sia in lettura che in scrittura sul descrittore
di file n, o sul descrittore di file 0 se n non è
specificato. Se il file non esiste, viene creato.
Gli alias consentono di sostituire una stringa con una
parola se usata come prima parola di un comando semplice. La shell mantiene
una lista di alias che possono essere impostati e rimossi con i comandi
incorporati alias e unalias (si veda COMANDI
INCORPORATI DELLA SHELL più avanti). La prima parola di
ogni comando, se non quotata, viene controllata per vedere se a essa
è associato un alias. Se è questo il caso, la parola è
sostituita dal valore dell'alias. I caratteri /, $, ` e
=, e ognuno dei metacaratteri della shell o i caratteri di
quotatura elencati sopra non possono apparire in un nome di alias. Il testo
da sostituire può contenere qualunque input valido per la shell,
inclusi i metacaratteri della shell. La prima parola del testo così
sostituito è controllata per vedere se contiene alias, ma una parola
che coincide con l'alias che si sta espandendo non viene espansa una seconda
volta. Questo significa che si può far interpretare ls come
ls -F, per esempio, e bash non tenta di espandere
ulteriormente il testo così sostituito Se l'ultimo carattere del
valore di un alias è un blank, allora la successiva parola di
comando che segue l'alias è pure controllata per l'espansione di
alias.
Gli alias sono creati ed elencati con il comando alias e
rimossi con il comando unalias.
Non vi è alcun meccanismo per usare argomenti nel testo da
sostituire. Se servono degli argomenti, si dovrà usare una funzione
di shell (si veda FUNZIONI più avanti).
Gli alias non sono espansi quando la shell non è
interattiva, a meno che l'opzione di shell expand_aliases non sia
impostata mediante shopt (si veda la descrizione di shopt
sotto COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL
più avanti).
Le regole che riguardano la definizione e l'uso degli alias
possono facilmente generare confusione. Bash legge sempre almeno una
riga completa di input, e tutte le righe che costituiscono un comando
composto, prima di eseguire qualsiasi comando di quella riga o il comanod
composto. Gli alias sono espansi quando un comando è letto, non
quando è eseguito. Perciò, una definizione di alias che appaia
sulla stessa riga che contiene già un altro comando non ha effetto
fino a che non è stata letta la successiva riga di input. I comandi
che seguono la definizione di un alias su una data riga non sono influenzati
da un nuovo alias. Questo comportamento è un problema anche quando
sono eseguite delle funzioni. Gli alias sono espansi quando viene letta una
definizione di funzione, non quando la funzione è eseguita,
poiché una definizione di funzione è essa stessa un comando.
Come conseguenza, gli alias definiti in una funzione sono disponibili solo
dopo che quella funzione è eseguita. Per maggior sicurezza, conviene
porre sempre le definizioni di alias su una riga separata e non usare
alias in comandi composti.
Quasi a tutti gli effetti, le finalità per cui sono usati
gli alias possono essere raggiunte usando invece funzioni di shell.
Una funzione di shell, definita come descritto prima in
GRAMMATICA DELLA SHELL, immagazzina una serie
di comandi per una futura esecuzione. Quando il nome di una funzione di
shell è usato come un nome di comando semplice, la lista di comandi
associati con quel nome di funzione viene eseguita. Le funzioni sono
eseguite nel contesto della shell corrente; nessun nuovo processo è
creato per interpretarle (a differenza di quanto avviene eseguendo uno
script di shell). Quando una funzione è eseguita, gli argomenti
passati alla funzione costituiscono i parametri posizionali della funzione
stessa. Il parametro speciale # viene aggiornato per riflettere il
cambiamento. Il parametro speciale 0 rimane inalterato. Il primo
elemento della variabile FUNCNAME è impostato al nome
della funzione durante l'esecuzione della funzione.
Tutti gli altri aspetti dell'ambiente di esecuzione della shell
sono identici tra una funzione e il suo chiamante con queste eccezioni: la
gestione dei segnali DEBUG e RETURN (si veda la
descrizione del comando incorporato trap sotto
COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti), i
quali non sono ereditati a meno che alla funzione sia stato dato l'attributo
trace (si veda la descrizione del comando incorporato
declare più avanti) o l'opzione di shell -o
functrace sia stata abilitata per mezzo del comando incorporato
set (nel qual caso tutte le funzioni ereditano la gestione dei
segnali DEBUG e RETURN) e la gestione del segnale
ERR non viene ereditata a meno che l'opzione di shell
-o errtrace sia stata abilitata.
Variabili locali alla funzione possono essere dichiarate con il
comando incorporato local. Di solito, le variabili e i loro valori
sono condivise tra la funzione e il suo chiamante. Se una variabile è
dichiarata locale, l'ambito visibile delle variabili è
ristretto a quella funzione e ai suoi figli (comprese le funzioni che
chiama). Le variabili locali oscurano le variabili con lo stesso nome
dichiarate negli ambiti precedenti. Per esempio, una variabile locale
dichiarata in una funzione nasconde una variabile globale con lo stesso
nome; i riferimenti e gli assegnamenti fanno riferimento alla variabile
locale, lasciando la variabile globale non modificata. Quando la funzione
restituisce un risultato, la variabile globale è nuovamente
visibile.
The shell uses dynamic scoping to control a variable's
visibility within functions. With dynamic scoping, visible variables and
their values are a result of the sequence of function calls that caused
execution to reach the current function. The value of a variable that a
function sees depends on its value within its caller, if any, whether that
caller is the "global" scope or another shell function. This is
also the value that a local variable declaration "shadows", and
the value that is restored when the function returns.
Per esempio, se una variabile locale var è
dichiarata come locale in una funzione func1, e func1 chiama
un'altra funzione func2, i riferimenti a var fatti
dall'interno di func2 si risolveranno nella variabile locale definita
in func1, oscurando qualsiasi variabile globale denominata
var.
The unset builtin also acts using the same dynamic scope:
if a variable is local to the current scope, unset will unset it;
otherwise the unset will refer to the variable found in any calling scope as
described above. If a variable at the current local scope is unset, it will
remain so until it is reset in that scope or until the function returns.
Once the function returns, any instance of the variable at a previous scope
will become visible. If the unset acts on a variable at a previous scope,
any instance of a variable with that name that had been shadowed will become
visible.
La variabie FUNCNEST, se impostata a un valore numerico
maggiore di 0, definisce un livello massimo di nidificazione. Le invocazioni
di funzione eccedenti tale limite provocano l'interruzione dell'intero
comando.
Se il comando incorporato return è eseguito in una
funzione, la funzione termina e l'esecuzione riprende con il comando che
viene subito dopo la chiamata di funzione. Qualsiasi comando associato con
la gestione del segnale RETURN viene eseguito prima di riprendere
l'esecuzione. Quando una funzione termina i valori dei parametri posizionali
e il parametro speciale # sono ripristinati ai valori che avevano
prima dell'esecuzione della funzione.
I nomi delle funzioni e le definizioni possono essere elencati con
l'opzione -f dei comandi incorporati declare o typeset.
L'opzione -F di declare o typeset elenca solo i nomi di
funzione (e opzionalmente il file d'origine e il numero di riga, se
l'opzione di shell extdebug è abilitata). Le funzioni possono
essere esportate, in modo che le subshell automaticamente le trovino
già definite con l'opzione -f del comando incorporato
export. Una definizione di funzione può essere cancellata
usando l'opzione -f del comando incorporato unset.
Le funzioni possono essere ricorsive. La variabile FUNCNEST
può essere usata per limitare la profondità dello stack della
chiamata di funzione e restringere il numero di invocazioni della funzione.
Come impostazione predefinita, nessun limite è posto sul numero di
chiamate ricorsive.
La shell permette di calcolare espressioni aritmetiche, sotto
certe circostanze (si veda i comandi incorporati let e
declare, il comando composto (( e Espansione
aritmetica). Il calcolo viene fatta usando interi a larghezza fissa,
senza controllo di supero della capacità, sebbene la divisione per 0
sia intercettata e segnalata come errore. Gli operatori e la loro
precedenza, associatività e valori, sono gli stessi del linguaggio C.
La seguente lista di operatori è raggruppata per operatori di uguale
livello di precedenza. I livelli sono elencati in ordine di precedenza
decrescente.
- id++
id--
- post-incremento e post-decremento di una variabile
- - +
- meno e più unari
- ++id --id
- pre-incremento e pre-decremento di una variabile
- ! ~
- negazione logica e "bit a bit"
- **
- elevamento a potenza
- * / %
- moltiplicazione, divisione, modulo
- + -
- addizione, sottrazione
- << >>
- scorrimento "bit a bit" a sinistra e a destra
- <= >= < >
- confronto
- == !=
- uguaglianza e differenza
- &
- AND "bit a bit"
- ^
- OR esclusivo "bit a bit"
- |
- OR "bit a bit"
- &&
- AND logico
- ||
- OR logico
- espr?espr:espr
- operatore condizionale
- = *= /= %= += -= <<= >>= &= ^= |=
- assegnamento
- espr1 ,
espr2
- virgola
Le variabili di shell possono essere usate come operandi;
l'espansione di parametro è effettuata prima della valutazione
dell'espressione. All'interno di un'espressione, le variabili di shell
possono essere referenziate anche per nome senza bisogno di usare la
sintassi di espansione di parametro. Una variabile di shell nulla o rimossa
ha valore 0 se referenziata per nome senza l'uso della sintassi di
espansione di parametro. Il valore di una variabile è valutato come
un'espressione aritmetica quando è referenziata, o quando a una
variabile a cui è stato dato l'attributo integer con
declare -i è stato assegnato un valore. Un valore nullo viene
considerato come 0. Non c'è bisogno di dichiarare come intera
una variabile di shell per poterla usare in un'espressione.
Le costanti intere seguono la definizione del linguaggio C, senza
suffissi o o costanti di tipo carattere. Le costanti che iniziano per 0 sono
interpretate come numeri ottali. Uno 0x o 0X iniziale si usa per indicare
numeri esadecimali. Altrimenti, i numeri prendono la forma [base#]n,
dove l'opzionale base è un numero decimale tra 2 e 64 che
definisce la base aritmetica, e n è un numero espresso in
quella base. Se base# è omessa, è usata la base 10.
Quando si specifica n, se è richesto un carattere che non sia
una cifra, le cifre maggiori di 9 sono rappresentate dalle lettere
minuscole, dalle lettere maiuscole, e da @ e _, in quest'ordine. Se la
base è minore o uguale a 36, le lettere minuscole e maiuscole
possono essere usate indifferentemente per rappresentare numeri compresi tra
10 e 35.
Gli operatori sono valutati in ordine di precedenza. Le
subespressioni tra parentesi sono valutate prima e possono prevalere sulle
regole di precedenza di cui sopra.
Le espressioni condizionali sono usate dal comando composto
[[ e dai comandi incorporati test e [ per verificare
attributi di file ed effettuare comparazioni aritmetiche e fra stringhe. I
comandi test e [ determinano il loro comportamento basato sul
numero d argomenti; si veda la descrizione di questi comandi per ogni altra
azione specifica del comando.
Le espressioni sono formate dalle seguenti primitive unarie o
binarie. Bash manipola parecchi nomi-file specialmente quando sono
usati in espressioni. Se il sistema operativo nel quale Bash è
in esecuzione fornisce questi file speciali, bash userà quelli;
altrimenti li emulerà internamente con questo comportamento: se
qualsiasi argomento di file di una delle primitive è della
forma /dev/fd/n, il descrittore di file n viene controllato.
Se l'argomento di file di una delle primitive è uno tra
/dev/stdin, /dev/stdout o /dev/stderr, il descrittore
di file 0, 1 o 2, rispettivamente, viene controllato.
Se non diversamente specificato, le primitive che operano su file
utilizzano eventuali collegamenti simbolici e operano sul file puntato dal
collegamento simbolico, invece che sul collegamento simbolico stesso.
Quando vengono usati con [[, gli operatori < e
> ordinano lessicograficamente usando la localizzazione corrente.
Il comando test usa l'ordinamento ASCII.
- -a file
- Vero se file esiste.
- -b file
- Vero se file esiste ed è un file speciale a blocchi.
- -c file
- Vero se file esiste ed è un file speciale a caratteri.
- -d file
- Vero se file esiste ed è una directory.
- -e file
- Vero se file esiste.
- -f file
- Vero se file esiste ed è un file normale.
- -g file
- Vero se file esiste ed è impostato il suo bit
set-group-id.
- -h file
- Vero se file esiste ed è un collegamento simbolico.
- -k file
- Vero se file ha il suo “sticky” bit impostato.
- -p file
- Vero se file esiste ed è una named pipe (FIFO).
- -r file
- Vero se file esiste ed è leggibile.
- -s file
- Vero se file esiste ed è di dimensione maggiore di zero
byte.
- -t fd
- Vero se il descrittore di file fd è aperto e si tratta di un
terminale.
- -u file
- Vero se file esiste ed è impostato il suo bit
set-user-id.
- -w file
- Vero se file esiste ed è scrivibile.
- -x file
- Vero se file esiste ed è eseguibile.
- -G file
- Vero se file esiste ed è di proprietà del gruppo
effettivo dell'utente.
- -L file
- Vero se file esiste ed è un collegamento simbolico.
- -N file
- Vero se file esiste ed è stato modificato dall'ultima volta
che è stato letto.
- -O file
- Vero se file esiste ed è di proprietà dell'id utente
effettivo.
- -S file
- Vero se file esiste ed è un socket.
- file1 -ef
file2
- Vero se file1 e file2 fanno riferimento allo stesso
dispositivo e agli stessi numeri di inode.
- file1 -nt
file2
- Vero se file1 è più recente (come data di modifica)
di file2 o se file1 esiste e file2 no.
- file1 -ot
file2
- Vero se file1 è più vecchio di file2, o se
file2 esiste e file1 no.
- -o optname
- Vero se l'opzione di shell optname è abilitata. Si veda
l'elenco delle opzioni sotto la descrizione dell'opzione -o al
comando incorporato set più avanti.
- -v
varname
- Vero se la variabile di shell varname è impostata (le
è stato assegnato un valore).
- -R varname
- Vero se la variabile di shell varname è impostata (le
è stato assegnato un valore) ed è un riferimento a un
nome.
- -z stringa
- Vero se la lunghezza di stringa è zero.
- stringa
- -n
stringa
- Vero se la lunghezza di stringa è diversa da zero.
- stringa1
== stringa2
- stringa1
= stringa2
- Vero se le stringhe sono uguali. Col comando test dovrebbe essere
usato = per conformità con lo standard POSIX. Quando
è usato col comando [[, effettua la ricerca di
corrispondenze come descritto precedentemente (Comandi
composti).
- stringa1
!= stringa2
- Vero se le stringhe non sono uguali.
- stringa1
< stringa2
- Vero se, lessicograficamente, stringa1 precede come ordine
stringa2.
- stringa1
> stringa2
- Vero se, lessicograficamente, stringa1 segue come ordine
stringa2.
- arg1 OP
arg2
- OP è uno tra -eq, -ne, -lt,
-le, -gt o -ge. Questi operatori aritmetici
binari risultano veri se arg1 è, rispettivamente, uguale,
non uguale, minore, minore o uguale, maggiore, o maggiore o uguale ad
arg2. Arg1 e arg2 possono essere numeri interi
positivi o negativi. Quando è usato col comando [[,
Arg1 e Arg2 sono valutati come espressioni aritmetiche (vedi
VALUTAZIONE ARITMETICA sopra).
Quando viene eseguito un comando semplice la shell effettua le
seguenti espansioni, assegnamenti e ridirezioni, da sinistra a destra, nel
seguente ordine.
- 1.
- Le parole che l'analizzatore ha individuato essere assegnamenti di
variabile (quelle che precedono il nome di comando) oppure ridirezioni
vengono messe da parte per un'elaborazione successiva.
- 2.
- Le parole che non sono assegnamenti di variabile o ridirezioni sono
espanse. Se è presente qualche parola dopo l'espansione, la prima
parola è considerata essere il nome del comando e le rimanenti
parole come argomenti dello stesso.
- 3.
- Le ridirezioni sono effettuate come descritte prima sotto
RIDIREZIONE.
- 4.
- Il testo dopo = in ogni assegnamento di variabile è
sottoposto a espansione della tilde, sostituzione di comando, espansione
aritmetica e rimozione dei caratteri di quotatura prima di venir assegnato
alla variabile.
Se non risulta nessun nome di comando, gli assegnamenti di
variabile influenzano l'ambiente di shell corrente. Altrimenti, le variabili
sono aggiunte all'ambiente del comando eseguito senza influenzare l'ambiente
di shell corrente. Se uno qualsiasi degli assegnamenti tenta di assegnare un
valore a una variabile in sola lettura, si verifica un errore e il comando
è terminato con uno stato diverso da zero.
Se non risulta nessun nome di comando le ridirezioni sono
effettuate ma senza influenzare l'ambiente di shell corrente. Se si verifica
un errore di ridirezione il comando è terminato con uno stato diverso
da zero.
Se è rimasto un nome di comando dopo l'espansione,
l'esecuzione procede come descritto sotto. Altrimenti, il comando esce. Se
una delle espansioni conteneva una sostituzione di comando lo stato di
uscita del comando è lo stato d'uscita dell'ultima sostituzione di
comando eseguita. Se non ci sono state sostituzioni di comando il comando
esce con uno stato d'uscita di zero.
Dopo che un comando è stato suddiviso in parole, se esso
risulta essere un comando semplice e di una lista opzionale di argomenti,
sono eseguite le seguenti azioni.
Se il nome del comando non contiene barra [/], la shell tenta di
localizzarla. Se esiste una funzione di shell con quel nome, viene invocata
quella funzione, come descritto prima in FUNZIONI. Se il nome
non corrisponde a una funzione, la shell lo cerca nella lista dei
comandi incorporati della shell. Se ne viene trovato uno corrispondente,
viene invocato quel comando incorporato.
Se il nome non è né una funzione di shell né
un comando incorporato, e non contiene alcuna barra [/], bash cerca
tra gli elementi della variabile PATH una directory che
contenga un file eseguibile con quel nome. Bash usa una
tabella hash [indicizzata] per ricordare i percorsi completi dei file
eseguibili (si veda hash sotto COMANDI
INCORPORATI DELLA SHELL più avanti). Una ricerca completa
nelle directory in PATH è effettuata solo se il comando
non viene trovato nella tabella hash. Se la ricerca non ha successo,
la shell cerca una funzione di shell, già definita, chiamata
command_not_found_handle. Se questa funzione esiste, viene invocata
in un ambiente di esecuzione separato col comando originale e gli argomenti
di quest'ultimo come suoi argomenti, e lo stato d'uscita della funzione
diventa lo stato d'uscita di quella subshell. Se quella funzione non
è definita, la shell stampa un messaggio di errore e ritorna uno
stato d'uscita di 127.
Se la ricerca ha successo, o se il nome del comando contiene uno o
più barre [/], la shell esegue il programma indicato in un ambiente
di esecuzione separato. L'argomento 0 è impostato al nome
specificato, e i rimanenti argomenti del comando sono impostati agli
argomenti specificati, se presenti.
Se quest'esecuzione non ha successo perché il file non
è in formato eseguibile e il file non è una directory, si
suppone che sia uno script di shell, cioè un file che
contiene comandi di shell, ed è generata una subshell per eseguirlo.
Questa subshell reinizializza se stessa, così che l'effetto è
come se fosse stata invocata una nuova shell per gestire lo script, con la
differenza che la lista dei nomi completi di comando ricordati dalla shell
genitrice (si veda hash più avanti sotto COMANDI
INCORPORATI DELLA SHELL) sono disponibili anche alla shell
figlia.
Se il programma è un file che inizia con #!, il
resto della prima riga del file stesso specifica un interprete da invocare.
La shell esegue l'interprete specificato su sistemi operativi che non
gestiscono questo formato eseguibile essi stessi. Gli argomenti per
l'interprete consistono di un singolo argomento opzionale che segue il nome
dell'interprete sulla prima riga del programma, seguito dal nome del
programma, seguito dagli argomenti forniti al comando, se ve ne sono.
La shell ha un ambiente di esecuzione, costituito da:
- file aperti ereditati dalla shell all'invocazione, come modificati dalle
ridirezioni fornite al comando incorporato exec
- la corrente directory di lavoro come impostata da cd, pushd
o popd, o ereditata dalla shell all'invocazione
- la maschera del modo di creazione dei file come impostata da umask
o ereditata dalla shell genitrice
- i segnali da intercettare impostati da trap
- parametri di shell che sono stati impostati da un assegnamento di
variabile o con set, o ereditati dalla shell genitrice
nell'ambiente
- funzioni di shell definite durante l'esecuzione o ereditate dalla shell
genitrice nell'ambiente
- opzioni abilitate all'invocazione (sia in modo predefinito che con
argomenti da riga di comando) o da set
- opzioni abilitate da shopt
- alias di shell definiti da alias
- vari ID di processo, inclusi quelli dei job in background, il valore di
$$ e il valore di PPID.
Quando un comando semplice, diverso da una funzione incorporata o
da una funzione di shell, dev'essere eseguito, viene invocato in un ambiente
di esecuzione separato che comprende tutto quello che viene illustrato qui
di seguito. Se non altrimenti notato, i valori sono ereditati dalla
shell.
- i file aperti della shell, più qualsiasi modificazione e aggiunta
specificata dalle ridirezioni al comando
- la directory di lavoro corrente
- la maschera del modo di creazione dei file
- variabili di shell e funzioni dichiarate esportabili, insieme alle
variabili esportate per il comando, passate nell'ambiente
- i segnali da intercettare come da comando trap dalla shell sono riportati
ai valori ereditati dalla shell genitrice, e i segnali ignorati dalla
shell vengono ignorati
Un comando invocato in quest'ambiente separato non può
influenzare l'ambiente di esecuzione della shell [genitrice].
Sostituzione di comando, comandi raggruppati fra parentesi e
comandi asincroni sono invocati in un ambiente di subshell che è un
duplicato dell'ambiente di shell, con l'eccezione che i segnali intercettati
dalla shell sono riportati ai valori che la shell eredita dalla shell
genitrice all'invocazione. I comandi incorporati che sono invocati come
parte di una pipeline sono anch'essi eseguiti in un ambiente di subshell.
Modifiche fatte all'ambiente di subshell non possono influenzare l'ambiente
di esecuzione della shell [genitrice].
Le subshell create per eseguire sostituzioni di comando ereditano
il valore dell'opzione -e dalla shell genitrice. Quando non è
in modalità posix, bash toglie l'opzione -e in
tali subshell.
Se un comando è invocato da un & e il
job-control non è attivo, lo standard input predefinito per il
comando è il file vuoto /dev/null. Altrimenti il comando
invocato eredita i descrittori di file della shell chiamante come modificati
dalle ridirezioni.
Quando viene invocato un programma gli viene dato un array di
stringhe chiamato insieme delle variabili di ambiente. Questa
è una lista di coppie nome-valore, della forma
nome=valore.
La shell consente di manipolare l'ambiente in molti modi.
All'invocazione, la shell esamina il suo ambiente e crea un parametro per
ogni nome trovato, marcandolo automaticamente per essere esportato ai
processi figli. I comandi eseguiti ereditano l'ambiente. I comandi
export e declare -x permettono di aggiungere o togliere
dall'ambiente parametri e funzioni. Se il valore di un parametro d'ambiente
viene modificato, il nuovo valore diventa parte dell'ambiente, sostituendo
il valore precedente. L'ambiente ereditato da qualsiasi comando eseguito
è costituito dall'ambiente iniziale della shell, i cui valori possono
essere modificati nella shell, diminuiti di ogni coppia rimossa dal comando
unset, e aumentati da ogni aggiunta attraverso i comandi
export e declare -x.
L'ambiente per qualsiasi comando semplice o funzione
può essere ampliato temporaneamente premettendo degli assegnamenti di
parametro al comando stesso, come descritto prima in
PARAMETRI. Queste istruzioni di assegnamento
influenzano solo l'ambiente utilizzato da quel comando.
Se è impostata l'opzione -k (si veda il comando
incorporato set più avanti), tutti gli assegnamenti di
parametro sono resi disponibili nell'ambiente del comando, non solo quelli
che precedono il nome del comando.
Quando bash invoca un comando esterno, la variabile
_ viene impostata al nome completo del percorso del comando, e
passato a quel comando nel suo ambiente.
Lo stato d'uscita di un comando eseguito è il valore
ritornato dalla chiamata di sistema waitpid o da una funzione
equivalente. Gli stati d'uscita ricadono nell'intervallo fra 0 e 255 anche
se, come spiegato più avanti, la shell può usare valori
superiori a 125 in casi particolari. Anche gli stati d'uscita dei comandi
incorporati della shell e dei comandi composti sono circoscritti in questo
intervallo. In casi particolari la shell usa valori speciali per indicare
specifiche situazioni di insuccesso.
Ai fini della shell, un comando che termina con uno stato d'uscita
zero ha avuto successo. Uno stato d'uscita pari a zero indica successo. Uno
stato d'uscita diverso da zero indica errore. Quando un comando termina su
un segnale fatale N, bash usa il valore di 128+N come
stato d'uscita.
Se un comando non viene trovato, il processo figlio creato per
eseguirlo ritorna uno stato pari a 127. Se un comando viene trovato ma non
è eseguibile lo stato di ritorno è 126.
Se un comando non ha successo a causa di un errore durante
l'espansione o la ridirezione, lo stato d'uscita è maggiore di
zero.
I comandi incorporati della shell restituiscono uno stato di 0
(vero) in caso di successo, e diverso da zero (falso) in caso
di errore durante l'esecuzione. Tutti i comandi incorporati restituiscono
uno stato d'uscita di 2 per indicare l'uso scorretto,, generalmento opzioni
non valide o argomenti mancanti.
Bash stessa ritorna lo stato d'uscita dell'ultimo comando
eseguito, a meno che non avvenga un errore di sintassi, nel qual caso essa
esce con un valore diverso da zero. Si veda anche il comando incorporato
exit più avanti.
Quando bash è interattiva, in assenza di ogni
segnale da intercettare col comando trap, ignora SIGTERM
(così che kill 0 non uccide una shell interattiva), e
SIGINT viene intercettato e gestito (così che
il comando incorporato wait è interrompibile). In tutti i
casi, bash ignora SIGQUIT. Se si usa il job-control,
bash ignora SIGTTIN,
SIGTTOU e SIGTSTP.
I comandi non incorporati invocati da bash hanno i gestori
di segnali impostati sui valori ereditati dalla shell dalla sua genitrice.
Quando non si usa il job-control, i comandi asincroni ignorano
SIGINT e SIGQUIT. in aggiunta a questi
gestori ereditati. I comandi eseguiti come risultato di una
sostituzione di comando ignorano i segnali di job-control generati da
tastiera SIGTTIN, SIGTTOU e
SIGTSTP.
Come comportamento predefinito, la shell esce al ricevimento di un
SIGHUP. Prima di uscire, una shell interattiva ri-invia un
segnale SIGHUP a tutti i job (richiesti tramite
job-control), in esecuzione o sospesi. Ai job sospesi viene inviato
un segnale SIGCONT per essere sicuri che ricevano il
segnale SIGHUP. Per prevenire l'invio del segnale da
parte della shell a un particolare job, quest'ultimo dovrebbe essere rimosso
dalla tabella dei job col comando incorporato disown (si veda
COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti) o
contrassegnato per non ricevere SIGHUP usando disown
-h.
Se l'opzione di shell huponexit è stata impostata
con shopt, bash invia un segnale SIGHUP a tutti
i job quando una shell di login interattiva esce.
Se bash è in attesa che un comando finisca e riceve
un segnale per il quale è stato impostata un'intercettazione di
segnale, il comando relativo alla gestione del segnale viene eseguito solo
al termine del comando. Quando bash è in attesa della fine di
un comando asincrono attraverso il comando incorporato wait, la
ricezione di un segnale per il quale un'intercettazione di segnale è
stata impostata fa sì che il comando incorporato wait termini
immediatamente con uno stato d'uscita maggiore di 128, e immediatamente dopo
viene innescata la gestione del segnale intercettato.
Il termine job-control si riferisce alla capacità di
fermare (sospendere) selettivamente l'esecuzione di processi e
continuare (riprendere) la loro esecuzione in seguito. Tipicamente,
un utente utilizza questa possibilità attraverso un'interfaccia
interattiva costituita congiuntamente dal driver del terminale del kernel
del sistema operativo e da bash.
La shell associa un job a ogni pipeline. Essa mantiene una
tabella dei job correntemente in esecuzione, che può essere
visualizzata con il comando jobs. Quando bash avvia un job in
modo asincrono (in background), stampa una riga tipo:
che indica che questo job è il job numero 1 e che l'ID di
processo dell'ultimo processo nella pipeline associata a questo job è
25647. Tutti i processi in una singola pipeline fanno parte dello stesso
job. Bash usa l'astrazione job come base per il
job-control.
Per facilitare l'implementazione dell'interfaccia utente per il
job-control, il sistema mantiene la nozione di ID del gruppo di processi
del terminale corrente. I membri di questo gruppo di processo
(processi il cui ID del gruppo di processo è uguale all'ID del gruppo
di processo del terminale corrente) ricevono segnali generati da tastiera,
come SIGINT. Si dice che questi processi sono in
primo piano (foreground - oppure sincroni). I processi in
background (sullo sfondo - oppure asincroni) sono quelli il cui ID
del gruppo di processo differisce da quello del terminale; tali processi
sono immuni dai segnali generati da tastiera. Solo ai processi in primo
piano è permesso di leggere o, se l'utente l'ha specificato con
stty tostop, scrivere sul terminale. Ai processi
nascosti che tentano di leggere dal terminale (o scriverci sopra quando
stty tostop è in azione) è inviato un
segnale SIGTTIN (SIGTTOU) dal driver del
terminale del kernel, che, se non intercettato, sospende il processo.
Se il sistema operativo sul quale bash è in
esecuzione supporta il job-control, bash è in grado di
utilizzarlo. Battere il carattere di sospensione (tipicamente
^Z, Control-Z) mentre un processo è in esecuzione, provoca la
sospensione di quel processo e restituisce il controllo a bash.
Battere il carattere di sospensione ritardata (tipicamente ^Y,
Control-Y) provoca la sospensione del processo quando questo tenta di
leggere input dal terminale, e la restituzione del controllo a bash.
Si può poi cambiare lo stato di questo job, usando il comando
bg per continuarlo in background, il comando fg per riportarlo
in primo piano, o il comando kill per farlo terminare. Un ^Z
ha effetto immediatamente, e ha l'effetto collaterale di causare la perdita
dell'output in sospeso e del "type ahead" (caratteri immessi a
terminale ma non ancora passati al programma).
Vi sono diversi modi per riferirsi a un job nella shell. Il
carattere % designa una specifica di job (jobspec). Un job con
numero n può essere indicato come %n. Un job può
anche essere indicato usando un prefisso del nome usato per avviarlo, o
usando una sottostringa che appare nella sua riga di comando. Per esempio,
%ce si riferisce a un job sospeso il cui nome di comando inizia con
ce. Se un prefisso corrisponde a più di un job, bash
restituisce un messaggio di errore. L'uso di %?ce, d'altra parte,
indica qualsiasi job che contiene la stringa ce nella sua riga di
comando. Se la sottostringa corrisponde a più di un job, bash
restituisce un messaggio di errore. I simboli %% e %+ si
riferiscono alla nozione della shell del job corrente, ossia l'ultimo
job sospeso mentre era in primo piano o avviato in background. Il job
precedente può essere referenziato usando %-. Se
c'è un solo job, %+ e %- possono essere usati entrambi
per far riferimento a quel job. Nell'output che riguarda i job (per esempio,
l'output del comando jobs), il job corrente è sempre segnalato
con un +, ed il job precedente con un -. Un singolo % (senza
alcuna specificazione associata) è pure un modo per designare il job
corrente.
La semplice menzione di un job può essere usata per
riportarlo in primo piano: %1 è un sinonimo per “fg
%1”, che porta il job 1 dal background al foreground (in primo
piano). Nello stesso modo, “%1 &” riprende
l'esecuzione del job 1 in background, ossia equivale a “bg
%1”.
La shell viene notificata immediatamente ogni volta che un job
cambia stato. Normalmente, bash aspetta finché non deve
stampare un prompt prima di informare dei cambiamenti nello stato di un job,
in modo da non interrompere alcun altro output. Se l'opzione -b del
comando incorporato set è impostata, bash riporta tali
cambiamenti immediatamente. Delle eventuali istruzioni di intercettazione
del segnale SIGCHLD viene eseguita per ogni processo
figlio che esce.
Se si tenta di uscire da bash mentre vi sono dei job
sospesi(o, se è stata abilitata l'opzione di shell checkjobs
usando il comando incorporato shopt, in esecuzione), la shell stampa
un messaggio di avvertimento e, se viene abilitata l'opzione
checkjobs, elenca i job e i loro stati. Si può quindi usare il
comando jobs per controllare il loro stato. Se si fa un secondo
tentativo per uscire senza immettere alcun altro comando, non si riceve
più il messaggio di avvertimento e ogni job sospeso viene
terminato.
Quando la shell è in attesa di un job o di un processo
usando il comando incorporato wait e il job-control è
abilitato, wait ritornerà lo stato di completamento quando il
job cambia stato. Con l'opzione -f wait attende finché
il job o il processo termina prima di ritornare.
Quando eseguita interattivamente, bash mostra il prompt
primario PS1 quando è pronta per leggere un comando, e
il prompt secondario PS2 quando è in attesa di
altro input per completare un comando. Bash mostra
PS0 dopo aver letto un comando ma prima di eseguirlo.
Bash mostra PS4 come descritto sopra prima di
tracciare ciascun comando quando è abilitata l'opzione -x.
Bash permette di personalizzare queste stringhe di prompt inserendo
un certo numero di caratteri speciali preceduti dalla barra inversa che sono
decodificati come segue:
- \a
- un carattere ASCII di campanello (07)
- \d
- la data nel formato "Giorno-della-settimana Mese Giorno" (ad
es., "Tue May 26")
- \D{formato}
- il formato viene passato a strftime(3) e il risultato
è inserito nella stringa di prompt; un formato vuoto genera
una rappresentazione di data/ora specifica della localizzazione. Le
parentesi graffe sono obbligatorie
- \e
- un carattere ASCII di escape (033)
- \h
- il nome dell'host fino al primo `.'
- \H
- il nome dell'host
- \j
- il numero di job attualmente gestiti dalla shell
- \l
- il basename del terminale in cui è eseguita la shell
- \n
- newline [su una nuova riga]
- \r
- ritorno carrello
- \s
- il nome della shell, il basename di $0 (la parte che segue l'ultima
barra [/])
- \t
- l'ora corrente nel formato HH:MM:SS 24 ore
- \T
- l'ora corrente nel formato HH:MM:SS 12 ore
- \@
- l'ora corrente nel formato am/pm 12 ore
- \A
- l'ora corrente nel formato HH:MM 24 ore
- \u
- il nome-utente dell'utente corrente
- \v
- la versione di bash (ad es., 2.00)
- \V
- la release di bash, versione + livello di patch (ad es.,
2.00.0)
- \w
- la directory di lavoro corrente, con $HOME abbreviato da una
tilde (usa il valore della variabile
PROMPT_DIRTRIM)
- \W
- il basename della directory di lavoro corrente, con
$HOME abbreviato con una tilde
- \!
- il numero nella cronologia del comando attuale
- \#
- il numero di comando del comando attuale
- \$
- se l'UID effettivo è 0, un #, altrimenti un $
- \nnn
- il carattere [ASCII] che corrisponde al numero ottale nnn
- \\
- una barra inversa
- \[
- marca l'inizio di una sequenza di caratteri non stampabili, che può
essere usata per includere nel prompt una sequenza di controllo del
terminale
- \]
- marca la fine di una sequenza di caratteri non stampabili
The command number and the history number are usually different:
the history number of a command is its position in the history list, which
may include commands restored from the history file (see
HISTORY below), while the command number is the
position in the sequence of commands executed during the current shell
session. After the string is decoded, it is expanded via parameter
expansion, command substitution, arithmetic expansion, and quote removal,
subject to the value of the promptvars shell option (see the
description of the shopt command under SHELL BUILTIN
COMMANDS below). This can have unwanted side effects if escaped
portions of the string appear within command substitution or contain
characters special to word expansion.
Questa è la libreria che gestisce la lettura dell'input
quando si usa una shell interattiva, a meno che non si specifichi l'opzione
--noediting all'invocazione della shell. La modifica di riga è
usata anche quando viene passata l'opzione -e al comando incorporato
read. Come comportamento predefinito, i comandi per l'editor della
riga comandi sono simili a quelli di Emacs. È anche disponibile
un'interfaccia per editor di riga in stile vi. La modifica di riga
può essere abilitata in ogni momento con le opzioni -o emacs o
-o vi del comando incorporato set (si veda COMANDI
INCORPORATI DELLA SHELL più avanti). Per chiudere l'editor
di riga dopo l'esecuzione della shell utilizzare l'opzione +o
emacs o +o vi del comando incorporato set.
In questa sezione, si usa la notazione in stile Emacs per indicare
i tasti da battere. I tasti di controllo sono indicati da C-tasto,
per esempio, C-n significa Control-N. In modo simile, i meta tasti
sono indicati da M-tasto, cioè M-x significa Meta-X. (Sulle
tastiere senza un tasto meta, M-x significa ESC x,
cioè, si preme il tasto Escape e poi il tasto x. Questo rende
ESC il meta prefisso. La combinazione M-C-x significa
ESC-Control-x, ossia si preme il tasto Escape poi si tiene il tasto
Control mentre si preme il tasto x).
Ai comandi readline possono essere specificati argomenti
numerici, che normalmente sono dei contatori di ripetizione. A volte,
tuttavia, è il segno dell'argomento a essere significativo. Passando
un argomento negativo a un comando che agisce in avanti (ad es.,
kill-line), il comando agisce nella direzione opposta. I comandi il
cui comportamento con gli argomenti è diverso da questo sono indicati
più avanti.
Quando un comando è descritto come eliminazione di
testo, il testo cancellato viene salvato per un possibile riutilizzo futuro
(yanking). Il testo eliminato viene salvato in un kill-ring.
Eliminazioni consecutive provocano l'accumulazione del testo in una
unità, che può essere recuperata tutta in una volta. Comandi
che non eliminano testo separano parti di testo nel kill-ring.
Readline è personalizzata inserendo comandi in un file di
inizializzazione (il file inputrc). Il nome di questo file è
preso dal valore della variabile INPUTRC. Se questa variabile
non è definita il valore predefinito è
~/.inputrc. Se quel file non esiste o non può essere letto, il
valore predefinito ultimo è /etc/inputrc. Quando un programma
che usa la libreria readline viene avviato, viene letto il file di
inizializzazione, e vengono impostate le associazioni di tasti e assegnate
le variabili. Ci sono solo alcuni costrutti base consentiti nel file
d'inizializzazione di readline. Le righe vuote sono ignorate. Le righe che
iniziano con un # sono commenti. Le righe che iniziano con un
$ indicano costrutti condizionali. Le altre righe indicano
associazioni di tasti e impostazioni di variabili.
Le associazioni di tasti predefiniti possono essere cambiate con
un file inputrc. Altri programmi che usano questa libreria possono
aggiungere i loro propri comandi e associazioni.
Per esempio, porre
M-Control-u: universal-argument
o
C-Meta-u: universal-argument
nel file inputrc farebbe eseguire a M-C-u il comando della readline
universal-argument.
Sono riconosciuti i seguenti nomi simbolici di carattere:
RUBOUT, DEL, ESC, LFD, NEWLINE,
RET, RETURN, SPC, SPACE e TAB.
In aggiunta al nome del comando, readline consente che a un tasto
corrisponda una stringa che è inserita quando quel tasto è
premuto (una macro).
La sintassi per il controllo delle associazioni dei tasti nel file
inputrc è semplice. Tutto quel che è richiesto è
il nome del comando o il testo di una macro e una sequenza di tasti alla
quale dovrà essere associato. Il nome può essere specificato
in uno di due modi: come nome simbolico di un tasto, eventualmente con i
prefissi Meta- o Control-, o come una sequenza di tasti.
Quando si usa la forma nome-tasto:nome-funzione o
macro, nome-tasto è il nome di un tasto in inglese. Per
esempio:
Control-u: universal-argument
Meta-Rubout: backward-kill-word
Control-o: "> output"
Negli esempi precedenti, C-u viene collegato alla funzione
universal-argument, M-DEL viene collegato alla funzione
backward-kill-word, e C-o viene collegato all'esecuzione della
macro indicata sul lato destro (cioè, inserire il testo ``>
output'' nella riga).
Nella seconda forma,
"sequenza-tasti":nome-funzione o macro,
sequenza-tasti differisce da nome-tasto visto sopra, per il
fatto che la stringa che denota un'intera sequenza di tasti può
essere specificata ponendo la sequenza fra virgolette. Alcuni tasti di
protezione (escape) nello stile GNU Emacs possono essere usati, come nei
seguenti esempi, ma i nomi simbolici dei caratteri non si possono
utilizzare.
"\C-u": universal-argument
"\C-x\C-r": re-read-init-file
"\e[11~": "Function Key 1"
In questo esempio, C-u viene ancora collegato alla funzione
universal-argument. C-x C-r viene collegato alla funzione
re-read-init-file, e ESC [ 1 1 ~ viene collegato
all'inserimento del testo ``Function Key 1''.
L'insieme completo delle sequenze di protezione (escape) in stile
GNU Emacs è
- \C-
- prefisso control
- \M-
- prefisso meta
- \e
- un carattere di escape
- \\
- barra inversa
- \"
- il carattere "
- \'
- il carattere '
In aggiunta alle sequenze di protezione che iniziano col tasto
escape in stile GNU Emacs, è disponibile un secondo insieme di
sequenze di protezione che iniziano con la barra inversa:
- \a
- avviso (segnale acustico)
- \b
- backspace
- \d
- cancella [delete - tasto Del o Canc]
- \f
- salto pagina
- \n
- newline [su una nuova riga]
- \r
- ritorno carrello
- \t
- tabulazione orizzontale
- \v
- tabulazione verticale
- \nnn
- il carattere a otto bit il cui valore è il valore ottale nnn
(da una a tre cifre)
- \xHH
- il carattere a otto bit il cui valore è il valore esadecimale
HH (una o due cifre esadecimali)
Quando si inserisce il testo di una macro, apostrofi o virgolette
devono essere usati per indicare una definizione di macro. Un testo non
quotato si suppone che sia un nome di funzione. Nel corpo della macro, i
segni di protezione \ idescritti prima vengono espansi. La barra
inversa quota qualsiasi altro carattere nel testo della macro, inclusi
" e '.
Bash permette di mostrare o modificare le associazioni
correnti dei tasti di readline con il comando incorporato bind. La
modalità di modifica può essere cambiata durante l'uso
interattivo usando l'opzione -o del comando incorporato set
(si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più
avanti).
Readline ha delle variabili che possono essere usate per
personalizzare ulteriormente il suo comportamento. Una variabile può
essere impostata nel file inputrc con un'istruzione della forma
set nome-variabile valore
o usando il comando incorporato bind (si veda
COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più
avanti).
Tranne dove diversamente indicato, le variabili di readline
possono avere i valori On o Off (senza distinzione fra
maiuscole e minuscole). I nomi di variabile non riconosciuti vengono
ignorati. Quando viene letto un valore di variabile, i valori vuoti o nulli,
"on" (senza distinzione fra maiuscole e minuscole) o "1"
sono equivalenti a On. Tutti gli altri valori sono equivalenti a
Off. Le variabili e i loro valori predefiniti sono:
- bell-style
(audible)
- Controlla cosa succede se readline vuole usare il segnalatore acustico del
terminale. Se impostato a none, readline non emette alcun segnale.
Se impostato a visible, readline usa un segnalatore visivo se
disponibile. Se impostato a audible, readline tenta di attivare il
segnalatore acustico del terminale.
- bind-tty-special-chars
(On)
- Se impostato a On, readline tenta di associare i caratteri di
controllo trattati in modo speciale dal driver del terminale nel kernel
agli equivalenti degli stessi come descritti da readline.
- blink-matching-paren
(Off)
- If set to On, readline attempts to briefly move the cursor to an
opening parenthesis when a closing parenthesis is inserted.
- colored-completion-prefix
(Off)
- If set to On, when listing completions, readline displays the
common prefix of the set of possible completions using a different color.
The color definitions are taken from the value of the LS_COLORS
environment variable.
- colored-stats
(Off)
- Se impostata a On, readline visualizza i possibili completamenti
usando colori diversi per indicare il tipo di file. Le definizioni dei
colori sono prese dalla variabile d'ambiente LS_COLORS.
- La stringa che è inserita quando è eseguito il comando
insert-comment. Questo comando è associato a M-# in
modalità comandi Emacs e a # in modalità comandi di
vi.
- completion-display-width
(-1)
- The number of screen columns used to display possible matches when
performing completion. The value is ignored if it is less than 0 or
greater than the terminal screen width. A value of 0 will cause matches to
be displayed one per line. The default value is -1.
- completion-ignore-case
(Off)
- Se impostato a On, readline effettua l'individuazione dei nomi-file
e il completamento senza distinguere le lettere maiuscole dalle lettere
minuscole.
- completion-map-case
(Off)
- If set to On, and completion-ignore-case is enabled,
readline treats hyphens (-) and underscores (_) as
equivalent when performing case-insensitive filename matching and
completion.
- completion-prefix-display-length
(0)
- La lunghezza in caratteri del prefisso comune di una lista di possibili
completamenti che è visualizzata senza modifiche. Quando è
impostata a un valore maggiore di zero, i prefissi comuni più
lunghi di questo valore sono rimpiazzati da un'ellissi quando vengono
visualizzati possibili completamenti.
- completion-query-items
(100)
- Questo determina a che punto interpellare l'utente per visualizzare i
possibili completamenti generati dal comando possible-completions.
Può essere impostato a un numero intero maggiore o uguale a zero.
Se il numero di possibili completamenti è maggiore o uguale al
valore di questa variabile, readline chiederà se l'utente desidera
vederli o no; altrimenti essi sono semplicemente elencati sul
terminale.
- convert-meta
(On)
- Se impostato a On, readline converte i caratteri con l'ottavo bit
uguale a 1 a una sequenza di caratteri ASCII eliminando l'ottavo bit e
aggiungendo come prefisso un carattere di protezione (in pratica, usando
l'escape come il prefisso meta). Il predefinito è
Off, ma readline lo imposterà a On se la
localizzazione contiene caratteri a otto bit.
- disable-completion
(Off)
- Se impostato a On, readline inibisce il completamento della parola.
I caratteri di completamento saranno inseriti nella riga come se fossero
stati mappati come self-insert.
- echo-control-characters
(On)
- Quando è impostato a On, sui sistemi operativi che lo
suppportano, readline visualizza un carattere corrispondente a un segnale
generato dalla tastiera.
- editing-mode
(emacs)
- Controlla se readline parte con un insieme di associazioni di tasti simile
a Emacs o vi. editing-mode (modalità di
modifica) può essere impostato a emacs o a vi.
- emacs-mode-string
(@)
- If the show-mode-in-prompt variable is enabled, this string is
displayed immediately before the last line of the primary prompt when
emacs editing mode is active. The value is expanded like a key binding, so
the standard set of meta- and control prefixes and backslash escape
sequences is available. Use the \1 and \2 escapes to begin and end
sequences of non-printing characters, which can be used to embed a
terminal control sequence into the mode string.
- enable-bracketed-paste
(On)
- When set to On, readline will configure the terminal in a way that
will enable it to insert each paste into the editing buffer as a single
string of characters, instead of treating each character as if it had been
read from the keyboard. This can prevent pasted characters from being
interpreted as editing commands.
- enable-keypad
(Off)
- Quando impostato a On, readline tenta di abilitare il tastierino
numerico se viene utilizzato. Alcuni sistemi richiedono questo per
abilitare i tasti-freccia.
- enable-meta-key
(On)
- Quando è impostato a On, readline tenta di abilitare
qualsiasi meta tasto modificatore che il terminale dichiara di supportare
quando viene chiamato. Su molti terminali il meta tasto è usato per
inviare caratteri a otto bit.
- expand-tilde
(Off)
- Se impostato a On, l'espansione della tilde è effettuata
quando readline tenta il completamento della parola.
- history-preserve-point
(Off)
- Se impostato a On, il codice che implementa la cronologia tenta di
piazzare il cursore nel punto in cui si trovava su ogni riga della
cronologia visualizzata con previous-history o
next-history.
- history-size
(unset)
- Definisce il numero massimo di voci salvate nella cronologia. Se impostata
a zero, vengono cancellate tutte le voci esistenti e nessuna nuova voce
viene salvata. Se impostata a un numero minore di zero, il numero di
registrazioni è illimitato. Come impostazione predefinita, il
numero di voci di cronologia è impostato al valore della variabile
di shell HISTSIZE . Se si tenta di impostare history-size a
un valore non numerico, il numero massimo di voci della cronologia
sarà 500.
- horizontal-scroll-mode
(Off)
- Quando impostato a On, richiede a readline di usare una sola riga
per la visualizzazione, facendo scorrere l'input in orizzontale su una
sola riga dello schermo quando essa risulti più lunga della
larghezza dello schermo, invece che andando a capo su una nuova riga.
Qust'impostazione è abilitata automaticamente nei terminali di
altezza 1.
- input-meta
(Off)
- Se impostato a On, readline abilita l'input a otto bit
(cioè, non toglie l'ottavo bit dai caratteri che legge),
indipendentemente da quello che il terminale dichiara di supportare. Il
nome meta-flag è un sinonimo per questa variabile. Il
predefinito è Off, ma readline lo imposterà a
On se la localizzazione contiene caratteri a otto bit.
- isearch-terminators
(“C-[C-J”)
- Una stringa di caratteri che fa terminare una ricerca incrementale senza
eseguire successivamente il carattere come se fosse un comando. Se a
questa variabile non è stato dato un valore, i caratteri ESC
e C-J fanno terminare una ricerca incrementale.
- keymap
(emacs)
- Imposta la mappa corrente dei tasti di readline. Il set dei nomi validi
per le mappe dei tasti è emacs, emacs-standard, emacs-meta,
emacs-ctlx, vi, vi-command e vi-insert. vi
è equivalente a vi-command; emacs è
equivalente a emacs-standard. Il valore predefinito è
emacs; il valore di editing-mode determina anche la mappa
dei tasti predefiniti.
- keyseq-timeout
(500)
- Specifica quanto tempo readline attenderà un carattere
quando legge una sequenza di tasti ambigua (una che può formare una
sequenza di tasti completa usando l'input letto finora, o può
accettare un input aggiuntivo per completare una sequenza di tasti
più lunga). Se non riceve nessun input entro il tempo limite,
readline userà la sequenza di tasti più corta tra
quelle possibili. Il valore è specificato in millisecondi,
cosicché un valore di 1000 vuol dire che readline
attenderà un secondo per un input aggiuntivo. Se questa variabile
è impostata a un valore minore o uguale a zero, o a un valore non
numerico, readline attenderà fino a che non sia premuto un
altro tasto per decidere quale sequenza di tasti completare.
- mark-directories
(On)
- Se impostata a On, ai nomi delle directory completate è
aggiunta una barra [/] alla fine.
- mark-modified-lines
(Off)
- Se impostato a On, le righe della cronologia che sono state
modificate sono mostrate precedute da un asterisco (*).
- mark-symlinked-directories
(Off)
- Se impostato a On, i nomi completati che sono collegamenti
simbolici a directory hanno una barra [/] alla fine (se richiesto tramite
mark-directories).
- match-hidden-files
(On)
- Questa variabile, se impostata a On, fa sì che readline
mostri anche i file i cui nomi iniziano con un `.' (file nascosti) quando
effettua il completamento del nome-file. Se impostata a Off, il `.'
iniziale dev'essere fornito dall'utente come parte del nome-file da
completare.
- Se impostato a On, il completamento del menù visualizza il
prefisso comune della lista di possibili completamenti (che può
essere vuota) prima di scorrere ciclicamente la lista.
- output-meta
(Off)
- Se impostato a On, readline mostra i caratteri con l'ottavo bit
impostato direttamente, piuttosto che con una sequenza di protezione
avente come prefisso meta. Il predefinito è Off, ma readline
lo imposterà a On se la localizzazione contiene caratteri a
otto bit.
- page-completions
(On)
- Se impostato a On, readline usa un paginatore interno simile a
more per mostrare i possibili completamenti una schermata alla
volta.
- print-completions-horizontally
(Off)
- Se impostato a On, readline mostra i completamenti ordinati in
ordine alfabetico orizzontalmente, piuttosto che dall'alto in basso.
- revert-all-at-newline
(Off)
- Se impostato a On, readline annulla tutte le modifiche alle righe
della cronologia prima di ritornare, quando viene eseguito
accept-line. In modo predefinito, le righe della cronologia possono
essere modificate e mantengono liste dei singoli anullamenti mediante
chiamate a readline.
- show-all-if-ambiguous
(Off)
- Questo cambia il comportamento predefinito delle funzioni di
completamento. Se impostato a On, le parole che hanno più di
un possibile completamento provocano la visualizzazione immediata delle
coincidenze invece che l'attivazione del segnalatore acustico.
- show-all-if-unmodified
(Off)
- Questo cambia il comportamento predefinito delle funzioni di completamento
in maniera simile a show-all-if-ambiguous. Se impostato a
On, le parole che hanno più di un possibile completamento
senza alcun possibile completamento parziale (ovvero i possibili
completamenti non hanno alcun prefisso in comune) sono elencate
immediatamente invece che provocare l'attivazione del segnalatore
acustico.
- show-mode-in-prompt
(Off)
- Se impostata a On, aggiunge una stringa all'inizio del prompt che
indica la modalità di modifica: emacs (@), vi comando (:) o vi
inserimento (+). Le stringhe della modalità sono impostabili
dall'utente (p.es. emacs-mode-string).
- skip-completed-text
(Off)
- Se impostato a On, altera il comportamento predefinito del
completamento quando viene inserita una corrispondenza nella riga.
È attivo solo quando si effettua il completamento a metà di
una parola. Se abilitato, readline non inserisce, dopo il completamento
della parola, caratteri provenienti dal completamento che corrispondono ai
caratteri della parola da completare che si trovano dopo il cursore; in
tal modo porzioni di parola che seguono il cursore non vengono
duplicati.
- vi-cmd-mode-string
((cmd))
- If the show-mode-in-prompt variable is enabled, this string is
displayed immediately before the last line of the primary prompt when vi
editing mode is active and in command mode. The value is expanded like a
key binding, so the standard set of meta- and control prefixes and
backslash escape sequences is available. Use the \1 and \2 escapes to
begin and end sequences of non-printing characters, which can be used to
embed a terminal control sequence into the mode string.
- vi-ins-mode-string
((ins))
- If the show-mode-in-prompt variable is enabled, this string is
displayed immediately before the last line of the primary prompt when vi
editing mode is active and in insertion mode. The value is expanded like a
key binding, so the standard set of meta- and control prefixes and
backslash escape sequences is available. Use the \1 and \2 escapes to
begin and end sequences of non-printing characters, which can be used to
embed a terminal control sequence into the mode string.
- visible-stats
(Off)
- Se impostato a On, un carattere che denota un tipo di file come
riportato da stat(2) è accodato al nome-file durante
l'elencazione dei possibili completamenti.
Readline implementa un servizio simile, nello spirito, a quello
della compilazione condizionale nel preprocessore C, e che permette di
effettuare associazioni di tasti e impostazioni di variabili in base al
risultato di test. Vi sono tre direttive di controllo usate.
- $if
- Il costrutto $if permette che le associazioni siano fatte in base
alla modalità di modifica, al terminale in uso o all'applicazione
che fa uso di readline. Il testo da verificare, dopo qualsiasi operatore
di confronto, arriva fino alla fine della riga; a meno che non sia
diversamente specificato, nessun carattere che lo delimiti è
richiesto.
- mode
- La forma mode= della direttiva $if è usata per
verificare se readline è in modo emacs o vi. Questo può
essere usato in congiunzione con il comando set keymap, per
esempio, per impostare le associazioni delle mappe dei tasti di
emacs-standard e emacs-ctlx solo se readline è
avviata in modo emacs.
- term
- La forma term= può essere usata per includere associazioni
di tasti specifiche per un terminale, magari per associare le sequenze di
tasti emesse dai tasti funzione dei terminali. La parola a destra dell'
= viene confrontata con il nome completo del terminale e la parte
del nome del terminale che precede il primo -. Questo permette, ad
esempio, a sun di trovare una corrispondenza sia con sun che
con sun-cmd.
- version
- The version test may be used to perform comparisons against
specific readline versions. The version expands to the current
readline version. The set of comparison operators includes =, (and
==), !=, <=, >=, <, and
>. The version number supplied on the right side of the operator
consists of a major version number, an optional decimal point, and an
optional minor version (e.g., 7.1). If the minor version is
omitted, it is assumed to be 0. The operator may be separated from
the string version and from the version number argument by
whitespace.
- application
- Il costrutto application è usato per includere impostazioni
specifiche per un'applicazione. Ogni programma che usa la libreria
readline imposta il nome applicazione, e un file di
inizializzazione può poi fare un test per un particolare valore.
Questo può essere usato per associare sequenze di tasti a funzioni
utili per uno specifico programma. Per esempio, il comando seguente
aggiunge una sequenza di tasti che quota la parola corrente o la parola
precedente in bash:
$if Bash
# Quota la parola corrente o precedente
"\C-xq": "\eb\"\ef\""
$endif
- variabile
- The variable construct provides simple equality tests for readline
variables and values. The permitted comparison operators are =,
==, and !=. The variable name must be separated from the
comparison operator by whitespace; the operator may be separated from the
value on the right hand side by whitespace. Both string and boolean
variables may be tested. Boolean variables must be tested against the
values on and off.
- $endif
- Questo comando, come si è visto nell'esempio precedente, fa
terminare un comando $if.
- $else
- I comandi in questa parte della direttiva $if sono eseguiti se il
test non risulta verificato.
- $include
- Questa direttiva prende un unico nome-file come argomento e legge comandi
e associazioni da quel file. Per esempio, la seguente direttiva legge
/etc/inputrc:
Readline è dotato di comandi per cercare nella cronologia
dei comandi (si veda CRONOLOGIA più avanti) righe
contenenti una stringa specifica. Ci sono due modalità di
ricerca: incrementale e non-incrementale.
La ricerca incrementale inizia prima che l'utente abbia finito di
immettere la stringa di ricerca. Mentre ogni carattere della stringa di
ricerca viene battuto, readline mostra la prima linea dalla cronologia che
corrisponde alla stringa battuta finora. Una ricerca incrementale richiede
solamente il numero minimo di caratteri necessari per trovare l'elemento
della cronologia desiderato. I caratteri presenti nel valore della variabile
isearch-terminators sono usati per delimitare una ricerca
incrementale. Se a quella variabile non è stato assegnato un valore,
i caratteri di Escape e Control-J fanno arrestare una ricerca incrementale.
Control-G interrompe una ricerca incrementale e ripristina la riga
originale. Quando è terminata la ricerca, l'elemento della cronologia
contenente la stringa di ricerca diventa la riga corrente.
Per trovare altri elementi nell'elenco della cronologia, battere
Control-S o Control-R secondo il caso. Viene eseguita così una
ricerca all'indietro o in avanti nella cronologia del successivo elemento
che corrisponde alla stringa di ricerca che è stata immessa. Ogni
altra sequenza di tasti associata a un comando readline pone termine alla
ricerca ed esegue il comando presente nella linea. Per esempio, un
newline provoca l'interruzione della ricerca e accetta la riga,
eseguendo così il comando proveniente dall'elenco della
cronologia.
Readline ricorda l'ultima stringa di ricerca incrementale. Se due
Control-R vengono battuti senza che siano intervenuti caratteri che
definiscono una nuova stringa di ricerca, viene utilizzata la stringa di
ricerca memorizzata al momento.
Le ricerche non incrementali leggono l'intera stringa di ricerca
prima di avviare la ricerca per individuare righe nella cronologia. La
stringa di ricerca può essere battuta dall'utente o essere parte del
contenuto della riga corrente.
La seguente è una lista di nomi dei comandi e delle
sequenze di tasti predefiniti a cui essi sono collegati. Nomi di comando
senza una sequenza di tasti collegata a essi sono scollegati in modo
predefinito. Nelle descrizioni seguenti, punto si riferisce alla
posizione corrente del cursore e marca alla posizione del cursore
salvata col comando set-mark. Il testo fra il punto e la marca
è indicato come regione.
- beginning-of-line
(C-a)
- Si sposta all'inizio della riga corrente.
- end-of-line
(C-e)
- Si sposta alla fine della riga.
- forward-char
(C-f)
- Si sposta avanti di un carattere.
- backward-char
(C-b)
- Si sposta indietro di un carattere.
- forward-word
(M-f)
- Si sposta in avanti fino alla fine della parola successiva. Le parole sono
composte di caratteri alfanumerici (lettere e cifre).
- backward-word
(M-b)
- Si sposta indietro all'inizio della parola corrente o precedente. Le
parole sono composte di caratteri alfanumerici (lettere e cifre).
- shell-forward-word
- Si sposta in avanti fino alla fine della parola successiva. Le parole sono
delimitate da metacaratteri di shell non quotati.
- shell-backward-word
- Si sposta indietro all'inizio della parola corrente o precedente. Le
parole sono delimitate da metacaratteri di shell non quotati.
- previous-screen-line
- Attempt to move point to the same physical screen column on the previous
physical screen line. This will not have the desired effect if the current
Readline line does not take up more than one physical line or if point is
not greater than the length of the prompt plus the screen width.
- next-screen-line
- Attempt to move point to the same physical screen column on the next
physical screen line. This will not have the desired effect if the current
Readline line does not take up more than one physical line or if the
length of the current Readline line is not greater than the length of the
prompt plus the screen width.
- clear-display
(M-C-l)
- Clear the screen and, if possible, the terminal's scrollback buffer, then
redraw the current line, leaving the current line at the top of the
screen.
- clear-screen
(C-l)
- Pulisce lo schermo, poi riproduce la riga corrente, lasciando la riga
corrente in cima allo schermo. Con un argomento, rilegge la riga corrente
senza ripulire lo schermo.
- redraw-current-line
- Rinfresca la riga corrente.
- accept-line (Newline,
Return)
- Accetta la riga senza curarsi di dove sia il cursore. Se questa riga non
è vuota, è aggiunta alla lista della cronologia in accordo
con lo stato della variabile HISTCONTROL. Se la riga
è una riga di cronologia modificata, allora ripristina la
riga di cronologia al suo stato originale.
- previous-history
(C-p)
- Prende il precedente comando dalla lista della cronologia, spostandosi
indietro nella lista.
- next-history
(C-n)
- Prende il successivo comando dalla lista della cronologia, spostandosi
avanti nella lista.
- beginning-of-history
(M-<)
- Si sposta alla prima riga nella cronologia.
- end-of-history
(M->)
- Si sposta alla fine della cronologia dell'input, cioè, alla riga
che si sta inserendo.
- reverse-search-history
(C-r)
- Cerca all'indietro partendo dalla riga corrente spostandosi in `su'
attraverso la cronologia come necessario. Questa è una ricerca
incrementale.
- forward-search-history
(C-s)
- Cerca in avanti partendo dalla riga corrente e spostandosi in `giù'
attraverso la cronologia come necessario. Questa è una ricerca
incrementale.
- non-incremental-reverse-search-history
(M-p)
- Cerca all'indietro attraverso la cronologia, partendo dalla riga corrente,
una stringa fornita dall'utente, usando una ricerca non incrementale.
- non-incremental-forward-search-history
(M-n)
- Cerca in avanti attraverso la cronologia una stringa fornita dall'utente,
usando una ricerca non incrementale.
- history-search-forward
- Cerca in avanti attraverso la cronologia una stringa di caratteri tra
l'inizio della riga corrente e il punto del cursore. Questa è una
ricerca non incrementale.
- history-search-backward
- Cerca all'indietro attraverso la cronologia una stringa di caratteri tra
l'inizio della riga corrente e il punto del cursore. Questa è una
ricerca non incrementale.
- history-substring-search-backward
- Cerca all'indietro attraverso la cronologia una stringa di caratteri tra
l'inizio della riga corrente e la posizione corrente del cursore (il
punto). La stringa di ricerca può cercare corrispondenze
dovunque in una riga della cronologia. Questa è una ricerca non
incrementale.
- history-substring-search-forward
- Cerca in avanti attraverso la cronologia una stringa di caratteri tra
l'inizio della riga corrente e il punto del cursore. La stringa di ricerca
può cercare corrispondenze dovunque in una riga della cronologia.
Questa è una ricerca non incrementale.
- yank-nth-arg
(M-C-y)
- Inserisce il primo argomento del comando precedente (generalmente la
seconda parola sulla riga precedente) alla posizione del cursore. Con un
argomento n, inserisce la n-sima parola del comando
precedente (le parole nel comando precedente iniziano con la parola 0). Un
argomento negativo inserisce la n-sima parola dalla fine del
comando precedente. Una volta che l'argomento n è calcolato,
l'argomento è estratto come se l'espansione della cronologia
"!n" sia stata specificata.
- yank-last-arg (M-.,
M-_)
- Inserisce l'ultimo argomento del comando precedente (l'ultima parola della
precedente riga di cronologia). Con un argomento numerico, si comporta
esattamente come yank-nth-arg. Chiamate consecutive a
yank-last-arg percorrono l'elenco della cronologia all'indietro,
inserendo ogni volta l'ultima parola (o la parola specificata
dall'argomento della prima chiamata) di ogni riga. Qualsiasi argomento
numerico fornito a queste chiamate successive determina la direzione di
scorrimento nella cronologia. Un argomento negativo commuta la direzione
di scorrimento (all'indietro o in avanti). I servizi dell'espansione della
cronologia sono usati per estrarre l'ultima parola, come se fosse stata
specificata l'espansione della cronologia "!$".
- shell-expand-line
(M-C-e)
- Espande la riga nello stesso modo in cui lo fa la shell. Questo espande
gli alias e la cronologia così come tutte le parole della shell. Si
veda ESPANSIONE DELLA CRONOLOGIA più avanti per una
descrizione dell'espansione della cronologia.
- history-expand-line
(M-^)
- Effettua l'espansione della cronologia sulla riga corrente. Si veda
ESPANSIONE DELLA CRONOLOGIA più avanti per una
descrizione dell'espansione della cronologia.
- magic-space
- Effettua l'espansione della cronologia sulla riga corrente e inserisce uno
spazio. Si veda ESPANSIONE DELLA CRONOLOGIA più
avanti per una descrizione dell'espansione della cronologia.
- alias-expand-line
- Effettua l'espansione degli alias sulla riga corrente. Si veda
ALIAS sopra per una descrizione dell'espansione degli
alias.
- history-and-alias-expand-line
- Espande la cronologia e gli alias sulla riga corrente.
- insert-last-argument
(M-., M-_)
- Un sinonimo di yank-last-arg.
- operate-and-get-next
(C-o)
- Accetta la riga corrente per l'esecuzione e prende dalla cronologia la
riga successiva a quella corrente, per la modifica. Un argomento numerico,
se presente, specifica l'elemento della cronologia da usare al posto della
riga corrente.
- edit-and-execute-command
(C-x C-e)
- Invoca un editor sulla riga di comando corrente ed esegue il risultato
come comandi di shell. Bash tenta di invocare
$VISUAL, $EDITOR e emacs come
editor, in quest'ordine.
- fine-del-file
(generalmente C-e)
- Il carattere che indica fine-del-file come impostato, per esempio, da
``stty''. Se questo carattere viene letto quando non ci sono caratteri
sulla riga, e il punto è all'inizio della riga, Readline lo
interpreta come fine dell'input non vi è alcun carattere nella
riga, e ritorna EOF.
- delete-char
(C-d)
- Cancella il carattere nel punto del cursore. Se questa funzione è
associata allo stesso carattere come il carattere EOF della tty,
come C-d normalmente è, si veda sopra per gli effetti.
- backward-delete-char
(Rubout)
- Cancella il carattere dopo il cursore. Quando è dato un argomento
numerico, salva il testo cancellato sul kill-ring.
- forward-backward-delete-char
- Cancella il carattere sotto il cursore, a meno che il cursore non sia alla
fine della riga, nel qual caso il carattere dietro al cursore viene
cancellato.
- quoted-insert (C-q,
C-v)
- Aggiunge il successivo carattere battuto sulla riga in modo letterale.
Questo è il modo per inserire caratteri come C-q, per
esempio.
- tab-insert (C-v
TAB)
- Inserisce un carattere tab.
- self-insert
(a, b, A, 1, !, ...)
- Inserisce il carattere battuto.
- transpose-chars
(C-t)
- Trascina il carattere prima del punto del cursore in avanti sopra il
carattere nel punto, spostando anche il punto in avanti. Se il punto
è alla fine della riga, traspone i due caratteri prima del punto.
Argomenti negativi non hanno effetto.
- transpose-words
(M-t)
- Trascina la parola prima del punto del cursore dopo la parola oltre il
punto, spostando inoltre il punto sopra quella parola. Se il punto
è alla fine della riga, allora traspone le ultime due parole sulla
riga.
- upcase-word
(M-u)
- Rende maiuscola la parola corrente (o seguente). Con un argomento
negativo, opera sulla parola precedente, ma non sposta il punto del
cursore.
- downcase-word
(M-l)
- Rende minuscola la parola corrente (o seguente). Con un argomento
negativo, opera sulla parola precedente, ma non sposta il punto del
cursore.
- capitalize-word
(M-c)
- Rende maiuscola la prima lettera della parola corrente (o seguente). Con
un argomento negativo, opera sulla parola precedente, ma non sposta il
punto del cursore.
- overwrite-mode
- Alterna fra modalità inserimento e modalità di
sovrascrittura. Con un argomento numerico esplicito positivo passa alla
modalità sovrascrittura. Con un argomento numerico esplicito non
positivo passa alla modalità inserimento. Questo comando riguarda
solo la modalità emacs; la modalità vi
sovrascrive in modo diverso. Ogni chiamata a readline() viene
avviata in modalità inserimento. In modalità sovrascrittura
i caratteri associati a self-insert sostituiscono il testo nel
punto del cursore piuttosto che sospingere il testo verso destra. I
caratteri associati a backward-delete-char sostituiscono il
carattere prima del punto con uno spazio. Questo comando è non
associato in modo predefinito.
- kill-line
(C-k)
- Elimina il testo dal punto del cursore fino alla fine della riga.
- backward-kill-line
(C-x Rubout)
- Elimina all'indietro fino all'inizio della riga.
- unix-line-discard
(C-u)
- Elimina all'indietro dal punto del cursore fino all'inizio della riga. Il
testo eliminato viene salvato nel kill-ring.
- kill-whole-line
- Elimina tutti i caratteri sulla riga corrente, non importa dove sia il
punto del cursore.
- kill-word
(M-d)
- Elimina dal punto del cursore fino alla fine della parola corrente o, se
tra parole, fino alla fine della successiva parola. I delimitatori di
parola sono gli stessi usati da forward-word.
- backward-kill-word
(M-Rubout)
- Elimina la parola dietro il punto del cursore. I delimitatori di parole
sono gli stessi usati da forward-word.
- shell-kill-word
- Elimina dal punto del cursore fino alla fine della parola corrente o, se
tra parole, fino alla fine della parola successiva. I delimitatori di
parola sono gli stessi usati da shell-forward-word.
- shell-backward-kill-word
- Elimina la parola dietro il punto del cursore. I delimitatori di parola
sono gli stessi usati da shell-backward-word.
- unix-word-rubout
(C-w)
- Elimina la parola dietro il punto del cursore, usando gli spazi bianchi
come delimitatori di parola. Il testo eliminato è salvato nel
kill-ring.
- unix-filename-rubout
- Elimina la parola prima del punto del cursore, usando uno spazio bianco e
il carattere barra [/] come delimitatori di parola. Il testo eliminato
è salvato nel kill-ring.
- delete-horizontal-space
(M-\)
- Cancella tutti gli spazi e i tab attorno al punto del cursore.
- kill-region
- Elimina il testo nella regione corrente.
- copy-region-as-kill
- Copia il testo nella regione sul kill buffer.
- copy-backward-word
- Copia la parola prima del punto del cursore sul kill buffer. I
delimitatori di parola sono gli stessi di backward-word.
- copy-forward-word
- Copia la parola dopo il punto del cursore sul kill buffer. I delimitatori
di parola sono gli stessi di forward-word.
- yank (C-y)
- Copia il contenuto in cima al kill-ring e lo pone nel buffer nel punto del
cursore.
- yank-pop
(M-y)
- Ruota il kill-ring, e copia la nuova cima. Funziona solo dopo yank
o yank-pop.
- digit-argument (M-0, M-1,
..., M--)
- Aggiunge questa cifra all'argomento che sta già accumulando, o
inizia un nuovo argomento. M-- avvia un argomento negativo.
- universal-argument
- neitherneitherQuesto è un altro modo per specificare un argomento.
Se il comando è seguito da una o più cifre, opzionalmente
con un segno meno iniziale, queste cifre definiscono l'argomento. Se il
comando è seguito da cifre, eseguendo universal-argument di
nuovo termina l'argomento numerico, ma a parte questo viene ignorato. Come
caso speciale, se questo comando è seguito immediatamente da un
carattere che non è né una cifra né un segno meno, il
contatore degli argomenti per il comando successivo è moltiplicato
per quattro. Il contatore è inizialmente uno, così eseguendo
questa funzione la prima volta il contatore diventa quattro, la seconda
volta il contatore diventa sedici, e così via.
- complete
(TAB)
- Tenta di effettuare il completamento del testo che precede il punto del
cursore. Bash tenta il completamento trattando il testo,
rispettivamente, come una variabile (se il testo inizia con $),
nome di utente (se il testo comincia con ~), nome di host (se il
testo comincia con @) o comando (inclusi alias e funzioni). Se
nessuno di questi produce un risultato, viene tentato il completamento del
nome-file.
- possible-completions
(M-?)
- Elenca i possibili completamenti del testo che precede il punto del
cursore.
- insert-completions
(M-*)
- Inserisce tutti i completamenti del testo che precede il punto del cursore
che sarebbero stati generati da possible-completions.
- Simile a complete, ma sostituisce la parola da completare con una
corrispondenza singola dalla lista dei possibili completamenti.
Un'esecuzione ripetuta di menu-complete scorre la lista dei
possibili completamenti, inserendo una corrispondenza alla volta. Alla
fine della lista dei completamenti viene emesso un segnale acustico
(dipendente dall'impostazione di bell-style) e il testo originale
è ripristinato. Con un argomento n si sposta di n
posizioni in avanti nella lista dei completamenti individuati; può
essere usato un argomento negativo per spostarsi all'indietro nella lista.
Questo comando è da associare normalmente al tasto TABP,
però non è associato in modo predefinito.
- Identico a menu-complete, ma si muove in senso inverso nella lista
dei possibili completamenti, come se menu-complete avesse ricevuto
un argomento negativo. Come comportamento predefinito, questo comando non
ha restrizioni.
- delete-char-or-list
- Cancella il carattere sotto il cursore se non si trova all'inizio o alla
fine della riga (simile a delete-char). Se è alla fine della
riga, si comporta in modo identico a possible-completions. Come
comportamento predefinito, questo comando non è associato.
- complete-filename
(M-/)
- Tenta il completamento del nome del file sul testo che precede il punto
del cursore.
- possible-filename-completions
(C-x /)
- Elenca i possibili completamenti del testo che precede il punto del
cursore, trattandolo come un nome-file.
- complete-username
(M-~)
- Tenta il completamento del testo che precede il punto del cursore,
trattandolo come un nome di utente.
- possible-username-completions
(C-x ~)
- Elenca i possibili completamenti del testo che precede il punto del
cursore, trattandolo come un nome di utente.
- complete-variable
(M-$)
- Tenta il completamento del testo che precede il punto del cursore,
trattandolo come una variabile di shell.
- possible-variable-completions
(C-x $)
- Elenca i possibili completamenti del testo che precede il punto del
cursore, trattandolo come una variabile di shell.
- complete-hostname
(M-@)
- Tenta il completamento del testo che precede il punto del cursore,
trattandolo come un nome di host.
- possible-hostname-completions
(C-x @)
- Elenca i possibili completamenti del testo che precede il punto del
cursore, trattandolo come un nome di host.
- complete-command
(M-!)
- Tenta il completamento del testo che precede punto del cursore,
trattandolo come nome di comando. Il completamento di comando tenta di far
combaciare il testo confrontandolo con alias, parole riservate, funzioni
di shell, comandi incorporati di shell e, da ultimo, nomi-file eseguibili,
in quest'ordine.
- possible-command-completions
(C-x !)
- Elenca i possibili completamenti del testo che precede il punto del
cursore, trattandolo come un nome di comando.
- dynamic-complete-history
(M-TAB)
- Tenta il completamento del testo che precede il cursore, confrontando il
testo con le righe della cronologia cercando le possibili corrispondenze
di completamento.
- dabbrev-expand
- Tenta il completamento del menù sul testo che precede il punto del
cursore, confrontando il testo con le righe della lista della cronologia
cercando le possibili corrispondenze di completamento.
- complete-into-braces
(M-{)
- Effettua il completamento del nome-file e insericse la lista dei possibili
completamenti racchiusi tra parentesi graffe, rendendo la lista
disponibile per la shell (si veda Espansione delle parentesi graffe
sopra).
- start-kbd-macro (C-x
()
- Inizia a salvare i caratteri battuti nella corrente macro di
tastiera.
- end-kbd-macro (C-x
))
- Smette di salvare i caratteri battuti nella corrente macro di tastiera e
memorizza la definizione.
- call-last-kbd-macro (C-x
e)
- Riesegue l'ultima macro di tastiera definita, facendo sì che i
caratteri nella macro appaiano come se fossero stati battuti sulla
tastiera.
- print-last-kbd-macro
()
- Stampa l'ultima macro di tastiera definita in un formato adatto per il
file inputrc.
- re-read-init-file (C-x
C-r)
- Legge il contenuto del file inputrc, e incorpora ogni associazione
o assegnamento di variabile che trova.
- abort (C-g)
- Annulla il corrente comando di mmodifica ed emette il segnale acustico del
terminale (dipendente dall'impostazione di bell-style).
- do-lowercase-version (M-A, M-B,
M-x, ...)
- Se il carattere x battuto assieme al tasto Meta è maiuscolo,
esegue il comando collegato al corrispondente carattere minuscolo. Il
comportamento è indefinito se x è già
minuscolo.
- prefix-meta
(ESC)
- Definisce come tasto Meta il successivo carattere battuto.
ESC f è equivalente a
Meta-f.
- undo (C-_, C-x
C-u)
- Undo incrementale, memorizzato separatamente per ogni riga.
- revert-line
(M-r)
- Annulla tutti i cambiamenti fatti su questa riga. Questo è come
eseguire il comando undo un numero di volte sufficiente a riportare
la riga al suo stato iniziale.
- tilde-expand
(M-&)
- Effettua l'espansione della tilde sulla parola corrente.
- set-mark (C-@,
M-<space>)
- Imposta la marca in corrispondenza del punto del cursore. Se viene fornito
un argomento numerico la marca viene impostato a quella posizione.
- exchange-point-and-mark
(C-x C-x)
- Scambia il punto del cursore con la marca. La posizione corrente del
cursore è impostata alla posizione salvata, e la vecchia posizione
del cursore è salvata come marca.
- character-search
(C-])
- Viene letto un carattere e il punto del cursore è spostato
all'occorrenza successiva di quel carattere. Un contatore negativo cerca
occorrenze precedenti.
- character-search-backward
(M-C-])
- Viene letto un carattere e il punto del cursore è spostato
all'occorrenza precedente di quel carattere. Un contatore negativo cerca
occorrenze successive.
- skip-csi-sequence
- Legge abbastanza caratteri da esaurire una sequenza di combinazione di
tasti come quelle definite per tasti quali Home e End. Queste sequenze
iniziano con un Control Sequence Indicator (CSI), generalmente ESC-[. Se
questa sequenza è collegata a "\[", i tasti che producono
tali sequenze non hanno alcun effetto, a meno che non siano collegati
esplicitamente a un comando readline, invece di inserire caratteri sparsi
nel buffer di modifica. Come impostazione predefinita, questo comando non
ha restrizioni, ma in genere è collegato a ESC-[.
- insert-comment
(M-#)
- Senza un argomento numerico il valore della variabile readline
comment-begin è inserito all'inizio della riga corrente. Se
è fornito un argomento numerico questo comando agisce come un
interruttore: se i caratteri all'inizio della riga non corrispondono al
valore di comment-begin, il valore viene inserito, altrimenti i
caratteri in comment-begin vengono cancellati dall'inizio della
riga. In entrambi i casi la riga viene accettata come se fosse stato
battuto un codice di fine riga (newline). Il valore predefinito di
comment-begin fa sì che questo comando trasformi la riga
corrente in un commento di shell. Se un argomento numerico provoca la
rimozione del carattere di commento, la riga verrà eseguita dalla
shell.
- glob-complete-word
(M-g)
- La parola prima del punto del cursore è trattata come un modello
per l'espansione del percorso, con un asterisco aggiunto alla fine
implicitamente. Questo modello viene usato per generare una lista di nomi
di file corrispondenti a possibili completamenti.
- glob-expand-word (C-x
*)
- La parola prima del punto del cursore è trattata come un modello
per l'espansione del percorso, e la lista dei nomi-file individuati viene
inserita, sostituendo la parola. Se viene fornito un argomento numerico
viene aggiunto alla fine un asterisco prima dell'espansione del
percorso.
- glob-list-expansions
(C-x g)
- Viene mostrata la lista delle espansioni che sarebbero state generate da
glob-expand-word e la riga è ridisegnata. Se viene fornito
un argomento numerico, un asterisco è aggiunto prima
dell'espansione del percorso.
- dump-functions
- Stampa tutte le funzioni e le loro associazioni di tasti sul file di
output di readline. Se è fornito un argomento numerico, l'output
è formattato in modo tale da poter essere inserito in un file
inputrc.
- dump-variables
- Stampa tutte le variabili readline impostabili e i loro valori sul file di
output di readline. Se viene fornito un argomento numerico l'output
è formattato in modo tale da poter essere inserito in un file
inputrc.
- dump-macros
- Stampa tutte le sequenze di tasti readline associate a macro e le stringhe
da loro prodotte. Se viene fornito un argomento numerico l'uscita è
formattata in modo tale da poter essere inserito in un file
inputrc.
- display-shell-version
(C-x C-v)
- Mostra l'informazione sulla versione della corrente istanza di
bash.
Quando viene tentato il completamento della parola per un
argomento di un comando per il quale una specifica di completamento (una
compspec) è stata definita col comando incorporato
complete (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA
SHELL più avanti), vengono invocati i servizi di completamento
programmabile.
First, the command name is identified. If the command word is the
empty string (completion attempted at the beginning of an empty line), any
compspec defined with the -E option to complete is used. If a
compspec has been defined for that command, the compspec is used to generate
the list of possible completions for the word. If the command word is a full
pathname, a compspec for the full pathname is searched for first. If no
compspec is found for the full pathname, an attempt is made to find a
compspec for the portion following the final slash. If those searches do not
result in a compspec, any compspec defined with the -D option to
complete is used as the default. If there is no default compspec,
bash attempts alias expansion on the command word as a final resort,
and attempts to find a compspec for the command word from any successful
expansion.
Un volta trovato un comspec, questo è usato per generare la
lista delle parole corrispondenti. Se non viene trovato un comspec, viene
effettuato il completamento di bash predefinito come descritto in
precedenza, sotto Completamento.
Per prima cosa, sono usate le azioni specificate dal comspec. Sono
restituite solo le corrispondenze che iniziano con la parola che dev'essere
completata. Quando viene usata l'opzione -f o -d per il
completamento del nome-file o della directory, la variabile di shell
FIGNORE è usata per filtrare le
corrispondenze.
In seguito, viene generato qualsiasi completamento specificato da
un modello di espansione del nome di percorso all'opzione -G. Le
parole generate dal modello non devono necessariamente corrispondere alla
parola che dev'essere completata. La variabile di shell
GLOBIGNORE non è usata per filtrare le
corrispondenze, ma viene usata la variabile
FIGNORE.
In seguito, viene considerata la stringa specificata come
argomento all'opzione -W. La stringa è prima suddivisa usando
i caratteri nella variabile speciale IFS come delimitatori.
È rispettata la quotatura della shell. Ogni parola viene poi
espansa usando espansione delle parentesi graffe, espansione della tilde,
espansione di parametro e di variabile, sostituzione di comando ed
espansione aritmetica, come descritto in precedenza, sotto
ESPANSIONE. I risultati sono suddivisi usando le
regole sopra descritte sotto Suddivisione in parole. I risultati
dell'espansione sono confrontati con la parte iniziale della parola che
dev'essere completata, e quelli che corrispondono diventano i possibili
completamenti.
Dopo che queste corrispondenze sono state generate, viene invocata
qualsiasi funzione di shell o comando specificato con le opzioni -F e
-C. Quando il comando o funzione viene invocata, alle variabili
COMP_LINE, COMP_POINT,
COMP_KEY e COMP_TYPE sono
assegnati valori come descritto in precedenza, sotto Variabili di
shell. Quando una funzione di shell sta per essere invocata, le
variabili COMP_WORDS e COMP_CWORD sono
pure impostate. Quando viene invocata una funzione o comando, il
primo argomento ( $1) è il nome del comando i cui argomenti
sono stati completati, il secondo argomento ( $2) è la
parola da completare e il terzo argomento ( $3) è la parola
che precede la parola da completare sulla riga di comando corrente. Non
viene eseguita nessuna azione di filtro sui completamenti generati
confrontandoli con la parola da completare; la funzione o comando ha
libertà completa nel generare le corrispondenze.
Qualsiasi funzione specificata con -F viene invocata per
prima. La funzione può usare uno qualsiasi dei servizi di shell,
incluso il comando incorporato compgen descritto più avanti,
per generare le corrispondenze. la funzione deve mettere i possibili
completamenti della variabile array COMPREPLY, uno per
elemento di array.
In seguito, qualsiasi comando specificato con l'opzione -C
viene invocato in un ambiente equivalente alla sostituzione di comando.
Questo dovrebbe stampare una lista di completamenti, uno per riga, sullo
standard output. Una barra inversa può essere usata per proteggere un
newline, se necessario.
Una volta generati tutti i possibili completamenti, ogni filtro
specificato con l'opzione -X viene applicato alla lista. Il filtro
è un modello come quello usato per l'espansione di percorso; una
& nel modello è sostituita col testo della parola da
completare. Una & letterale si può indicare con una barra
inversa di protezione; la barra inversa viene rimossa prima della ricerca di
una corrispondenza. Ogni completamento che corrisponde al modello viene
rimosso dalla lista. Un ! iniziale nega il modello; in questo caso
ogni completamento non corrispondente al modello viene rimosso. Se l'opzione
di shell nocasematch è abilitata, il confronto è
effettuato senza distinzione fra maiuscole e minuscole nei caratteri
alfabetici.
Infine, qualsiasi prefisso e suffisso specificato dalle opzioni
-P e -S è aggiunto a ogni membro della lista di
completamento e il risultato è restituito al codice di completamento
readline come lista di completamenti possibili.
Se le azioni precedentemente applicate non generano
corrispondenze, e a complete era stata fornita l'opzione -o
dirnames quando era stato definito comspec, viene tentato il
completamento come nome di directory.
Se a complete era stata fornita l'opzione -o
plusdirs quando era stato definito comspec, viene tentato il
completamento come nomi di directory e qualunque corrispondenza è
aggiunta ai risultati delle altre azioni.
Come comportamento predefinito, se viene trovato un comspec,
qualsiasi cosa generi viene restituito al codice di completamento come
insieme completo di completamenti possibili. I completamenti di bash
predefiniti non vengono tentati, e la readline predefinita del completamento
del nome-file è disabilitata. Se l'opzione -o bashdefault era
stata fornita a complete al momento della definizione di comspec, i
completamenti predefiniti di bash vengono tentati se il comspec non
genera corrispondenze. Se l'opzione -o default era stata fornita a
complete al momento della definizione di comspec, i completamenti
predefiniti di readline vengono effettuati se il comspec (e, se tentato, il
completamento predefinito di bash) non genera corrispondenze.
Quando un comspec indica che è desiderato il completamento
come nome di directory, le funzioni di completamento programmabile forzano
readline ad aggiungere una barra [/] ai nomi completati che sono
collegamenti simbolici a directory, dipendente dal valore della variabile di
readline mark-directories, indipendentemente dall'impostazione della
variabile di readline mark-symlinked-directories.
Ci sono alcuni metodi per modificare dinamicamente i
completamenti. Ciò è molto utile quando usato in combinazione
con un completamento predefinito specificato con complete -D. Per le
funzioni di shell eseguite come manipolatori di completamento è
possibile richiedere di ritentare il completamento indicando il ritorno di
uno stato d'uscita di 124. Se una funzione di shell ritorna 124, e cambia il
compspec associato al comando sul quale si sta tentando il completamento
(fornito come primo argomento quando viene eseguita la funzione), il
completamento programmabile riparte dall'inizio, col tentativo di trovare un
nuovo compspec per quel comando. Questo permette a una serie di
completamenti di venir costruiti dinamicamente al tentativo di
completamento, piuttosto che essere caricati tutti in una volta.
Per esempio, ponendo che ci sia una libreria di compspec, ognuno
tenuto in un file corrispondente al nome del comando, la seguente funzione
di completamento predefinita caricherebbe i completamenti dinamicamente:
_completion_loader()
{
. "/etc/bash_completion.d/$1.sh" >/dev/null
2>&1 && return 124
}
complete -D -F _completion_loader -o bashdefault -o
default
Quando l'opzione -o history del comando incorporato
set è abilitata, la shell fornisce l'accesso alla
cronologia dei comandi, la lista dei comandi precedentemente battuti.
Il valore della variabile HISTSIZE è usata come numero
di comandi da salvare nell'elenco della cronologia. Il testo degli
ultimi HISTSIZE comandi (predefinito 500) viene
salvato. La shell immagazzina ogni comando nella lista della cronologia
prima dell'espansione di parametro e di variabile (si veda
ESPANSIONE sopra) ma dopo che è stata effettuata
l'espansione della cronologia, dipendente dai valori delle variabili
di shell HISTIGNORE e
HISTCONTROL.
On startup, the history is initialized from the file named by the
variable HISTFILE (default ~/.bash_history). The file
named by the value of HISTFILE is truncated, if
necessary, to contain no more than the number of lines specified by
the value of HISTFILESIZE. If HISTFILESIZE is
unset, or set to null, a non-numeric value, or a numeric value less than
zero, the history file is not truncated. When the history file is read,
lines beginning with the history comment character followed immediately by a
digit are interpreted as timestamps for the following history line. These
timestamps are optionally displayed depending on the value of the
HISTTIMEFORMAT variable. When a shell with history
enabled exits, the last $HISTSIZE lines are copied
from the history list to $HISTFILE. If the
histappend shell option is enabled (see the description of
shopt under SHELL BUILTIN COMMANDS
below), the lines are appended to the history file, otherwise the history
file is overwritten. If HISTFILE is unset, or if the
history file is unwritable, the history is not saved. If the
HISTTIMEFORMAT variable is set, time stamps are written to the
history file, marked with the history comment character, so they may
be preserved across shell sessions. This uses the history comment character
to distinguish timestamps from other history lines. After saving the
history, the history file is truncated to contain no more than
HISTFILESIZE lines. If HISTFILESIZE is
unset, or set to null, a non-numeric value, or a numeric value less
than zero, the history file is not truncated.
Il comando incorporato fc (si veda COMANDI
INCORPORATI DELLA SHELL più avanti) può
essere usato per elencare o editare e rieseguire una parte della lista della
cronologia. Il comando incorporato history può essere usato
per mostrare o modificare la lista della cronologia e manipolare il file di
cronologia. Quando si usa la modifica della riga di comando, sono
disponibili comandi di ricerca in ciascuna modalità di modifica che
fornisce accesso alla lista della cronologia.
La shell permette il controllo su quali comandi salvare nella
lista della cronologia. Le variabili HISTCONTROL e
HISTIGNORE possono essere definite in modo tale che la
shell salvi solo un sottoinsieme dei comandi immessi. L'opzione di shell
cmdhist, se abilitata, fa sì che la shell tenti di salvare
ogni riga di un comando multiriga nello stesso elemento della cronologia,
aggiungendo dei punti e virgola dove necessario per preservare le
correttezza sintattica. L'opzione di shell lithist chiede alla shell
di salvare i comandi con i codici di fine riga (newline) inclusi invece che
separare i comandi con dei punti e virgola. Si veda la descrizione del
comando incorporato shopt più avanti, sotto COMANDI
INCORPORATI DELLA SHELL per informazioni su come definire e
annullare le opzioni di shell.
La shell ha la capacità di espandere la cronologia in
maniera simile all'espansione della cronologia in csh. Questa sezione
descrive le possibilità di sintassi disponibili. Questa
possibilità è abilitata in modo predefinito per le shell
interattive, e può essere disabilitata usando l'opzione +H del
comando incorporato set (si veda COMANDI
INCORPORATI DELLA SHELL più avanti). Le shell non interattive
non effettuano l'espansione della cronologia come comportamento
predefinito.
Le espansioni della cronologia inseriscono parole dall'elenco
della cronologia nel flusso di input, agevolando la ripetizione di comandi,
l'inserimento di argomenti di comandi precedenti nella riga di input
corrente, o la correzione rapida di errori in comandi già
immessi.
History expansion is performed immediately after a complete line
is read, before the shell breaks it into words, and is performed on each
line individually without taking quoting on previous lines into account. It
takes place in two parts. The first is to determine which line from the
history list to use during substitution. The second is to select portions of
that line for inclusion into the current one. The line selected from the
history is the event, and the portions of that line that are acted
upon are words. Various modifiers are available to manipulate
the selected words. The line is broken into words in the same fashion as
when reading input, so that several metacharacter-separated words
surrounded by quotes are considered one word. History expansions are
introduced by the appearance of the history expansion character, which is
! by default. Only backslash (\) and single quotes can quote
the history expansion character, but the history expansion character is also
treated as quoted if it immediately precedes the closing double quote in a
double-quoted string.
Diversi caratteri inibiscono l'espansione della cronologia quando
trovati immediatamente dopo il carattere di espansione della cronologia,
anche se non quotato: spazio, carattere di tabulazione, newline, carriage
return e =. Se l'opzione di shell estglob è abilitata,
anche ( inibisce l'espansione.
Diverse opzioni di shell impostabili col comando incorporato
shopt possono essere usate per influenzare il comportamento
dell'espansione della cronologia. Se l'opzione di shell histverify
è abilitata (si veda la descrizione del comando incorporato
shopt più avanti), e si sta usando readline, le
sostituzioni della cronologia non vengono passate immediatamente
all'analizzatore della shell. Invece, la riga espansa è ricaricata
nel buffer di modifica di readline per ulteriori modifiche. Se si sta
usando readline ed è abilitata l'opzione di shell
histreedit, una sostituzione di cronologia non completata con
successo viene ricaricata nel buffer di modifica di readline per
essere corretta. L'opzione -p al comando incorporato history
può essere usata per vedere cosa farebbe un'espansione della
cronologia prima di usarla davvero. L'opzione -s del comando
incorporato history può essere usata per aggiungere comandi
alla fine della lista della cronologia senza eseguirli veramente, in modo
che siano disponibili per essere richiamati in un secondo tempo.
La shell permette il controllo dei vari caratteri usati dal
meccanismo di espansione della cronologia (si veda la precedente descrizione
di histchars sotto Variabili di shell). La shell usa il
carattere di commento per contrassegnare le informazioni di data e ora
quando scrive il file della cronologia.
Un designatore di evento è un riferimento a un elemento di
riga di comando nella lista della cronologia. A meno che il riferimento non
sia assoluto, gli eventi sono relativi alla posizione corrente nell'elenco
della cronologia.
- !
- Inizia una sostituzione di cronologia, tranne quando seguita da un
blank, newline, carriage return, = o ( (quando l'opzione di shell
extglob è abilitata usando il comando incorporato
shopt).
- !n
- Designa la riga di comando n.
- !-n
- Designa il comando corrente meno n.
- !!
- Designa il comando precedente. Questo è un sinonimo per `!-1'.
- !stringa
- Designa il comando più recente che precede la posizione corrente
nell'elenco della cronologia che inizia con stringa.
- !?stringa[?]
- Designa il comando più recente che precede la posizione corrente
nell'elenco della cronologia che contiene stringa. Il ?
finale può essere omesso se stringa è seguita
immediatamente da un codice di fine riga (newline). Se stringa
manca, viene usata la stringa dalla ricerca più recente; è
un errore se non ci sono precedenti stringhe di ricerca.
- ^stringa1^stringa2^
- Sostituzione rapida. Ripete il comando precedente, rimpiazzando
stringa1 con stringa2. Equivalente a
“!!:s^stringa1^stringa2^” (si veda
Modificatori più avanti).
- !#
- L'intera riga di comando battuta fino a questo punto.
I designatori di parola sono usati per selezionare parole
dall'evento. Un : separa la specificazione di evento dal designatore
di parola. Esso può essere omesso se il designatore di parola inizia
con un ^, $, *, - o %. Le parole sono
numerate dall'inizio della riga, la prima parola essendo denotata da uno 0
(zero). Le parole sono inserite nella riga corrente separate da spazi
singoli.
- 0 (zero)
- La parola numero zero. Per la shell, questa è la parola che
costituisce il nome del comando.
- n
- La n-esima parola.
- ^
- Il primo argomento. Cioè, la parola 1.
- $
- L'ultima parola. Normalmente questo è l'ultimo argomento, ma si
espanderà alla parola numero zero se c'è una sola parola
nella riga.
- %
- La prima parola che combacia con `?stringa?' nella più
recente ricerca, se la stringa di ricerca inizia con un carattere che
è parte di una parola .
- x-y
- Un intervallo di parole; `-y' abbrevia `0-y'.
- *
- Tutte le parole tranne la numero zero. Questo è un sinonimo per
`1-$'. Non è un errore usare * se vi è solo
una parola nell'evento; in quel caso il risultato è una stringa
vuota.
- x*
- Abbrevia x-$.
- x-
- Abbrevia x-$ come x*, ma omette l'ultima parola. Se manca
x , il valore predefinito è 0.
Se un designatore di parola è fornito senza una
specificazione di evento, il comando precedente viene usato come evento.
After the optional word designator, there may appear a sequence of
one or more of the following modifiers, each preceded by a `:'. These
modify, or edit, the word or words selected from the history event.
- h
- Rimuove un componente finale in un nome-file, lasciando solo la
testa.
- t
- Rimuove tutti i componenti iniziali in un nome-file, lasciando la
coda.
- r
- Rimuove un suffisso finale della forma .xxx, lasciando il nome base
(basename).
- e
- Rimuove tutto tranne il suffisso finale.
- p
- Stampa il nuovo comando ma non lo esegue.
- q
- Quota le parole sostituite, prevenendo ulteriori sostituzioni.
- x
- Quote the substituted words as with q, but break into words at
blanks and newlines. The q and x modifiers are
mutually exclusive; the last one supplied is used.
- s/vecchio/nuovo/
- Substitute new for the first occurrence of old in the event
line. Any character may be used as the delimiter in place of /. The final
delimiter is optional if it is the last character of the event line. The
delimiter may be quoted in old and new with a single
backslash. If & appears in new, it is replaced by old. A
single backslash will quote the &. If old is null, it is set to
the last old substituted, or, if no previous history substitutions
took place, the last string in a !?string[?]
search. If new is null, each matching old is deleted.
- &
- Ripete la precedente sostituzione.
- g
- Fa sì che i cambiamenti siano applicati sull'intera riga di evento.
Questo si usa in congiunzione con `:s' (p.es.,
`:gs/vecchio/nuovo/') o
`:&'. Se usato con `:s', qualsiasi delimitatore
può essere usato al posto di /, e il delimitatore finale è
opzionale se è l'ultimo carattere della riga di evento. Un a
può essere usato come sinonimo di g.
- G
- Applica il modificatore che segue `s' o `&' una volta a
ogni parola nella riga di evento.
Se non diversamente indicato, ogni comando incorporato documentato
in questa sezione, il quale accetti opzioni precedute da -, accetta
-- per indicare la fine delle opzioni. I comandi incorporati
:, true, false, e test non accettano opzioni e
non trattano -- in modo speciale. I comandi incorporati exit,
logout, return, break, continue, let e
shift accettano ed elaborano argomenti che iniziano con -
senza richiedere --. Altri comandi incorporati che accettano
argomenti, ma per i quali non viene specificato che accettano opzioni,
interpretano gli argomenti che iniziano con - come opzioni non valide
e richiedono -- per impedire questa interpretazione.
- : [argomenti]
- Nessun effetto; il comando non fa niente, tranne l'espansione degli
argomenti e l'effettuazione di ogni ridirezione specificata. Lo
stato di ritorno è zero.
-
. nome-file [argomenti]
- source
nome-file [argomenti]
- Read and execute commands from filename in the current shell
environment and return the exit status of the last command executed from
filename. If filename does not contain a slash, filenames in
PATH are used to find the directory containing
filename. The file searched for in PATH need not be
executable. When bash is not in posix mode,
the current directory is searched if no file is found in
PATH. If the sourcepath option to the shopt
builtin command is turned off, the PATH is not
searched. If any arguments are supplied, they become the
positional parameters when filename is executed. Otherwise the
positional parameters are unchanged. If the -T option is enabled,
source inherits any trap on DEBUG; if it is not, any
DEBUG trap string is saved and restored around the call to
source, and source unsets the DEBUG trap while it
executes. If -T is not set, and the sourced file changes the
DEBUG trap, the new value is retained when source completes.
The return status is the status of the last command exited within the
script (0 if no commands are executed), and false if filename is
not found or cannot be read.
- alias [-p]
[nome[=valore] ...]
- Alias senza argomenti o con l'opzione -p stampa la lista
degli alias nella forma alias nome=valore sullo
standard output. Quando sono forniti argomenti, viene definito un alias
per ogni nome per cui è dato il valore. Uno spazio
finale a valore fa sì che la parola seguente sia controllata
per la sostituzione di alias quando l'alias è espanso. Per ogni
nome nella lista di argomenti per cui nessun valore è
fornito, è stampato il nome e il valore dell'alias. Alias
ritorna 0 (vero) a meno che non venga dato un nome per il quale
nessun alias è stato definito.
- bg [jobspec
...]
- Riprende ogni job sospeso jobspec in background, come se fosse
stato avviato con &. Se jobspec non è presente,
è usato quello che la shell considera essere il job
corrente. bg jobspec ritorna 0 tranne quando viene
eseguito con il job-control disabilitato o, se eseguito con il job-control
abilitato, se jobspec non è stato trovato o è stato
avviato senza usare job-control.
- bind [-m
keymap] [-lpsvPSVX]
- bind [-m
keymap] [-q funzione] [-u funzione]
[-r keyseq]
- bind [-m
keymap] -f nome-file
- bind [-m
keymap] -x keyseq:comando di shell
- bind [-m
keymap] keyseq:nome-funzione
- bind [-m
mappa-tasti] sequenza-tasti:comando readline
- Mostra le correnti associazioni di tasti e funzioni di readline,
associa una sequenza di tasti a una funzione o macro di readline o
imposta una variabile readline. Ogni argomento che non sia
un'opzione è un comando come apparirebbe in .inputrc, ma
ciascuna associazione deve essere passata come argomento separato; per
esempio, '"\C-x\C-r": re-read-init-file'. Le opzioni, se
fornite, hanno i seguenti significati:
- -m keymap
- Usa keymap come mappatura della tastiera da modificare nelle
successive associazioni. I nomi accettabili per keymap sono
emacs, emacs-standard, emacs-meta, emacs-ctlx, vi, vi-move,
vi-command e vi-insert. vi è equivalente a
vi-command (anche vi-move è un sinonimo) ;
emacs è equivalente a emacs-standard.
- -l
- Elenca i nomi di tutte le funzioni di readline.
- -p
- Mostra i nomi delle funzioni di readline e delle loro associazioni
in modo tale che possano essere riletti.
- -P
- Elenca i nomi delle funzioni di readline correnti e le loro
associazioni.
- -s
- Mostra sequenze di tasti di readline associati a macro e le
stringhe risultanti in modo tale che possano essere rilette.
- -S
- Mostra sequenze di tasti di readline associate a macro e le
stringhe risultanti.
- -v
- Mostra i nomi delle variabili di readline e i loro valori in modo
tale che possano essere riletti.
- -V
- Elenca i nomi delle variabili di readline correnti e i loro
valori.
- -f
nome-file
- Legge le associazioni dei tasti dal file nome-file.
- -q
funzione
- Chiede quali tasti invocano la funzione indicata.
- -u
funzione
- Dissocia tutti i tasti associati alla funzione indicata.
- -r keyseq
- Rimuove qualsiasi associazione corrente per keyseq.
- -x
keyseq:comando di shell
- Provoca l'esecuzione di comando di shell ogni volta che viene
immesso keyseq. Quando comando di shell viene eseguito, la
shell imposta la variabile READLINE_LINE al contenuto del
buffer di riga readline e le variabili
READLINE_POINT e READLINE_MARK
rispettivamente alla posizione corrente del punto di inserzione e al punto
di inserzione salvato (la marcatura). Se il comando eseguito cambia il
valore di READLINE_LINE,
READLINE_POINT o READLINE_MARK, i
nuovi valori saranno portati nello stato di modifica.
- -X
- Elenca tutte le sequenze di tasti associati a comandi di shell e i comandi
associati in un formato che può essere riusato come input.
Il valore di ritorno è 0 tranne quando si specifica
un'opzione non riconosciuta o è avvenuto un errore.
- break
[n]
- Esce dall'interno di un ciclo for, while, until o
select. Se n è specificato, interrompe n
livelli. n deve essere ≥ 1. Se n è più
grande del numero di cicli racchiusi, tutti i cicli racchiusi vengono
terminati. Il valore di ritorno è 0 tranne quando n non
è maggiore o uguale a 1.
- builtin
comando-incorporato [argomenti]
- Esegue il comando incorporato specificato, passandogli gli
argomenti, e ritorna il suo stato d'uscita. Questo è utile
quando si desidera definire una funzione il cui nome è lo stesso di
un comando incorporato della shell, ottenendo la funzionalità del
comando incorporato attraverso la funzione. Il comando incorporato
cd è comunemente ridefinito in questo modo. Lo stato di
ritorno è falso se comando-incorporato non è un
comando incorporato della shell.
- caller
[espr]
- Restituisce il contesto di qualsiasi chiamata di subroutine attiva (una
funzione di shell o uno script eseguito coi comandi incorporati . o
source. Senza espr, il caller mostra il numero di
riga e il nome di file di origine della chiamata di subroutine corrente.
Se un intero non negativo è fornito come espr, caller
mostra il numero di riga, il nome di subroutine e il file di origine
corrispondente a quella posizione nello stack delle chiamate di
esecuzione. Questa informazione aggiuntiva può essere usata, per
esempio, per stampare una traccia dello stack. Il frame corrente è
il frame 0. Il valore di ritorno è 0 tranne quando la shell non sta
eseguendo una chiamata di subroutine o quando espr non corrisponde
a una posizione valida nello stack delle chiamate.
- cd [-L|[-P
[-e]] [-@]] [dir]
- Change the current directory to dir. if dir is not supplied,
the value of the HOME shell variable is the default. Any
additional arguments following dir are ignored. The
variable CDPATH defines the search path for the
directory containing dir: each directory name in
CDPATH is searched for dir. Alternative
directory names in CDPATH are separated by a colon
(:). A null directory name in CDPATH is the same as
the current directory, i.e., “.”. If
dir begins with a slash (/), then CDPATH is
not used. The -P option causes cd to use the
physical directory structure by resolving symbolic links while traversing
dir and before processing instances of .. in dir (see
also the -P option to the set builtin command); the
-L option forces symbolic links to be followed by resolving the
link after processing instances of .. in dir. If ..
appears in dir, it is processed by removing the immediately
previous pathname component from dir, back to a slash or the
beginning of dir. If the -e option is supplied with
-P, and the current working directory cannot be successfully
determined after a successful directory change, cd will return an
unsuccessful status. On systems that support it, the -@ option
presents the extended attributes associated with a file as a directory. An
argument of - is converted to $OLDPWD before
the directory change is attempted. If a non-empty directory name from
CDPATH is used, or if - is the first argument, and
the directory change is successful, the absolute pathname of the
new working directory is written to the standard output. The return value
is true if the directory was successfully changed; false otherwise.
- command
[-pVv] comando [arg ...]
- Esegue comando con gli argomenti sopprimendo la normale
ricerca tra le funzione di shell. Sono eseguiti solo i comandi incorporati
o comandi trovati in PATH. Se è specificata l'opzione
-p, la ricerca di comando viene effettuata usando un
valore predefinito per PATH usando il quale è
garantito che siano trovate tutte le utilità standard. Se è
fornita l'opzione -V o -v, viene stampata una descrizione di
comando. L'opzione -v provoca la visualizzazione di una
singola parola che indica il comando o il nome-file usato per invocare
comando; l'opzione -V produce una descrizione più
completa. Se è fornita l'opzione -V o -v, lo stato
d'uscita è 0 se comando è stato trovato, e 1
altrimenti. Se nessuna delle due opzioni è fornita e avviene un
errore o comando non può essere trovato, lo stato d'uscita
è 127. Altrimenti, lo stato d'uscita del comando incorporato
command è lo stato d'uscita di comando.
- compgen
[opzione] [parola]
- Genera possibili corrispondenze di completamento per parola in
accordo con le opzioni, che possono essere qualsiasi opzione
accettata dal comando incorporato complete ad eccezione di
-p e -r, e scrive le corrispondenze sullo standard output.
Quando si usano le opzioni -F o -C, le diverse variabili di
shell impostate dai servizi di completamento programmabile, anche se
disponibili, non conterranno valori utili.
Le corrispondenze saranno generate come se il codice di
completamento programmabile le avesse generate direttamente da una
specifica di completamento con gli stessi flag. Se viene specificata
parola, vengono mostrati solo i completamenti disponibili per
parola.
Il valore di ritorno è 0 (vero), tranne quando viene
fornita un'opzione non valida, o non viene generata alcuna
corrispondenza.
- complete
[-abcdefgjksuv] [-o comp-option] [-DEI]
[-A azione] [-G globpat] [-W
lista_di_parole]
-
[-F funzione] [-C comando] [-X
filterpat] [-P prefisso] [-S suffisso]
nome [nome ...]
- complete
-pr [-DEI] [nome ...]
- Specify how arguments to each name should be completed. If the
-p option is supplied, or if no options are supplied, existing
completion specifications are printed in a way that allows them to be
reused as input. The -r option removes a completion specification
for each name, or, if no names are supplied, all completion
specifications. The -D option indicates that other supplied options
and actions should apply to the “default” command
completion; that is, completion attempted on a command for which no
completion has previously been defined. The -E option indicates
that other supplied options and actions should apply to
“empty” command completion; that is, completion attempted on
a blank line. The -I option indicates that other supplied options
and actions should apply to completion on the initial non-assignment word
on the line, or after a command delimiter such as ; or |,
which is usually command name completion. If multiple options are
supplied, the -D option takes precedence over -E, and both
take precedence over -I. If any of -D, -E, or
-I are supplied, any other name arguments are ignored; these
completions only apply to the case specified by the option.
Il processo per applicare queste specifiche di completamento
quando si tenta il completamento della parola è descritto in
precedenza, sotto Completamento programmabile.
Altre opzioni, se specificate, hanno i seguenti significati.
Gli argomenti alle opzioni -G, -W, e -X (e, se
necessario alle opzioni -P e -S) dovrebbero essere quotati
per proteggerli dall'espansione prima che venga invocato il comando
incorporato complete.
- -o
comp-option
- L'opzione comp-option controlla diversi aspetti del comportamento
di comspec oltre la semplice generazione di completamenti.
comp-option può essere uno di questi:
- bashdefault
- Effettua il resto dei completamenti predefiniti di bash se comspec
non genera corrispondenze.
- default
- Usa il completamento del nome-file predefinito di readline se comspec non
genera corrispondenze.
- dirnames
- Effettua il completamento del nome di directory se comspec non genera
corrispondenze.
- filenames
- Dice a readline che il comspec genera nomi-file, consentendo così
di effettuare qualsiasi elaborazione di uno specifico nome-file (come
aggiungere una barra [/] ai nomi di directory, quotare caratteri speciali
o sopprimere gli spazi finali). Fatto per essere usato con le funzioni di
shell.
- noquote
- Dice a readline di non quotare le parole completate se sono nomi-file (la
quotatura dei nomi-file è il comportamento predefinito).
- nosort
- Dice a readline di non ordinare la lista dei possibili completamenti in
ordine alfabetico.
- nospace
- Dice a readline di non aggiungere uno spazio (che viene aggiunto in modo
predefinito) alle parole completate alla fine della riga.
- plusdirs
- Dopo che le corrispondenze definite da comspec sono state generate, viene
tentato il completamento dei nomi di directory e il risultato viene
aggiunto ai risultati delle altre azioni.
- -A azione
- L'azione può essere una delle seguenti per generare una
lista di possibili completamenti:
- alias
- Nome di alias. Può anche essere specificata come -a.
- arrayvar
- Nomi di variabili di array.
- binding
- Nomi di associazioni di tasti Readline.
- builtin
- Nomi di comandi incorporati della shell. Può anche essere
specificata come -b.
- command
- Nomi di comandi. Può anche essere specificata come -c.
- directory
- Nomi di directory. Può anche essere specificata come
-d.
- disabled
- Nomi di comandi incorporati della shell disabilitati.
- enabled
- Nomi di comandi incorporati della shell abilitati.
- export
- Nomi di variabili di shell esportate. Può anche essere specificata
come -e.
- file
- Nomi di file. Può anche essere specificata come -f.
- function
- Nomi di funzioni di shell.
- group
- Nomi di gruppo. Può anche essere specificata come -g.
- helptopic
- Argomenti di aiuto come accettati dal comando incorporato
help.
- hostname
- Nomi di host, come presi dal file specificato dalla variabile di shell
HOSTFILE.
- job
- Nomi di job, se il job-control è attivo. Può anche essere
specificata come -j.
- keyword
- Parole riservate della shell. Può anche essere specificata come
-k.
- running
- Nomi di job in esecuzione, se il job-control è attivo.
- service
- Nome di servizi. Può anche essere specificata come -s.
- setopt
- Argomenti validi per l'opzione -o del comando incorporato
set.
- shopt
- Nomi di opzioni di shell come accettati dal comando incorporato
shopt.
- signal
- Nomi di segnali.
- stopped
- Nomi di job sospesi, se il job-control è attivo.
- user
- Nomi di utente. Può anche essere specificata come -u.
- variable
- Nomi di variabili di shell. Può anche essere specificata come
-v.
- -C
comando
- comando viene eseguito in un ambiente di subshell, e il suo output
viene usato come lista di possibili completamenti.
- -F funzione
- La funzione di shell function viene eseguita nell'ambiente di shell
corrente. Quando la funzione è eseguita, il primo argomento
($1) è il nome del comando i cui argomenti devono essere
completati, il secondo argomento ($2) è la parola da
completare, e il terzo argomento ($3) è la parola che
precede la parola da completare sulla riga di comando corrente. Al
termine, i completamenti possibili sono recuperati dal valore della
variabile array COMPREPLY .
- -G
globpat
- Il modello di espansione dei nomi di percorso globpat viene espanso
per generare i possibili completamenti.
- -P
prefisso
- prefisso è aggiunto all'inizio di ogni possibile
completamento dopo che sono state applicate tutte le altre opzioni.
- -S
suffisso
- suffisso è aggiunto alla fine di ogni possibile
completamento dopo che sono state applicate tutte le altre opzioni.
- -W
wordlist
- The wordlist is split using the characters in the IFS
special variable as delimiters, and each resultant word is
expanded. Shell quoting is honored within wordlist, in order to
provide a mechanism for the words to contain shell metacharacters or
characters in the value of IFS. The possible completions are
the members of the resultant list which match the word being
completed.
- -X
filterpat
- filterpat è un modello come quelli usati per l'espansione
del nome di percorso. È applicato all'elenco dei possibili
completamenti generati dalle opzioni e dagli argomenti precedenti, e ogni
completamento che corrisponde a filterpat viene rimosso
dall'elenco. Un ! iniziale in filterpat nega il modello; in
questo caso ogni completamento che non concorda con filterpat viene
rimosso.
Il valore di ritorno è 0 (vero) tranne quando viene fornita
un'opzione non valida, viene fornita un'opzione all'infuori di -p o
-r senza un argomento nome, viene fatto un tentativo di
rimuovere una specifica di completamento per un nome per il quale non
vi sono specifiche, o se si verifica un errore aggiungendo una specifica di
completamento.
- compopt
[-o opzione] [-DEI] [+o opzione]
[nome]
- Modify completion options for each name according to the
options, or for the currently-executing completion if no
names are supplied. If no options are given, display the
completion options for each name or the current completion. The
possible values of option are those valid for the complete
builtin described above. The -D option indicates that other
supplied options should apply to the “default” command
completion; that is, completion attempted on a command for which no
completion has previously been defined. The -E option indicates
that other supplied options should apply to “empty” command
completion; that is, completion attempted on a blank line. The -I
option indicates that other supplied options should apply to completion on
the initial non-assignment word on the line, or after a command delimiter
such as ; or |, which is usually command name completion.
Il valore di ritorno è vero, a meno che non venga
fornita un'opzione non valida, venga fatto un tentativo per modificare
le opzioni per un nome per il quale non esiste alcuna specifica
di completamento, o accada un errore di output.
- continue
[n]
- Riprende la successiva iterazione del ciclo for, while,
until o select dentro cui si trova. Se n è
specificato, riprende all'n-esima nidificazione del ciclo. n
deve essere ≥ 1. Se n è più grande del numero
di cicli nidificati, riprende dall'ultimo ciclo esistente (il ciclo a
più alto livello). Il valore di ritorno è 0 tranne quando
n non è maggiore o uguale a 1.
- declare
[-aAfFgiIlnrtux] [-p] [nome[=valore]
...]
- typeset
[-aAfFgiIlnrtux] [-p] [nome[=valore]
...]
- Declare variables and/or give them attributes. If no names are
given then display the values of variables. The -p option will
display the attributes and values of each name. When -p is
used with name arguments, additional options, other than -f
and -F, are ignored. When -p is supplied without name
arguments, it will display the attributes and values of all variables
having the attributes specified by the additional options. If no other
options are supplied with -p, declare will display the
attributes and values of all shell variables. The -f option will
restrict the display to shell functions. The -F option inhibits the
display of function definitions; only the function name and attributes are
printed. If the extdebug shell option is enabled using
shopt, the source file name and line number where each name
is defined are displayed as well. The -F option implies -f.
The -g option forces variables to be created or modified at the
global scope, even when declare is executed in a shell function. It
is ignored in all other cases. The -I option causes local variables
to inherit the attributes (except the nameref attribute) and value
of any existing variable with the same name at a surrounding scope.
If there is no existing variable, the local variable is initially unset.
The following options can be used to restrict output to variables with the
specified attribute or to give variables attributes:
- -a
- Ogni nome è una variabile array indicizzata (si veda
Array sopra).
- -A
- Ogni nome è una variabile array associativa (si veda
Array sopra).
- -f
- Usa solo nomi di funzioni.
- -i
- La variabile è trattata come un intero; la valutazione aritmetica
(si veda VALUTAZIONE ARITMETICA sopra) è effettuata
quando alla variabile è assegnato un valore.
- -l
- Quando alla variabile è assegnato un valore, tutti i caratteri
maiuscoli sono convertiti in minuscolo. L'attributo upper-case è
disabilitato.
- -n
- Dà a ogni nome l'attributo nameref, rendendolo un
riferimento a un'altra variabile. Quest'altra variabile è definita
dal valore di nome. Tutti i riferimenti, gli assegnamenti e le
modifiche degli attributi a nome, tranne quelli che usano o
cambiano lo stesso attributo -n, sono effettuati sulla variabile
referenziata dal valore di nome. L'attributo -n non
può essere applicato alle variabili array.
- -r
- Rende nomi accessibili in sola lettura. A questi nomi non possono
quindi essere assegnati valori da successive istruzioni di assegnamento, e
i valori assegnati non possono essere rimossi.
- -t
- Dà a ogni nome l'attributo trace. Le funzioni
tracciate ereditano i segnali intercettati DEBUG e RETURN
dalla shell chiamante. L'attributo trace non ha un significato speciale
per le variabili.
- -u
- Quando alla variabile è assegnato un valore, tutti i caratteri
minuscoli sono convertiti in maiuscolo. L'attributo lower-case è
disabilitato.
- -x
- Marca nomi per l'esportazione ai successivi comandi attraverso
l'ambiente.
Usare `+' invece di `-' disattiva l'attributo, con l'eccezione che
+a e +A non possono essere usati per eliminare una variabile
array e +r non rimuove l'attributo di sola lettura. Quando usate in
una funzione, declare e typeset rendono ogni nome
locale, come con il comando local, a meno che non venga fornita
l'opzione -g. Se un nome di variabile è seguito da
=valore, il valore della variabile è impostato a
valore. Il valore di ritorno è 0 tranne quando viene
incontrata un'opzione non valida, viene fatto un tentativo di definire una
funzione usando ``-f foo=bar'', un tentativo per assegnare un valore a una
variabile in sola lettura, un tentativo per assegnare un valore a una
variabile array senza usare la sintassi di assegnamento composto (si veda
Array sopra) - uno dei nomi non è un nome valido di
variabile di shell -, un tentativo per disattivare lo stato di sola lettura
per una variabile in sola lettura, un tentativo per disattivate lo stato di
array per una variabile array, o un tentativo per mostrare una funzione non
esistente con -f.
- dirs [-clpv]
[+n] [-n]
- Senza opzioni, mostra la lista delle directory correntemente memorizzate.
La visualizzazione predefinita è su un singola riga coi nomi di
directory separate da spazi. Le directory sono aggiunte alla lista con il
comando pushd; il comando popd rimuove elementi dalla lista.
La directory corrente è sempre la prima directory nello stack.
- -c
- Svuota lo stack delle directory cancellando tutti gli elementi.
- -l
- Produce un elenco usando il percorso completo; il formato predefinito per
l'elencazione usa un carattere tilde per indicare la home directory.
- -p
- Stampa lo stack delle directory con un elemento per riga.
- -v
- Stampa lo stack delle directory con un elemento per riga,anteponendo a
ogni elemento il suo indice nello stack.
- +n
- Mostra l'n-esimo elemento contando dalla sinistra della lista
mostrata da dirs quando è chiamato senza opzioni, partendo
da zero.
- -n
- Mostra l'n-esimo elemento contando dalla destra della lista
mostrata da dirs quando è chiamato senza opzioni, partendo
da zero.
Il valore di ritorno è 0 tranne quando viene fornita
un'opzione non valida o n un indice oltre la fine dello stack delle
directory.
- disown [-ar]
[-h] [jobspec ... | pid ... ]
- Senza opzioni, rimuove ogni jobspec dalla tabella dei job attivi.
Se jobspec non è presente, e non viene fornita né
l'opizone -a né l'opzione -r, viene usato il job
corrente. Se viene data l'opzione -h, ogni jobspec non
viene rimosso dalla tabella, ma è marcato in modo che
SIGHUP non venga inviato al job se la shell riceve
un SIGHUP. Se non è specificata alcuna
jobspec l'opzione -a richiede la rimozione o il
marcamento di tutti i job; l'opzione -r senza un argomento
jobspec restringe l'operazione ai job in esecuzione. Il valore di
ritorno è 0 tranne quando jobspec non specifica un job
valido.
- echo [-neE]
[arg ...]
- Emette gli arg, separati da spazi, seguiti da un newline. Lo stato
di ritorno è 0, a meno che non si verifichi un errore di scrittura.
Se è specificato -n, il newline finale è soppresso.
Se è data l'opzione -e, viene abilitata l'interpretazione
dei successivi caratteri preceduti dal carattere di protezione della barra
inversa. L'opzione -E disabilita l'interpretazione di questi
caratteri di protezione, anche su sistemi dove essi sono interpretati in
modo predefinito. L'opzione di shell xpg_echo può essere
usata per determinare dinamicamente se echo espande questi
caratteri di protezione in modo predefinito oppure no. echo non
interpreta -- come fine delle opzioni. echo interpreta le
seguenti sequenze di protezione:
- \a
- avviso (segnale acustico)
- \b
- backspace
- \c
- elimina ulteriore output
- \e
- \E
- un carattere di escape
- \f
- salto pagina
- \n
- codice di fine riga (newline)
- \r
- ritorno carrello
- \t
- tabulazione orizzontale
- \v
- tabulazione verticale
- \\
- barra inversa
- \0nnn
- il carattere a otto bit il cui valore è il valore ottale nnn
(da zero a tre cifre ottali)
- \xHH
- il carattere a otto bit il cui valore è il valore esadecimale
HH (una o due cifre esadecimali)
- \uHHHH
- il carattere Unicode (ISO/IEC 10646) il cui valore è il valore
esadecimale HHHH (da una a quattro cifre esadecimali)
- \UHHHHHHHH
- il carattere Unicode (ISO/IEC 10646) il cui valore è il valore
esadecimale HHHHHHHH (da una a otto cifre esadecimali)
- enable
[-a] [-dnps] [-f nome-file] [nome
...]
- Abilita e disabilita i comandi incorporati della shell. Disabilitare un
comando incorporato permette l'esecuzione di un comando residente su disco
con lo stesso nome di un comando incorporato della shell senza dover
specificare un percorso completo, anche se la shell normalmente cerca i
comandi incorporati prima di quelli su disco. Se è usato -n,
ogni nome è disabilitato; altrimenti, nomi sono
abilitati. Per esempio, per usare il programma binario test trovato
attraverso il PATH, invece della versione
incorporata nella shell, si esegue ``enable -n test''. L'opzione -f
richiede di caricare il nuovo comando incorporato nome dall'oggetto
condiviso nome-file, sui sistemi che supportano il caricamento
dinamico. L'opzione -d elimina un comando incorporato
precedentemente caricato con -f. Se nessun argomento nome
è specificato, o se viene fornita l'opzione -p viene
stampata una lista di tutti i comandi incorporati della shell. Senza altri
argomenti di opzione la lista è formata da tutti i comandi
incorporati della shell abilitati. Se è fornito -n, vengono
stampati solo i comandi incorporati disabilitati. Se è fornito
-a, la lista stampata include tutti i comandi incorporati, con
l'indicazione per ciascuno se è abilitato o no. Se viene fornito
-s, l'output è ristretto ai comandi incorporati
speciali POSIX. Il valore di ritorno è 0 tranne quando
nome non è un comando incorporato della shell o si verifica
un errore nel caricamento di un nuovo comando incorporato da un oggetto
condiviso.
- eval [arg
...]
- Gli arg sono letti e concatenati insieme formando un singolo
comando. Questo comando è quindi letto ed eseguito dalla shell, e
il suo stato di uscita è ritornato come valore del comando
eval. Se non vi è alcun arg, o vi sono solo argomenti
nulli, eval ritorna 0.
- exec [-cl]
[-a nome] [comando [argomenti]]
- Se comando è specificato, esso sostituisce la shell. Nessun
nuovo processo viene creato. Gli argomenti diventano gli argomenti
per comando. Se viene fornita l'opzione -l la shell pone un
trattino all'inizio dell'argomento numero zero passato a comando.
Questo è quello che fa login(1). L'opzione -c provoca
l'esecuzione di comando con un ambiente vuoto. Se viene fornita
-a la shell passa nome come argomento numero zero del
comando eseguito. Se comando non può essere eseguito per
qualche ragione, una shell non interattiva termina, a meno che non sia
abilitata l'opzione di shell execfail, nel qual caso restituisce
insuccesso. Una shell interattiva restituisce insuccesso se il file non
può essere eseguito. Una subshell esce incondizionatamente se
exec fallisce. Se comando non è specificato,
qualsiasi ridirezione ha effetto nella shell corrente, e lo stato di
ritorno è 0. Se si verifica un errore di ridirezione lo stato di
ritorno è 1.
- exit
[n]
- Causa l'uscita della shell con uno stato d'uscita n. Se n
è omesso, lo stato d'uscita è quello dell'ultimo comando
eseguito. Un'intercettazione di segnale su EXIT è
eseguita prima che la shell termini.
- export
[-fn] [nome[=parola]] ...
- export
-p
- I nomi forniti sono marcati per l'esportazione automatica
nell'ambiente dei comandi eseguiti in seguito. Se è specificata l'
opzione -f, i nomi si riferiscono a funzioni. Se il
nome è omesso o se se è fornita l'opzione -p,
viene stampata una lista di nomi di tutte le variabili esportate.
L'opzione -n provoca la rimozione della proprietà di
esportazione da ogni nome. Se un nome di variabile è seguito
da =parola, il valore della variabile è impostato a
parola. export ritorna uno stato d'uscita di 0 tranne quando
viene trovata un'opzione non valida, uno dei nomi non è un
nome valido di variabile di shell, o viene fornita l'opzione -f con
un nome che non è il nome di una funzione.
- fc [-e
nome-editor] [-lnr] [primo] [ultimo]
- fc -s
[pat=rep] [cmd]
- The first form selects a range of commands from first to
last from the history list and displays or edits and re-executes
them. First and last may be specified as a string (to locate
the last command beginning with that string) or as a number (an index into
the history list, where a negative number is used as an offset from the
current command number). When listing, a first or last of 0
is equivalent to -1 and -0 is equivalent to the current command (usually
the fc command); otherwise 0 is equivalent to -1 and -0 is invalid.
If last is not specified, it is set to the current command for
listing (so that ``fc -l -10'' stampa gli ultimi 10 comandi) e a
primo altrimenti. Se primo non è specificato è
impostato al precedente comando per la modifica e a -16 per l'elencazione.
L'opzione -n sopprime i numeri dei comandi quando li
elenca. L'opzione -r inverte l'ordine dei comandi. Se è
specificata l'opzione -l, i comandi sono elencati sullo standard
output. Altrimenti, è invocato l'editor indicato da ename
su un file che contiene questi comandi. Se ename è omesso,
è usato il valore della variabile FCEDIT, e il
valore di EDITOR se FCEDIT
non è impostata. Se né l'una né l'altra
variabile è impostata, è usato vi Quando la
modifica è completata, i comandi modificati sono listati ed
eseguiti.
Nella seconda forma, comando è rieseguito dopo
che ogni istanza di pat è sostituita da rep.
Comando è interpretato come primo.Un utile alias da
usare con questo è ``r="fc -s"'', così che
digitando ``r cc'' si esegue l'ultimo comando che inizia con ``cc'' e
battendo ``r'' si riesegue l'ultimo comando.
Se è usata la prima forma, il valore di ritorno
è 0 a meno che sia incontrata un'opzione non valida o
primo o ultimo specifichino righe di cronologia fuori
dall'intervallo esistente. Se è fornita l'opzione -e, il
valore di ritorno è il valore dell'ultimo comando eseguito, o
insuccesso se avviene un errore con il file temporaneo dei comandi. Se
è usata la seconda forma, lo stato di ritorno è quello del
comando rieseguito, tranne quando cmd non specifica una riga di
cronologia valida, nel qual caso fc ritorna insuccesso.
- fg
[jobspec]
- Riprende jobspec in primo piano, e lo rende il job corrente. Se
jobspec non è presente, è usata la nozione della
shell di job corrente. Il valore di ritorno è quello
del comando posto in primo piano, o insuccesso se eseguito mentre il
job-control è disabilitato o, quando eseguito col job-control
abilitato, se jobspec non specifica un job valido o jobspec
specifica un job che era stato avviato senza job-control.
- getopts
optstring nome [arg ...]
- getopts è usato dalle procedure di shell per analizzare i
parametri posizionali. optstring contiene i caratteri delle opzioni
che devono essere riconosciuti; se un carattere è seguito da due
punti, l'opzione si aspetta di avere un argomento, che dovrà essere
separato dalla stessa da spazi bianchi. I due punti e il punto
interrogativo non possono essere usati come caratteri di opzione. Ogni
volta che è invocato, getopts pone la successiva opzione
nella variabile di shell nome, inizializzando nome se non
esiste, e l'indice del prossimo argomento da elaborare nella variabile
OPTIND. OPTIND è inizializzato
a 1 ogni volta che la shell o uno script di shell viene invocato.
Quando un'opzione richiede un argomento, getopts pone
quell'argomento nella variabile OPTARG. La shell non
reimposta OPTIND automaticamente; questa
variabile deve essere manualmente reimpostata tra più chiamate a
getopts dentro la stessa esecuzione della shell, se deve essere
usato un nuovo insieme di parametri.
Quando viene raggiunta la fine delle opzioni getopts
esce con un valore di ritorno maggiore di zero. OPTIND
è impostato all'indice del primo argomento senza opzioni
e nome viene impostato a ?.
getopts normalmente analizza i parametri posizionali,
ma se più argomenti vengono dati come valori arg,
getopts analizza solo quelli.
getopts può informare degli errori in due modi.
Se il primo carattere di optstring è un due punti,
è usata un'informazione di errore silenziosa. Normalmente
i messaggi diagnostici vengono stampati quando vengono trovate opzioni
non valide o mancano argomenti alle opzioni. Se la variabile
OPTERR è impostata a 0, nessun messaggio di errore
viene mostrato, anche se il primo carattere di optstring
non è due punti.
Se è incontrata un'opzione non valida, getopts
pone ? nel nome e, se non silenziosa, stampa un messaggio di
errore e annulla OPTARG. Se getopts
è silenziosa, il carattere di opzione trovato è posto in
OPTARG e nessun messaggio diagnostico è
stampato.
Se un argomento richiesto non è trovato, e
getopts non è silenziosa, un punto interrogativo
(?) è posto in nome, OPTARG
viene annullato, e viene stampato un messaggio diagnostico. Se
getopts è silenziosa, allora un carattere di due punti
(:) è posto in nome e OPTARG è
impostato al carattere di opzione trovato.
getopts ritorna 0 (vero) se viene trovata un'opzione,
specificata o non specificata. Ritorna falso se viene incontrata la fine
delle opzioni o avviene un errore.
- hash [-lr]
[-p nome-file] [-dt] [nome]
- Ogni volta che hash viene invocata, il percorso completo del
comando nome è determinato ricercando le directory in
$PATH e viene memorizzato. Ogni nome di percorso precedentemente
memorizzato viene perso. Se viene fornita l'opzione -p, non viene
effettuata nessuna ricerca di percorso e nome-file è usato
come nome completo del comando. L'opzione -r fa sì che la
shell dimentichi tutti i percorsi memorizzati. L'opzione -d fa
sì che la shell dimentichi i percorsi memorizzati di ogni
nome. Se viene fornita l'opzione -t è stampato il
percorso completo al quale corrisponde ogni nome. Se vengono
forniti argomenti multipli di nome con -t, il nome
viene stampato prima del percorso completo indicizzato. L'opzione
-l provoca la visualizzazione dell'output in un formato
riutilizzabile come input. Se nessun argomento è dato, ed è
fornito solo -l, è stampata l'informazione circa i comandi
memorizzati. Lo stato di ritorno è 0 (vero) tranne quando
nome è irreperibile o viene fornita un'opzione non
valida.
- help [-dms]
[modello]
- Mostra utili informazioni sui i comandi incorporati. Se modello
è specificato, help fornisce un aiuto dettagliato su tutti i
comandi che corrispondono al modello; altrimenti è stampato
l'aiuto per tutti i comandi incorporati e le strutture di controllo della
shell.
- -d
- Visualizza una breve descrizione di ogni modello
- -m
- Visualizza la descrizione di ogni modello in un formato simile a
manpage
- -s
- Visualizza solo una breve sintassi d'uso per ogni modello
Lo stato di ritorno è 0 tranne quando nessun comando
è individuato dal modello.
- history
[n]
- history
-c
- history -d
scostamento
- history -d
iniziofine
- history
-anrw [nome-file]
- history
-p arg [arg ...]
- history
-s arg [arg ...]
- Senza opzioni, mostra la lista della cronologia dei comandi con i numeri
di riga. Le righe elencate con un * sono state modificate. Con
l'argomento n elenca solo le ultime n righe. Se la variabile
di shell HISTTIMEFORMAT è impostata e non nulla,
è usata come stringa di formato di strftime(3) per
mostrare la data/ora associata a ogni elemento della cronologia. Nessuno
spazio è interposto fra la data/ora formattata e la riga della
cronologia. Se è fornito nome-file, questo è usato
come nome del file di cronologia; altrimenti, è usato il valore di
HISTFILE. Le opzioni, se fornite, hanno i seguenti
significati:
- -c
- Svuota l'elenco della cronologia eliminando tutti gli elementi.
- -d
scostamento
- Delete the history entry at position offset. If offset is
negative, it is interpreted as relative to one greater than the last
history position, so negative indices count back from the end of the
history, and an index of -1 refers to the current history -d
command.
- -d
inizio-fine
- Cancella gli elementi della cronologia tra le posizioni inizio e
fine, incluse. Valori positivi e nagativi per inizio e
fine sono interpretati come descritto in precedenza.
- -a
- Accoda le “nuove” righe al file della cronologia. Queste
sono righe della cronologia inserite dall'inizio della corrente sessione
di bash, ma non ancora aggiunte al file di cronologia.
- -n
- Inserisce le righe della cronologia non ancora lette dal file di
cronologia nella corrente lista della cronologia. Queste sono le righe
accodate al file di cronologia dall'inizio della corrente sessione di
bash.
- -r
- Legge il contenuto del file di cronologia e lo aggiunge alla fine della
cronologia corrente.
- -w
- Scrive la cronologia corrente sul file di cronologia, sovrascrivendo il
contenuto del file di cronologia.
- -p
- Effettua la sostituzione della cronologia sui seguenti arg e mostra
il risultato sullo standard output. Non conserva il risultato nell'elenco
della cronologia. Ogni arg dev'essere quotato per disabilitare la
normale espansione della cronologia.
- -s
- Memorizza gli arg nell'elenco della cronologia come un singolo
comando. L'ultimo comando nell'elenco della cronologia viene rimosso prima
che gli arg vengano aggiunti.
Se la variabile HISTTIMEFORMAT è impostata,
l'informazione data/ora associata a ogni elemento della cronologia
viene scritta nel file della cronologia, marcato col carattere di commento.
Quando viene letto il file della cronologia, le righe che iniziano con un
carattere di commento seguito immediatamente da una cifra sono interpretate
come data e ora della voce di cronologia seguente. Il valore di ritorno
è 0 tranne quando viene incontrata un'opzione non valida, avviene un
errore mentre si legge o si scrive il file della cronologia, viene fornito
uno scostamento non valido come argomento a -d o l'espansione
della cronologia fornita come argomento a -p non ha successo.
- jobs [-lnprs] [
jobspec ... ]
- jobs -x
comando [ args ... ]
- La prima forma elenca i job attivi. Le opzioni hanno i seguenti
significati:
- -l
- Elenca gli ID dei processi in aggiunta alle normali informazioni.
- -n
- Mostra le informazioni solo sui job che hanno cambiato stato dall'ultima
notifica di stato mostrata all'utente.
- -p
- Elenca solo l'ID di processo del principale job del gruppo di
processo.
- -r
- Mostra solo i job in esecuzione.
- -s
- Mostra solo i job sospesi.
Se jobspec è specificato, l'output è limitato
alle informazioni su quel job. Lo stato di ritorno è 0 a meno che
venga incontrata un'opzione non valida o sia fornito un jobspec non
valido.
Se è fornita l'opzione -x, jobs sostituisce
qualsiasi jobspec trovato in comando o args con il
corrispondente ID del gruppo di processo, ed esegue comando
passandogli args, e ritornando il suo stato d'uscita.
- kill [-s
sigspec | -n signum | -sigspec]
[pid | jobspec] ...
- kill
-l|-L [sigspec | exit_status]
- Manda il segnale indicato da sigspec o signum al processo
indicato da pid o jobspec. sigspec è o un nome
di segnale, senza distinzione tra maiuscole e minuscole, come
SIGKILL, (con o senza il prefisso SIG)
o un numero di segnale; signum è un numero di segnale.
Se sigspec non è presente, si suppone essere
SIGTERM. Un argomento -l elenca i nomi dei
segnali. Se sono forniti degli argomenti quando è specificata
l'opzione -l, sono elencati i nomi dei segnali corrispondenti agli
argomenti, e lo stato di ritorno è 0. L'argomento stato
d'uscita di -l è un numero che specifica o un numero di
segnale o lo stato d'uscita di un processo terminato da un segnale.
L'opzione -L è equivalente a -l. kill
restituisce 0 (vero) se almeno un segnale è stato inviato con
successo, o falso se avviene un errore o se è incontrata un'opzione
non valida.
- let arg
[arg ...]
- Ogni arg è un'espressione aritmetica che deve essere
valutata (si veda VALUTAZIONE ARITMETICA sopra). Se l'ultimo
arg viene valutato 0, let ritorna 1; altrimenti
è ritornato 0.
- local
[opzione] [nome[=valore] ... | - ]
- For each argument, a local variable named name is created, and
assigned value. The option can be any of the options
accepted by declare. When local is used within a function,
it causes the variable name to have a visible scope restricted to
that function and its children. If name is -, the set of shell
options is made local to the function in which local is invoked:
shell options changed using the set builtin inside the function are
restored to their original values when the function returns. The restore
is effected as if a series of set commands were executed to restore
the values that were in place before the function. With no operands,
local writes a list of local variables to the standard output. It
is an error to use local when not within a function. The return
status is 0 unless local is used outside a function, an invalid
name is supplied, or name is a readonly variable.
- logout
- Termina una shell di login.
- mapfile
[-d delim] [-n numero] [-O
origine] [-s numero] [-t] [-u fd]
[-C callback] [-c quantum]
[array]
- readarray
[-d delim] [-n numero] [-O
origine] [-s numero] [-t] [-u fd]
[-C callback] [-c quantum]
[array]
- Legge righe dallo standard input all'interno della variabile array
indicizzata array, o dal descrittore di file fd se viene
fornita l'opzione -u. La variabile MAPFILE è
l'array predefinito. Le opzioni, se fornite, hanno il
seguente significato:
- -d
- The first character of delim is used to terminate each input line,
rather than newline. If delim is the empty string, mapfile
will terminate a line when it reads a NUL character.
- -n
- Copia al massimo numero righe. Se numero è 0 vengono
copiate tutte le righe.
- -O
- Inizia assegnando array all'indice origine. L'indice
predefinito è 0.
- -s
- Ignora le prime numero righe lette.
- -t
- Rimuove il delimitatore (il predefinito è
"newline") finale da ogni riga letta.
- -u
- Legge le righe dal descrittore di file fd invece che dallo standard
input.
- -C
- Valuta callback ogni volta che vengono lette quantum righe.
L'opzione -c specifica quantum.
- -c
- Specifica il numero di righe lette tra una chiamata e l'altra di
callback.
Se -C è specificato senza -c, il quantum
predefinito è 5000. Quando callback è valutato, viene
fornito l'indice del successivo elemento di array da assegnare e la riga da
attribuire a quell'elemento come argomenti aggiuntivi. callback viene
valutato dopo che la riga è stata letta, ma prima che l'elemento di
array sia stato assegnato.
Se non è fornito con un'origine esplicita, mapfile
azzera array prima della relativa assegnazione.
mapfile ritorna successo, a meno che non vengano forniti
un'opzione o un argomento di opzione non validi, array sia non valido
o non assegnabile, oppure se array non è un array
indicizzato.
- popd [-n]
[+n] [-n]
- Rimuove degli elementi dallo stack delle directory. Senza argomenti,
rimuove la directory in cima allo stack, ed effettua un cd verso la
nuova directory in cima allo stack. Gli argomenti, se forniti, hanno il
seguente significato:
- -n
- Sopprime il normale cambiamento di directory quando rimuove directory
dallo stack, ossia viene manipolato solo lo stack.
- +n
- Rimuove l'n-esimo elemento contando dalla sinistra della lista
mostrata da dirs, partendo da zero. Per esempio: ``popd +0''
rimuove la prima directory, ``popd +1'' la seconda.
- -n
- Rimuove l'n-esimo elemento contando dalla destra della lista
mostrata da dirs, partendo da zero. Per esempio: ``popd -0''
Rimuove l'ultima directory, ``popd -1'' la penultima.
Se il comando popd ha successo, viene anche effettuato un
dirs, e lo stato di ritorno è 0. popd ritorna falso se
viene incontrata un'opzione non valida, lo stack delle directory è
vuoto, è specificato un elemento non esistente nello stack delle
directory, o il cambio di directory non ha successo.
- printf [-v
var] formato [argomenti]
- Scrive gli argomenti formattati sullo standard output sotto il
controllo del formato. Con l'opzione -v l'output viene
assegnato alla variabile var piuttosto che essere stampato sullo
standard output.
Il formato è una stringa di caratteri che
contiene tre tipi di oggetti: caratteri semplici, i quali sono
semplicemente copiati sullo standard output, sequenze di protezione dei
caratteri, che sono convertite e copiate sullo standard output, e
specifiche di formato, ognuna delle quali provoca la stampa
dell'argomento seguente. Oltre alle specifiche di formato
printf(1) standard, printf interpreta le seguenti
estensioni:
- %b
- fa sì che printf espanda sequenze di protezione tramite la
barra inversa nell'argomento corrispondente nello stesso modo di
echo -e.
- %q
- fa sì che printf stampi sull'output l'argomento
corrispondente in un formato riutilizzabile come input di shell.
- %(datefmt)T
- causes printf to output the date-time string resulting from using
datefmt as a format string for strftime(3). The
corresponding argument is an integer representing the number of
seconds since the epoch. Two special argument values may be used: -1
represents the current time, and -2 represents the time the shell was
invoked. If no argument is specified, conversion behaves as if -1 had been
given. This is an exception to the usual printf behavior.
The %b, %q, and %T directives all use the field width and
precision arguments from the format specification and write that many bytes
from (or use that wide a field for) the expanded argument, which usually
contains more characters than the original.
Argomenti alle specifiche di formato non stringa sono trattati
come costanti C, con l'eccezione che un segno meno o più iniziale
è permesso, e che se il carattere iniziale coincide con un apostrofo
o con delle virgolette, il valore è quello ASCII del carattere che
segue.
Il formato è riutilizzato più volte fino
all'esaurimento degli argomenti. Se il formato richiede
più argomenti di quelli forniti, le specifiche di formato
extra si comportano come se fosse stato fornito, a seconda del caso, il
valore zero o una stringa nulla. Il valore di ritorno è 0 in caso di
successo, diverso da zero in caso di insuccesso.
- pushd [-n]
[+n] [-n]
- pushd [-n]
[dir]
- Aggiunge una directory in cima allo stack delle directory, o ruota lo
stack, rendendo la nuova cima dello stack la corrente directory di lavoro.
Senza argomenti, pushd scambia le due directory in cima e ritorna
0, a meno che lo stack delle directory non sia vuoto. Gli argomenti, se
forniti, hanno il seguente significato:
- -n
- Sopprime il normale cambio di directory quando si ruotano o si aggiungono
directory allo stack, cosicché viene manipolato solo lo stack.
- +n
- Ruota lo stack così che la n-esima directory (contando dalla
sinistra della lista mostrata da dirs, partendo da zero) vada in
cima.
- -n
- Ruota lo stack così che la n-esima directory (contando da
destra della lista mostrata da dirs, partendo da zero) vada in
cima.
- dir
- Aggiunge dir in cima allo stack delle directory, rendendola la
nuova directory di lavoro corrente come se fosse stato fornito come
argomento al comando incorporato cd.
Se il comando pushd ha successo, viene anche effettuato un
dirs. Se è usata la prima forma, pushd ritorna 0 a meno
che il cd verso dir non abbia successo. Con la seconda forma,
pushd ritorna 0 tranne quando lo stack delle directory è
vuoto, è specificato un elemento non esistente nello stack delle
directory, o il cambiamento di directory verso la nuova directory corrente
specificata non ha successo.
- pwd [-LP]
- Stampa il percorso assoluto della corrente directory di lavoro. Il
percorso stampato non contiene alcun collegamento simbolico se è
fornita l'opzione -P o l'opzione -o physical al comando
incorporato set è abilitata. Se viene usata l'opzione
-L il percorso stampato può contenere collegamenti
simbolici. Lo stato di ritorno è 0 tranne quando avviene un errore
mentre si legge il percorso della directory corrente o viene fornita
un'opzione non valida.
- read [-ers]
[-a aname] [-d delim] [-i testo]
[-n nchars] [-N nchars] [-p
prompt] [-t tempo_limite] [-u fd]
[nome ...]
- One line is read from the standard input, or from the file descriptor
fd supplied as an argument to the -u option, split into
words as described above under Word Splitting, and the first word
is assigned to the first name, the second word to the second
name, and so on. If there are more words than names, the remaining
words and their intervening delimiters are assigned to the last
name. If there are fewer words read from the input stream than
names, the remaining names are assigned empty values. The characters in
IFS are used to split the line into words using the
same rules the shell uses for expansion (described above under Word
Splitting). The backslash character (\) may be used to
remove any special meaning for the next character read and for line
continuation. Options, if supplied, have the following meanings:
- -a aname
- Le parole sono assegnate a indici sequenziali della variabile array
aname, partendo da 0. aname viene annullata prima
dell'assegnamento dei nuovi valori. Altri argomenti nome vengono
ignorati.
- -d delim
- The first character of delim is used to terminate the input line,
rather than newline. If delim is the empty string, read will
terminate a line when it reads a NUL character.
- -e
- Se lo standard input viene da un terminale, readline (si veda
READLINE sopra) è usato per ottenere la riga.
Readline usa le impostazioni correnti per la modifica (o
predefinite, se la modifica di riga non era precedentemente attiva), ma
usa il completamento del nome-file predefinito di Readline.
- -i testo
- Se readline è in uso per leggere la riga, testo viene
messo nel buffer di modifica prima che inizi la correzione.
- -n
nchars
- read è considerata completata dopo aver letto nchars
caratteri invece di aspettare una riga di input completa, ma rispetta un
delimitatore se prima del delimitatore sono letti meno di nchars
caratteri.
- -N nchars
- read returns after reading exactly nchars characters rather
than waiting for a complete line of input, unless EOF is encountered or
read times out. Delimiter characters encountered in the input are
not treated specially and do not cause read to return until
nchars characters are read. The result is not split on the
characters in IFS; the intent is that the variable is assigned
exactly the characters read (with the exception of backslash; see the
-r option below).
- -p prompt
- Visualizza prompt sullo standard error, senza un newline finale,
prima di tentare di leggere qualsiasi input. Il prompt è mostrato
solo se l'input proviene da un terminale.
- -r
- La barra inversa non fa da carattere di protezione. La barra inversa
è considerata come parte della riga. In particolare, una coppia
barra_inversa-newline non può essere usata poi come una
continuazione di riga.
- -s
- Modalità silenziosa. Se l'input viene da un terminale i caratteri
immessi non vengono visualizzati sul terminale.
- -t
tempo_limite
- Cause read to time out and return failure if a complete line of
input (or a specified number of characters) is not read within
timeout seconds. timeout may be a decimal number with a
fractional portion following the decimal point. This option is only
effective if read is reading input from a terminal, pipe, or other
special file; it has no effect when reading from regular files. If
read times out, read saves any partial input read into the
specified variable name. If timeout is 0, read
returns immediately, without trying to read any data. The exit status is 0
if input is available on the specified file descriptor, non-zero
otherwise. The exit status is greater than 128 if the timeout is
exceeded.
- -u fd
- Legge l'input dal descrittore di file fd.
If no names are supplied, the line read, without the ending
delimiter but otherwise unmodified, is assigned to the variable
REPLY. The exit status is zero, unless end-of-file is
encountered, read times out (in which case the status is greater than
128), a variable assignment error (such as assigning to a readonly variable)
occurs, or an invalid file descriptor is supplied as the argument to
-u.
- readonly
[-aAf] [-p] [nome[=parola] ...]
- I nomi dati sono da considerare in sola lettura; i valori di questi
nomi non possono essere cambiati dagli assegnamenti successivi. Se
è fornita l'opzione -f, sono così marcate le funzioni
corrispondenti ai nomi. L'opzione -a restringe le variabili
agli array indicizzati; l'opzione -A restringe le variabili agli
array associativi. Se vengono fornite entrambe le opzioni, -A ha la
precedenza. Se nessun argomento nome è dato, o se è
fornita l'opzione -p, viene stampata una lista di tutti i nomi in
sola lettura. Le altre opzioni possono essere usate per restringere
l'output a una sotto-serie della serie di nomi in sola lettura. L'opzione
-p provoca la visualizzazione dell'output in un formato
riutilizzabile come input. Se un nome di variabile è seguito da
=parola il valore della variabile è impostato a
parola. Lo stato di ritorno è 0 tranne quando è
incontrata un'opzione non valida, uno dei nomi non è un nome
di variabile di shell valido, o viene fornita l'opzione -f con un
nome che non è una funzione.
- return
[n]
- Causes a function to stop executing and return the value specified by
n to its caller. If n is omitted, the return status is that
of the last command executed in the function body. If return is
executed by a trap handler, the last command used to determine the status
is the last command executed before the trap handler. If return is
executed during a DEBUG trap, the last command used to determine
the status is the last command executed by the trap handler before
return was invoked. If return is used outside a function,
but during execution of a script by the . (source) command,
it causes the shell to stop executing that script and return either
n or the exit status of the last command executed within the script
as the exit status of the script. If n is supplied, the return
value is its least significant 8 bits. The return status is non-zero if
return is supplied a non-numeric argument, or is used outside a
function and not during execution of a script by . or
source. Any command associated with the RETURN trap is
executed before execution resumes after the function or script.
- set
[--abefhkmnptuvxBCEHPT] [-o opzione-nome] [arg
...]
- set
[+abefhkmnptuvxBCEHPT] [+o opzione-nome] [arg
...]
- Senza opzioni, il nome e il valore di ogni variabile di shell vengono
visualizzati in un formato riutilizzabile come input per impostare o
reimpostare le variabili attualmente impostate. Le variabili in sola
lettura non possono essere reimpostate. In modalità posix
sono elencate solo le variabili di shell. L'output è ordinato in
base alla localizzazione corrente. Quando sono specificate opzioni, queste
impostano o annullano attributi di shell. Gli argomenti che rimangono dopo
che le opzioni sono state elaborate sono trattati come valori per i
parametri posizionali e vengono assegnati, nell'ordine, a $1,
$2, ... $n. Le opzioni, se specificate, hanno
i seguenti significati:
- -a
- Each variable or function that is created or modified is given the export
attribute and marked for export to the environment of subsequent
commands.
- -b
- Riporta immediatamente lo stato dei job in background terminati, invece
che prima di stampare il prossimo prompt primario. Questo è
applicabile solo quando è abilitato il job-control.
- -e
- Exit immediately if a pipeline (which may consist of a single
simple command), a list, or a compound command
(see SHELL GRAMMAR above), exits with a non-zero
status. The shell does not exit if the command that fails is part of the
command list immediately following a while or until keyword,
part of the test following the if or elif reserved words,
part of any command executed in a && or || list
except the command following the final && or ||, any
command in a pipeline but the last, or if the command's return value is
being inverted with !. If a compound command other than a subshell
returns a non-zero status because a command failed while -e was
being ignored, the shell does not exit. A trap on ERR, if set, is
executed before the shell exits. This option applies to the shell
environment and each subshell environment separately (see
COMMAND EXECUTION ENVIRONMENT above), and may cause
subshells to exit before executing all the commands in the subshell.
e un comando composto o una funzione di shell è
eseguito in un contesto in cui -e è ignorato, nessuno dei
comandi eseguiti all'interno di un comando composto o nel corpo di una
funzione verrà influenzato dall'impostazione di -e, anche
se -e è impostato e un comando ritorna uno stato di
insucesso. Se un comando composto o una funzione di shell imposta
-e durante l'esecuzione in un contesto in cui -e è
ignorato, quelle impostazioni non avranno alcun effetto finché il
comando composto o il comando contenente la chiamata di funzione sia
completato.
- -f
- Disabilita l'espansione di percorso.
- -h
- Ricorda la posizione dei comandi man mano che sono ritrovati per
l'esecuzione. Questa è abilitata in modo predefinito.
- -k
- Tutti gli argomenti nella forma di istruzioni di assegnamento sono posti
nell'ambiente per un comando, non solo quelli che precedono il nome del
comando stesso.
- -m
- Modo monitor. Il job-control è abilitato. Quest'opzione è
attiva in modo predefinito per le shell interattive, su sistemi che lo
supportano (si veda JOB-CONTROL sopra). Tutti i processi
sono eseguiti in un gruppo di processo separato. Quando un job in
background è completato, la shell stampa una riga che contiene il
suo stato d'uscita.
- -n
- Legge i comandi ma non li esegue. Questo può essere usato per
controllare uno script di shell per errori di sintassi. Questo viene
ignorato se la shell è interattiva.
- -o
nome-opzione
- Il nome-opzione può essere uno dei seguenti:
- allexport
- Lo stesso di -a.
- braceexpand
- Lo stesso di -B.
- emacs
- Usa una interfaccia di modifica della riga di comando in stile emacs.
Questo è abilitato in modo predefinito quando la shell è
interattiva, a meno che la shell non sia avviata con l'opzione
--noediting. Questo inoltre influisce sull'interfaccia di modifica
usata per read -e.
- errexit
- Lo stesso di -e.
- errtrace
- Lo stesso di -E.
- functrace
- Lo stesso di -T.
- hashall
- Lo stesso di -h.
- histexpand
- Lo stesso di -H.
- history
- Abilita la cronologia dei comandi, come descritto in precedenza, sotto
CRONOLOGIA. Questa opzione è attiva in modo
predefinito nelle shell interattive.
- ignoreeof
- L'effetto è lo stesso come se fosse stato eseguito il comando di
shell ``IGNOREEOF=10'' (si veda Variabili di shell sopra).
- keyword
- Lo stesso di -k.
- monitor
- Lo stesso di -m.
- noclobber
- Lo stesso di -C.
- noexec
- Lo stesso di -n.
- noglob
- Lo stesso di -f.
- nolog
- Attualmente ignorato.
- notify
- Lo stesso di -b.
- nounset
- Lo stesso di -u.
- onecmd
- Lo stesso di -t.
- physical
- Lo stesso di -P.
- pipefail
- Se impostato, il valore di ritorno di una pipeline è il valore
dell'ultimo comando (quello più a destra) che esce con uno stato
d'uscita diverso da zero, o zero se tutti i comandi nella pipeline escono
con successo. Come comportamento predefinito, questa opzione è
disabilitata.
- posix
- Cambia il comportamento di bash dove le operazioni predefinite
differiscono dallo standard POSIX, in modo da corrispondere allo standard
(modalità posix). Si veda più avanti VEDERE
ANCHE dove viene citato un documento che spiega nel dettaglio
come la modalità posix influenza il comportamento di bash.
- privileged
- Lo stesso di -p.
- verbose
- Lo stesso di -v.
- vi
- Usa un'interfaccia di modifica della riga di comando in stile vi. Questo
inoltre influisce sull'interfaccia di modifica usata per read
-e.
- xtrace
- Lo stesso di -x.
Se -o è fornito con nessun nome-opzione, sono
stampati i valori delle opzioni correnti. Se +o è fornito con
nessun nome-opzione, una serie di comandi set per ricreare le
impostazioni dell'opzione corrente viene visualizzata sullo standard
output.
- -p
- Attiva il modo privilegiato. In questo modo, i file
$ENV e $BASH_ENV non vengono
elaborati, le funzioni di shell non sono ereditate dall'ambiente e
le variabili SHELLOPTS,
BASHOPTS, CDPATH e
GLOBIGNORE se appaiono in un ambiente, vengono
ignorate. Se la shell è avviata con l'id (gruppo) effettivo
dell'utente non uguale all'id (gruppo) reale dell'utente, e non viene
fornita l'opzione -p, queste azioni vengono eseguite e l'id
effettivo dell'utente è impostato all'id reale dell'utente. Se
viene fornita l'opzione -p all'avvio, l'id effettivo dell'utente
non è reimpostato. Disattivare questa opzione fa sì che gli
id effettivi dell'utente e del gruppo siano impostati agli id reali
dell'utente e del gruppo.
- -t
- Esce dopo aver letto ed eseguito un comando.
- -u
- Tratta le variabili e i parametri non impostati, diversi dai parametri
speciali "@" e "*", come un errore quando effettua
l'espansione di parametro. Se l'espansione è tentata su una
variabile o parametro non impostato, la shell stampa un messaggio di
errore e, se non interattiva, esce con uno stato diverso da zero.
- -v
- Stampa le righe in input alla shell appena sono lette.
- -x
- Dopo l'espansione di ogni comando semplice, comando for,
comando case, comando select o comando for
aritmetico, mostra il valore espanso di PS4, seguito dal
comando e dai suoi argomenti espansi o dall'elenco di parole
associate.
- -B
- La shell effettua l'espansione delle parentesi graffe (si veda
Espansione delle parentesi graffe sopra). Questo è
attivo in modo predefinito.
- -C
- Se impostato, bash non sovrascrive un file esistente con gli
operatori di ridirezione >, >& e <>.
Una sovrascrittura può ancora essere ottenuta creando i file di
output usando l'operatore di ridirezione >| al posto di
>.
- -E
- Se impostato, ogni segnale intercettato ERR è ereditato
dalle funzioni di shell, sostituzioni di comando e comandi eseguiti in un
ambiente di subshell. Il segnale intercettato ERR non viene
normalmente ereditato in questi casi.
- -H
- Abilita la sostituzione della cronologia in stile !. Quest'opzione
è attiva in modo predefinito quando la shell è
interattiva.
- -P
- Se impostato, non risolve i collegamenti simbolici quando esegue comandi
come cd che cambiano la directory di lavoro corrente. È
invece usata la struttura di directory fisica. Come comportamento
predefinito, bash segue la successione logica delle directory
quando si eseguono comandi che cambiano la directory corrente.
- -T
- Se impostata, i comandi sui segnali intercettati DEBUG e
RETURN sono ereditati dalle funzioni di shell, dalle sostituzioni
di comando e dai comandi eseguiti in un ambiente di subshell. I segnali
intercettati DEBUG e RETURN normalmente non vengono
ereditati in questi casi.
- --
- Se nessun argomento segue questa opzione, allora i parametri posizionali
sono assenti. Altrimenti, i parametri posizionali sono impostati agli
arg, anche se alcuni di loro iniziano con un -.
- -
- Segnala la fine delle opzioni, e fa sì che tutti i rimanenti
arg siano assegnati ai parametri posizionali. Le opzioni -x
e -v sono disattivate. Se non vi è alcun arg, i
parametri posizionali rimangono inalterati.
Le opzioni sono disattivate in modo predefinito se non specificato
diversamente. Usare + piuttosto che - causa la disattivazione di queste
opzioni. Le opzioni possono anche essere specificate come argomenti a
un'invocazione della shell. Il corrente insieme di opzioni può essere
trovato in $-. Lo stato di ritorno è sempre 0 (vero) a meno
che non si incontri un'opzione non valida.
- shift
[n]
- I parametri posizionali da n+1 ... sono rinominati $1
.... I parametri rappresentati dai numeri $# fino a
$#-n+1 non sono impostati. n dev'essere un numero non
negativo minore o uguale a $#. Se n è 0, nessun
parametro viene cambiato. Se n è omesso, è
considerato valere 1. Se n è più grande di $#,
i parametri posizionali non sono cambiati. Lo stato di ritorno è
più grande di 0 se n è più grande di $#
o minore di 0; altrimenti 0.
- shopt
[-pqsu] [-o] [nome-opzione ...]
- Attiva/disattiva i valori delle impostazioni che controllano il
comportamento opzionale della shell. Le impostazioni possono essere o
quelle elencate sotto o, se viene usata l'opzione -o, quelle
disponibili con l'opzione -o al comando incorporato set.
Senza opzioni, o con l'opzione -p, viene mostrata una lista di
tutte le opzioni impostabili, con una indicazione se ognuna è
impostata o no; se vengono forniti nomi-opzioni, l'output è
ristretto a queste opzioni. L'opzione -p fa sì che l'output
sia mostrato in una forma che può essere riutilizzata come input.
Altre opzioni hanno il seguente significato:
- -s
- Abilita (attiva) ogni optname.
- -u
- Disabilita (disattiva) ogni optname.
- -q
- Sopprime il normale output (modalità silenziosa); lo stato di
ritorno indica se il optname è attivato o non attivato. Se
sono dati argomenti optname multipli con -q, lo stato di
ritorno è 0 se tutti gli optname sono attivati; diverso da
zero altrimenti.
- -o
- Restringe i valori di optname a quelli definiti per l'opzione
-o del comando incorporato set.
Se una delle opzioni -s o -u viene usata senza
argomenti optname, shopt mostra solo quelle opzioni che sono,
rispettivamente, attivate o non attivate. Se non diversamente indicato le
opzioni shopt sono disabilitate (non attivate) in modo
predefinito.
Lo stato di ritorno quando vengono elencate delle opzioni è
0 se tutti gli optname sono abilitati, altrimenti è diverso da
zero. Quando si impostano o si rimuovono opzioni, lo stato di ritorno
è 0 tranne quando optname non è una valida opzione di
shell.
L'elenco delle opzioni di shopt è:
- assoc_expand_once
- If set, the shell suppresses multiple evaluation of associative array
subscripts during arithmetic expression evaluation, while executing
builtins that can perform variable assignments, and while executing
builtins that perform array dereferencing.
- autocd
- Se impostato, viene eseguito un nome di comando che è il nome di
una directory come se fosse un argomento del comando cd. Questa
opzione viene usata solo dalle shell interattive.
- cdable_vars
- Se impostata, un argomento al comando incorporato cd che non sia
una directory è considerato come il nome di una variabile il cui
valore è la directory verso cui cambiare.
- cdspell
- Se impostata, vengono corretti errori minori nell'ortografia di un
componente di directory in un comando cd. Gli errori ricercati sono
caratteri invertiti, mancanza di un carattere e un carattere in
più. Se viene trovata una correzione il nome-file corretto viene
stampato e il comando prosegue. Quest'opzione è usata solo dalle
shell interattive.
- checkhash
- Se impostata, bash controlla che un comando trovato in una tabella
hash esista prima di tentarne l'esecuzione. Se un comando la cui posizione
è disponibile in un elemento della tabella hash non esiste
più, viene effettuata una normale ricerca di percorso.
- checkjobs
- Se impostato, bash elenca lo stato dei job in esecuzione e di
quelli terminati prima di uscire da una shell interattiva. Se vi sono job
in esecuzione, l'uscita verrà rimandata fino a quando non viene
tentata una seconda uscita senza che intervenga un comando (si veda
JOB CONTROL sopra). La shell ritarda sempre
l'uscita se un qualsiasi job viene fermato.
- checkwinsize
- Se impostata, bash controlla la dimensione della finestra dopo ogni
comando esterno (non incorporato) e, se necessario, aggiorna i valori di
LINES e COLUMNS. Quest'opzione
è abilitata in modo predefinito.
- cmdhist
- Se impostata, bash tenta di salvare tutte le righe di un comando a
riga multipla nello stesso elemento di cronologia. Questo facilita la
ripetizione di comandi multiriga. Ques'opzione è abilitata in modo
predefinito, ma ha effetto solo se è abilitata la cronologia dei
comandi, come descritto sopra in CRONOLOGIA.
- compat31
- compat32
- compat40
- compat41
- compat42
- compat43
- compat44
- These control aspects of the shell's compatibility mode (see
SHELL COMPATIBILITY MODE below).
- complete_fullquote
- Se impostata, bash quota tutti i metacaratteri di shell nei
nomi-file e di directory quando effettua il completamento. Se non è
impostata, bash rimuove i metacaratteri come il segno del dollaro
dal set di caratteri che saranno quotati nei nomi-file completati quando
questi metacaratteri appaiono in riferimenti a variabili di shell nelle
parole da completare. Questo vuol dire che i segni del dollaro nei nomi di
variabile che si espandono a directory non verranno quotati; comunque, non
saranno quotati neanche i segni del dollaro che appaiono nei nomi-file.
Questo è attivo solo quando bash usa le barre inverse per quotare i
nomi-file completati. Questa variabile è impostata in modo
predefinito, che è il comportamento predefinito di bash nelle
versioni fino alla 4.2.
- direxpand
- Se impostata, bash sostituisce i nomi di directory con i risultati
dell'espansione di parola mentre effettua il completamento del nome di
file. Questo cambia i contenuti del buffer di modifica di readline. Se non
è impostata, bash tenta di conservare ciò che ha
scritto l'utente.
- dirspell
- Se impostata, bash tenta la correzione dell'ortografia sui nomi di
directory durante il completamento di parola se il nome di directory
fornito inizialmente non esiste.
- dotglob
- Se impostata, bash include i nomi-file che iniziano con un `.' nel
risultato dell'espansione del percorso. I nomi-file
“.” e “..” devono essere sempre
confrontati esplicitamente, anche se dotglob è
impostato.
- execfail
- Se impostata, una shell non interattiva non esce se non può
eseguire il file specificato come argomento al comando incorporato
exec. Una shell interattiva non esce se exec non ha
successo.
- expand_aliases
- Se impostata, gli alias vengono espansi come descritto in precedenza,
sotto ALIASES. Questa opzione è abilitata in modo
predefinito per le shell interattive.
- extdebug
- Se impostata all'invocazione della shell, o in un file di avvio della
shell, provvede all'esecuizone del "debugger profile" prima che
la shell venga avviata, allo stesso modo dell'opzione --debugger.Se
impostata dopo l'invocazione, il comportamento previsto per poter usare
dei debugger è abilitato:
- 1.
- L'opzione -F al comando incorporato declare mostra il nome
di file di origine e il numero di riga corrispondente a ogni nome di
funzione fornita come argomento.
- 2.
- Se il comando eseguito nella gestione del segnale DEBUG ritorna un
valore diverso da zero, il comando successivo viene saltato e non è
eseguito.
- 3.
- Se il comando eseguito nella gestione del segnale DEBUG ritorna il
valore 2, e la shell è in esecuzione in una subroutine (una
funzione di shell o uno script di shell eseguito dai comandi incorporati
. o source), la shell simula una chiamata a
return.
- 4.
- BASH_ARGC e BASH_ARGV sono aggiornati
come descritto nelle loro descrizioni viste sopra.
- 5.
- Il tracciamento delle funzioni è abilitato: sostituzione di
comando, funzioni di shell, e subshell invocate con (
comando ) ereditano le intercettazione di segnale
DEBUG e RETURN.
- 6.
- Il tracciamento degli errori è abilitato: sostituzione di comando,
funzioni di shell, e subshell invocate con ( comando
) ereditano le intercettazione di segnale ERR.
- extglob
- Se impostata, le caratteristiche di corrispondenza estesa di modelli
descritte in precedenza, sotto Espansione di percorso, sono
abilitate.
- extquote
- Se impostato, la quotatura $'string' e
$"string" è effettuata all'interno delle
espansioni di ${parametro} racchiuse tra virgolette.
Quest'opzione è abilitata in modo predefinito.
- failglob
- Se impostata, i modelli che non generano nomi validi di file durante
l'espansione del percorso danno come risultato un errore di
espansione.
- force_fignore
- Se impostata, i suffissi specificati dalla variabile di shell
FIGNORE fanno si che delle parole vengano ignorate quando
viene effettuato il completamento delle parole anche se le parole
ignorate sono i soli possibili completamenti. Si veda VARIABILI
DELLA SHELL sopra per una descrizione di
FIGNORE. Quest'opzione è abilitata in modo
predefinito.
- globasciiranges
- Se impostata, le espressioni di intervallo nelle espressioni tra parentesi
graffe nella ricerca di corrispondenze (si veda Modelli di
ricerca più sopra) si comportano come nella
localizzazione tradizionale C quando effettuano confronti. Cioè, la
sequenza di collazione della localizzazione corrente non viene presa in
considerazione, cosicché b non collazionerà fra
A e B , e i caratteri ASCII maiuscolo e minuscolo verranno
collazionati insieme.
- globstar
- Se impostata, il modello ** usato in un contesto di espansione del
nome di percorso trova tutti i file e zero o più directory e
sottodirectory che soddisfano i criteri di ricerca. Se il modello è
seguito da una /, trova solo le directory e sottodirectory che
soddisfano i criteri di ricerca.
- gnu_errfmt
- Se impostata, i messaggi di errore della shell vengono scritti nel formato
GNU standard dei messaggi di errore.
- histappend
- Se impostata, l'elenco della cronologia è accodato al file indicato
dalla variabile HISTFILE all'uscita della shell, invece che
sostituire il file preesistente.
- histreedit
- Se impostata, e readline è in uso, viene data
l'opportunità a un utente di ripetere una sostituzione della
cronologia che non ha avuto successo.
- histverify
- Se impostata, e readline è in uso, i risultati della
sostituzione della cronologia non sono immediatamente passati
all'analizzatore della shell. Invece, la riga risultante viene caricata
nel buffer di modifica readline, permettendo ulteriori
modifiche.
- hostcomplete
- Se impostata, e readline è in uso, bash tenta di
effettuare il completamento del nome di host quando una parola contenente
un @ è in corso di completamento (si veda
Completamento in precedenza, sotto READLINE. Questa
è abilitata in modo predefinito.
- huponexit
- Se impostata, bash invia SIGHUP a tutti i job
all'uscita di una shell di login interattiva.
- inherit_errexit
- If set, command substitution inherits the value of the errexit
option, instead of unsetting it in the subshell environment. This option
is enabled when posix mode is enabled.
- Se impostata, fa sì che, se una parola inizia con #, quella
parola e tutti i caratteri rimanenti su quella riga siano ignorati in una
shell interattiva (si veda COMMENTI sopra). Quest'opzione
è abilitata in modo predefinito.
- lastpipe
- Se impostata, e job control non è attivo, la shell esegue l'ultimo
comando di una pipeline non eseguita in background nell'ambiente di shell
corrente.
- lithist
- Se impostata, e l'opzione cmdhist è abilitata, i comandi
multiriga sono salvati nella cronologia includendo i newline, piuttosto
che usando come separatori il punto e virgola, dove possibile.
- localvar_inherit
- If set, local variables inherit the value and attributes of a variable of
the same name that exists at a previous scope before any new value is
assigned. The nameref attribute is not inherited.
- localvar_unset
- If set, calling unset on local variables in previous function
scopes marks them so subsequent lookups find them unset until that
function returns. This is identical to the behavior of unsetting local
variables at the current function scope.
- login_shell
- La shell imposta quest'opzione se viene avviata come shell di login (si
veda INVOCAZIONE sopra). Il valore non può essere
cambiato.
- mailwarn
- Se impostata, e un file sul quale bash sta ricercando della posta
ha avuto un accesso dall'ultima volta che è stato controllato,
viene visualizzato il messagio “The mail in mailfile has
been read”.
- no_empty_cmd_completion
- Se impostata, e readline è in uso, bash non tenta di
cercare il PATH per possibili completamenti quando viene
tentato il completamento di una riga vuota.
- nocaseglob
- Se impostata, bash individua i nomi-file senza distinguere le
maiuscole dalle minuscole quando effettua l'espansione del percorso (si
veda Espansione del percorso sopra).
- nocasematch
- Se impostata, bash confronta modelli senza distinguere le maiuscole
dalle minuscole quando ricerca corrispondenze durante l'esecuzione dei
comandi condizionali case o [[, quando effettua espansioni
di parola in una sostituzione di modello, o quando filtra possibili
completamenti come parte di un completamento programmabile.
- nullglob
- Se impostata, bash permette ai modelli che non individuano nessun
file (si veda Espansione del percorso sopra) di espandere come una
stringa nulla, piuttosto che essere presi letteralmente.
- progcomp
- Se impostata, i servizi di completamento programmabile (si veda
Completamento programmabile sopra) vengono abilitati. Quest'opzione
è abilitata in modo predefinito.
- progcomp_alias
- If set, and programmable completion is enabled, bash treats a
command name that doesn't have any completions as a possible alias and
attempts alias expansion. If it has an alias, bash attempts
programmable completion using the command word resulting from the expanded
alias.
- promptvars
- Se impostata, le stringhe di prompt subiscono espansione di parametro,
sostituzione di comando, espansione aritmetica e rimozione dei segni di
quotatura dopo che sono stati espansi come descritto in STRINGHE
DI PROMPT sopra. Quest'opzione è abilitata in
modo predefinito.
- restricted_shell
- La shell imposta quest'opzione se è stata avviata in
modalità ristretta (si veda SHELL RISTRETTA
più avanti). Il valore non può essere cambiato.
Questo non viene reimpostato quando i file di avvio vengono eseguiti,
permettendo ai file di avvio di accertare se una shell è ristretta
o meno.
- shift_verbose
- Se impostata, il comando incorporato shift stampa un messaggio di
errore quando il numero di comandi shift effettuati eccede il numero dei
parametri posizionali.
- sourcepath
- Se impostata, il comando incorporato source (.) usa il
valore di PATH per trovare la directory contenente il file
fornito come argomento. Quest'opzione è abilitata in modo
predefinito.
- xpg_echo
- Se impostata, il comando incorporato echo espande sequenze di
protezione tramite la barra inversa in modo predefinito.
- suspend
[-f]
- Sospende l'esecuzione di questa shell fino a che non riceve un segnale
SIGCONT. Una shell di login non può essere sospesa;
l'opzione -f può essere usata per non tener conto di
questo e forzare la sospensione. Lo stato di ritorno è 0 tranne
quando la shell è una shell di login e non è fornito
-f, o se il job-control non è abilitato.
- test
expr
- [ expr ]
- Return a status of 0 (true) or 1 (false) depending on the evaluation of
the conditional expression expr. Each operator and operand must be
a separate argument. Expressions are composed of the primaries described
above under CONDITIONAL EXPRESSIONS. test does not
accept any options, nor does it accept and ignore an argument of
-- as signifying the end of options.
Le espressioni possono essere combinate usando i seguenti
operatori, elencati in ordine decrescente di precedenza. La valutazione
dipende dal numero di argomenti; si veda più avanti. La
precedenza degli operatori è usata quando ci sono cinque o
più argomenti.
- ! expr
- Vero se expr è falso.
- ( expr )
- Ritorna il valore di expr. Questo può essere usato per
modificare la normale precedenza degli operatori.
- expr1 -a
expr2
- Vero se sia expr1 che expr2 sono vere.
- expr1 -o
expr2
- Vero se o expr1 o expr2 è vera.
test e [ valutano espressioni condizionali usando
una serie di regole basate sul numero di argomenti.
- 0 argomenti
- L'espressione è falsa.
- 1 argomento
- L'espressione è vera se e solo se l'argomento non è
nullo.
- 2 argomenti
- Se il primo argomento è !, l'espressione è vera se e
solo se il secondo argomento è nullo. Se il primo argomento
è uno degli operatori condizionali elencati in precedenza, sotto
ESPRESSIONI CONDIZIONALI, l'espressione è
vera se il test unario è vero. Se il primo argomento non è
un operatore condizionale unario valido, l'espressione è
falsa.
- 3 argomenti
- Le seguenti condizioni sono applicate nell'ordine elencato. Se il secondo
argomento è uno degli operatori binari condizionali elencati in
precedenza, sotto ESPRESSIONI CONDIZIONALI, il risultato
dell'espressione è il risultato del test binario che usa
gli argomenti primo e terzo come operandi. Quando ci sono tre argomenti,
-a e -o sono considerati operatori binari. Se il primo
argomento è !, il valore è la negazione del test con
due argomenti costituito dagli argomenti secondo e terzo. Se il primo
argomento è esattamente ( e il terzo argomento è
esattamente ), il risultato è il test, con 1 argomento, del
secondo argomento. Altrimenti, l'espressione è falsa.
- 4 argomenti
- Se il primo argomento è !, il risultato è la
negazione dell'espressione composta dai rimanenti argomenti. Altrimenti,
l'espressione è analizzata e valutata secondo le precedenze usando
le regole elencate sopra.
- 5 o più argomenti
- L'espressione è analizzata e valutata secondo le precedenze usando
le regole elencate sopra.
Quando sono usati con test o [, gli operatori
< e > vengono ordinati lessicograficamente secondo
l'ordinamento ASCII.
- times
- Stampa i tempi spesi come utente e come sistema per la shell e per i
processi eseguiti dalla shell. Lo stato di ritorno è 0.
- trap [-lp]
[[arg] sigspec ...]
- Il comando arg dev'essere letto e eseguito quando la shell riceve
il segnale(i) sigspec. Se arg è assente (e c'è
un singolo sigspec) o -, ogni segnale specificato è
riportato alla sua configurazione originale (il valore che aveva al
momento dell'ingresso nella shell). Se arg è la stringa
nulla il segnale specificato da ogni sigspec è ignorato
dalla shell e dai comandi che essa invoca. Se arg non è
presente e -p è stato fornito, allora i comandi di
intercettazione di segnale associati a ogni sigspec vengono
visualizzati. Se non viene fornito alcun argomento o se è dato solo
-p, trap stampa la lista dei comandi associati a ogni
segnale. L'opzione -l fa sì che la shell stampi una lista di
nomi di segnale e i numeri a loro corrispondenti. Ogni sigspec
è o un nome di segnale definito in <signal.h>, o un
numero di segnale. I nomi di segnale possono essere scritti sia in
minuscolo che in maiuscolo e il prefisso SIG è
opzionale.
Se un sigspec è EXIT (0) il
comando arg è eseguito all'uscita della shell. Se
un sigspec è DEBUG, il comando
arg viene eseguito prima di ogni comando semplice, comando
for, comando case, comando select, ogni comando
for aritmetico, e prima di eseguire il primo comando in una
funzione di shell (si veda GRAMMATICA DELLA SHELL sopra).
Fare riferimento alla descrizione dell'opzione extdebug
del comando incorporato shopt per dettagli sul suo effetto nella
gestione del segnale DEBUG. Se un sigspec è
RETURN, il comando arg viene eseguito ogni volta che una
funzione di shell o uno script eseguito coi comandi incorporati .
o source completa l'esecuzione.
If a sigspec is ERR, the command
arg is executed whenever a pipeline (which may consist of
a single simple command), a list, or a compound command returns a
non-zero exit status, subject to the following conditions. The
ERR trap is not executed if the failed command is
part of the command list immediately following a while or
until keyword, part of the test in an if statement, part
of a command executed in a && or || list except
the command following the final && or ||, any
command in a pipeline but the last, or if the command's return value is
being inverted using !. These are the same conditions obeyed by
the errexit (-e) option.
I segnali ignorati al momento dell'ingresso della shell non
possono essere intercettati o resettati. I segnali intercettati non
ignorati sono riportati al loro valore originale in una subshell o in un
ambiente di subshell quando ne è stato creato uno. Lo stato di
ritorno è falso se un sigspec non è valido;
altrimenti trap ritorna 0 (vero).
- type [-aftpP]
nome [nome ...]
- Senza opzioni, indica come dovrà essere interpretato ciascun
nome se usato come un nome di comando. Se è usata l'opzione
-t, type stampa una stringa che è una fra
alias, keyword, function, builtin o
file se nome è, rispettivamente, un alias, una parola
riservata della shell, una funzione, un comando incorporato, o un file su
disco. Se il nome non è trovato, non viene stampato nulla,
ed è ritornato uno stato d'uscita di falso Se viene usata l'opzione
-p, type ritorna o il nome del file su disco che dovrebbe
essere eseguito se nome fosse specificato come nome di comando, o
nulla se ``type -t name'' non avesse ritornato file. L'opzione
-P forza PATH a ricercare ogni nome,
anche se ``type -t name'' non dovesse ritornare file. Se un comando
è nella tabella hash, -p e -P stampano il valore
nella tabella hash, che non necessariamente è il file che appare
per primo in PATH. Se viene usata l'opzione
-a, type stampa tutti le posizioni che corrispondono
a un eseguibile chiamato nome. Questo include alias e funzioni, se
e solo se non viene usata anche l'opzione -p. La tabella hash dei
comandi non è consultata quando si usa -a. L'opzione
-f sopprime la ricerca della funzione di shell, come col comando
incorporato command. type ritorna 0 [vero] se tutti
argomenti vengono trovati, falso se non ne viene trovato alcuno.
- ulimit [-HS]
-a
- ulimit
[-HS] [-bcdefiklmnpqrstuvxPRT [limite]]
- Fornisce controllo sulle risorse disponibili per la shell e per i processi
avviati da essa, sui sistemi che consentono un tale controllo. Le opzioni
-H e -S specificano che viene impostato il limite hard o
limite soft per la data risorsa. Un limite hard non può essere
aumentato da un utente comune una volta impostato; un limite soft
può essere aumentato fino al valore del limite hard. Se né
-H né -S sono specificati, vengono impostati entrambi
i limiti, hard e soft. Il valore di limite può essere un
numero nell'unità specificata per la risorsa, o uno dei valori
speciali hard, soft o unlimited. che stanno
rispettivamente per limite hard corrente, limite soft corrente e nessun
limite. Se limite è omesso, viene stampato il valore
corrente del limite soft della risorsa, a meno che non venga data
l'opzione -H. Quando è specificata più di una
risorsa, il nome del limite e l'unità, se appropriati, vengono
stampati prima del valore. Le altre opzioni sono interpretate come
segue:
- -a
- Sono riportati tutti i limiti correnti; nessun limite viene impostato
- -b
- La dimensione massima del buffer del socket
- -c
- la dimensione massima dei file core creati
- -d
- la dimensione massima del segmento dati di un processo
- -e
- La priorità massima di schedulazione dei processi
("nice")
- -f
- la dimensione massima dei file scritti dalla shell e dai suoi figli
- -i
- Il numero massimo di segnali pendenti
- -k
- Il numero massimo di kqueue (code degli eventi del kernel) che possono
essere allocate
- -l
- la dimensione massima di memoria che può essere bloccata
- -m
- la dimensione massima della memoria occupata (molti sistemi non rispettano
questo limite)
- -n
- il numero massimo di descrittori di file aperti (la maggior parte dei
sistemi non permette che questo valore sia cambiato)
- -p
- la dimensione delle pipe in blocchi da 512 byte (questo non può
essere cambiato)
- -q
- Il numero massimo di byte nelle code dei messaggi POSIX
- -r
- La priorità massima di schedulazione dei processi in tempo
reale
- -s
- la dimensione massima dello stack
- -t
- il massimo quantitativo di tempo macchina utilizzabile, in secondi
- -u
- il numero massimo di processi disponibili per un singolo utente
- -v
- Il massimo ammontare di memoria virtuale disponibile per la shell e, su
alcunisistemi, ai suoi figli
- -x
- Il numero massimo di file lock
- -P
- Il numero massimo di pseudoterminali
- -R
- The maximum time a real-time process can run before blocking, in
microseconds
- -T
- Il numero massimo di thread
Se limite è dato, e non viene usata l'opzione
-a, limite è il nuovo valore della risorsa specificata.
Se nessuna opzione è data, si considera impostata l'opzione
-f. I valori sono in multipli di 1024 byte, tranne che per -t,
che è in secondi, -R, che è in microsecondi;-p,
che è in unità di blocchi da 512 byte; -P, -T,
-b , -k, -n e -u, che sono numeri puri e ,
quando si è in modalità posix, -c e -f, che sono
in multipli di 512 byte. Lo stato di ritorno è 0 tranne quando viene
incontrata un'opzione o un argomento non valido, o avvenga un errore mentre
si imposta un nuovo limite.
- umask [-p]
[-S] [modo]
- La maschera di creazione dei file dell'utente è impostata a
modo. Se modo inizia con una cifra, è interpretato
come numero ottale; altrimenti è interpretato come una maschera in
modalità simbolica simile a quelle accettate da chmod(1). Se
modo è omesso, viene stampato il valore corrente della
maschera. L'opzione -S fa sì che la maschera venga stampata
in formato simbolico; l'output predefinito è un numero ottale. Se
viene fornita l'opzione -p e modo è omesso, l'output
è in una forma riutilizzabile come input. Lo stato di ritorno
è 0 se il modo è stato cambiato con successo o se nessun
argomento modo era stato fornito, e falso altrimenti.
- unalias
[-a] [nome ...]
- Rimuove ciascun nome dalla lista degli alias definiti. Se si
specifica -a, sono rimosse tutte le definizioni di alias. Il valore
di ritorno è 0 (vero) tranne quando un nome fornito non
è un alias attualmente definito.
- unset [-fv]
[-n] [nome ...]
- Per ciascun nome, rimuove la corrispondente variabile o funzione.
Se è specificata l'opzione -v, ogni nome designa una
variabile di shell, e quella variabile viene rimossa. Le variabili in sola
lettura non possono essere rimosse. Se viene specificata -f, ogni
nome designa una funzione di shell, e la definizione di funzione
viene rimossa. Se è impostata l'opzione -n, e nome
è una variabile con l'attributo nameref, verrà
annullata nome piuttosto che la variabile a cui fa riferimento.
-n non ha nessun effetto se è impostata l'opzione -f.
Se non viene impostata nessuna opzione, ogni nome fa riferimento a
una variabile; se non ci sono variabili con quel nome, ogni funzione con
quel nome viene annullata. Ogni variabile o funzione annullata è
eliminata dall'ambiente passato ai comandi successivi. Se una qualsiasi
fra BASH_ALIASES, BASH_ARGV0,
BASH_CMDS, BASH_COMMAND,
BASH_SUBSHELL, BASHPID,
COMP_WORDBREAKS, DIRSTACK,
EPOCHREALTIME, EPOCHSECONDS,
FUNCNAME, GROUPS,
HISTCMD, LINENO,
RANDOM, SECONDS o
SRANDOM è annullata, perde la sua speciale
proprietà, anche se viene successivamente ridefinita. Lo stato
d'uscita è 0 (vero) a meno che un nome non sia in sola
lettura.
- wait [-fn]
[-p varname] [id ...]
- Wait for each specified child process and return its termination status.
Each id may be a process ID or a job specification; if a job spec
is given, all processes in that job's pipeline are waited for. If
id is not given, wait waits for all running background jobs
and the last-executed process substitution, if its process id is the same
as $!, and the return status is zero. If the -n option is
supplied, wait waits for a single job from the list of ids
or, if no ids are supplied, any job, to complete and returns its
exit status. If none of the supplied arguments is a child of the shell, or
if no arguments are supplied and the shell has no unwaited-for children,
the exit status is 127. If the -p option is supplied, the process
or job identifier of the job for which the exit status is returned is
assigned to the variable varname named by the option argument. The
variable will be unset initially, before any assignment. This is useful
only when the -n option is supplied. Supplying the -f
option, when job control is enabled, forces wait to wait for
id to terminate before returning its status, instead of returning
when it changes status. If id specifies a non-existent process or
job, the return status is 127. Otherwise, the return status is the exit
status of the last process or job waited for.
Bash-4.0 introduced the concept of a `shell compatibility level',
specified as a set of options to the shopt builtin compat31,
compat32, compat40, compat41, and so on). There is only
one current compatibility level -- each option is mutually exclusive. The
compatibility level is intended to allow users to select behavior from
previous versions that is incompatible with newer versions while they
migrate scripts to use current features and behavior. It's intended to be a
temporary solution.
This section does not mention behavior that is standard for a
particular version (e.g., setting compat32 means that quoting the rhs
of the regexp matching operator quotes special regexp characters in the
word, which is default behavior in bash-3.2 and above).
If a user enables, say, compat32, it may affect the
behavior of other compatibility levels up to and including the current
compatibility level. The idea is that each compatibility level controls
behavior that changed in that version of bash, but that behavior may
have been present in earlier versions. For instance, the change to use
locale-based comparisons with the [[ command came in bash-4.1, and
earlier versions used ASCII-based comparisons, so enabling compat32
will enable ASCII-based comparisons as well. That granularity may not be
sufficient for all uses, and as a result users should employ compatibility
levels carefully. Read the documentation for a particular feature to find
out the current behavior.
Bash-4.3 introduced a new shell variable:
BASH_COMPAT. The value assigned to this variable (a
decimal version number like 4.2, or an integer corresponding to the
compatNN option, like 42) determines the compatibility
level.
Starting with bash-4.4, Bash has begun deprecating older
compatibility levels. Eventually, the options will be removed in favor of
BASH_COMPAT.
Bash-5.0 is the final version for which there will be an
individual shopt option for the previous version. Users should use
BASH_COMPAT on bash-5.0 and later versions.
The following table describes the behavior changes controlled by
each compatibility level setting. The compatNN tag is used as
shorthand for setting the compatibility level to NN using one of the
following mechanisms. For versions prior to bash-5.0, the compatibility
level may be set using the corresponding compatNN shopt
option. For bash-4.3 and later versions, the BASH_COMPAT
variable is preferred, and it is required for bash-5.1 and later
versions.
- compat31
- •
- quoting the rhs of the [[ command's regexp matching operator (=~)
has no special effect
- compat32
- •
- interrupting a command list such as "a ; b ; c" causes the
execution of the next command in the list (in bash-4.0 and later versions,
the shell acts as if it received the interrupt, so interrupting one
command in a list aborts the execution of the entire list)
- compat40
- •
- the < and > operators to the [[ command do not
consider the current locale when comparing strings; they use ASCII
ordering. Bash versions prior to bash-4.1 use ASCII collation and
strcmp(3); bash-4.1 and later use the current locale's collation
sequence and strcoll(3).
- compat41
- in posix mode, time may be followed by options and still be
recognized as a reserved word (this is POSIX interpretation 267)
- in posix mode, the parser requires that an even number of single
quotes occur in the word portion of a double-quoted parameter
expansion and treats them specially, so that characters within the single
quotes are considered quoted (this is POSIX interpretation 221)
- compat42
- the replacement string in double-quoted pattern substitution does not
undergo quote removal, as it does in versions after bash-4.2
- in posix mode, single quotes are considered special when expanding the
word portion of a double-quoted parameter expansion and can be used
to quote a closing brace or other special character (this is part of POSIX
interpretation 221); in later versions, single quotes are not special
within double-quoted word expansions
- compat43
- the shell does not print a warning message if an attempt is made to use a
quoted compound assignment as an argument to declare (declare -a foo='(1
2)'). Later versions warn that this usage is deprecated
- word expansion errors are considered non-fatal errors that cause the
current command to fail, even in posix mode (the default behavior is to
make them fatal errors that cause the shell to exit)
- when executing a shell function, the loop state (while/until/etc.) is not
reset, so break or continue in that function will break or
continue loops in the calling context. Bash-4.4 and later reset the loop
state to prevent this
- compat44
- the shell sets up the values used by BASH_ARGV and
BASH_ARGC so they can expand to the shell's positional
parameters even if extended debugging mode is not enabled
- a subshell inherits loops from its parent context, so break or
continue will cause the subshell to exit. Bash-5.0 and later reset
the loop state to prevent the exit
- variable assignments preceding builtins like export and
readonly that set attributes continue to affect variables with the
same name in the calling environment even if the shell is not in posix
mode
- compat50
- Bash-5.1 changed the way $RANDOM is generated to
introduce slightly more randomness. If the shell compatibility
level is set to 50 or lower, it reverts to the method from bash-5.0 and
previous versions, so seeding the random number generator by assigning a
value to RANDOM will produce the same sequence as in
bash-5.0
- If the command hash table is empty, bash versions prior to bash-5.1
printed an informational message to that effect, even when producing
output that can be reused as input. Bash-5.1 suppresses that message when
the -l option is supplied.
Se bash è avviata col nome rbash, o l'opzione
-r viene fornita all'invocazione, la shell diventa ristretta. Una
shell ristretta è usata per impostare un ambiente più
controllato di quello della shell standard. Si comporta identicamente a
bash con l'eccezione che quel che segue è o non permesso o non
effettuato:
- cambiare le directory con cd
- impostare o rimuovere i valori di SHELL,
PATH, HISTFILE,
ENV o BASH_ENV
- specificare nomi di comando contenenti una /
- specificare un nome di file contenente una / come argomento al
comando incorporato .
- specificare un nome-file contenente una barra obliqua come argomento al
comando incorporato history
- specificare un nome di file contenente una barra [/] come argomento
all'opzione -p del comando incorporato hash
- importare definizioni di funzione dall'ambiente della shell all'avvio
- analizzare il valore di SHELLOPTS dall'ambiente di shell
all'avvio
- ridirigere l'output usando gli operatori di ridirezione >, >|,
<>, >&, &> e >>
- usare il comando incorporato exec per sostituire la shell con un
altro comando
- aggiungere o eliminare comandi incorporati con le opzioni -f e
-d del comando incorporato enable
- usare il comando incorporato enable per abilitare comandi
incorporati della shell che sono disabilitati
- specificare l'opzione -p al comando incorporato command
- disattivare la modalità ristretta con set +r o set +o
restricted.
Queste restrizioni sono imposte dopo aver letto eventuali file di
avvio.
When a command that is found to be a shell script is executed (see
COMMAND EXECUTION above), rbash rimuove ogni
restrizione nella shell creata dalla shell genitrice per eseguire lo
script.
- /bin/bash
- L'eseguibile bash
- /etc/profile
- Il file di inizializzazione generale di sistema, eseguito per le shell di
login
- /etc/bash.bashrc
- Il file di inizializzazione generale di sistema per ogni shell
interattiva
- /etc/bash.bash.logout
- Il file di pulizia della shell di login generale di sistema, eseguito
quando una shell di login termina
- ~/.bash_profile
- Il file di inizializzazione personale, eseguito per le shell di login
- ~/.bashrc
- Il file di inizializzazione individuale per ogni shell interattiva
- ~/.bash_logout
- Il file di pulizia della shell di login individuale, eseguito quando una
shell di login termina
- ~/.inputrc
- Il file di inizializzazione individuale per readline
Brian Fox, Free Software Foundation
bfox@gnu.org
Chet Ramey, Case Western Reserve University
chet.ramey@case.edu
Se trovate un "bug" in bash, dovreste segnalarlo.
Ma prima, dovreste assicurarvi che sia veramente un "bug", e che
appaia nella versione più recente di bash. L'ultima versione
è sempre disponibile da ftp://ftp.gnu.org/pub/gnu/bash/.
Una volta determinato che avete individuato realmente un
"bug", usate il comando bashbug per inviare una notifica
del "bug". Se avete una correzione, siete invitati a inviare anche
quella! Suggerimenti e rapporti su "bug" 'filosofici' possono
essere inviati a bug-bash@gnu.org o inviati al newsgroup su Usenet
gnu.bash.bug.
TUTTI i rapporti sui "bug" dovranno includere:
- Il numero di versione di
bash
- L'hardware e il
sistema operativo
- Il compilatore usato per
compilare
- Una descrizione del
comportamento anomalo
- Un breve script o `ricetta' che
produca il "bug"
bashbug inserisce le prime tre voci automaticamente nel
modello che fornisce per compilare una notifica di "bug".
Commenti e notifiche su "bug" riguardanti questa pagina
di manuale dovranno essere indirizzati a chet.ramey@case.edu.
È troppo grande e troppo lenta.
Vi sono alcune sottili differenze tra bash e le versioni
tradizionali di sh, soprattutto per via delle specifiche
POSIX.
In alcuni casi gli alias possono essere causa di confusione.
Comandi incorporati della shell e funzioni non sono
sospendibili/riavviabili.
Comandi composti e sequenze di comandi nella forma di `a ; b ; c'
non sono trattati in modo completamente corretto quando viene richiesta la
sospensione di un processo. Quando un processo viene sospeso, la shell
esegue immediatamente il comando che lo segue immediatamente. Basta mettere
una sequenza di comandi fra parentesi per forzarla in una subshell, che
può essere sospesa come se fosse un'unica entità.
Le variabili di array non possono essere esportate (per il
momento).
Ci può essere solo un coprocesso attivo alla volta.
La traduzione italiana di questa pagina di manuale è stata
creata da Augusto Lenardi <augusto@comune.modena.it>, Antonio Giovanni
Colombo <azc100@gmail.com>, Silvano Sallese <silvano@pluto.it> e
Marco Curreli <marcocurreli@tiscali.it>
Questa traduzione è documentazione libera; leggere la
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Non ci assumiamo alcuna responsabilità.
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